Liti tra coniugi, la sentenza: chat su Whatsapp come contratti prematrimoniali

Liti tra coniugi, la sentenza: chat su Whatsapp come contratti prematrimoniali

Liti tra coniugi, la sentenza: chat su Whatsapp come contratti prematrimoniali   Photo Credit: ANSA


03 settembre 2025, ore 12:34

Il tribunale di Catanzaro ha condannato un ex marito a pagare tutte le rate del mutuo poiché promesso in una conversazione online

Tutto quello che scriverà potrà essere usato contro di lei in tribunale”. Questa frase (libero adattamento della più celebre “Tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei in tribunale" recitata dagli agenti nei polizieschi americani), a ben pensarci, potrebbe essere adattata ad alcune dispute legali tra ex coniugi in corso nel nostro Paese. A sancire una svolta nella storia della giurisprudenza italiana, infatti, è un pronunciamento del tribunale civile di Catanzaro, intervenuto su una lite tra ex coniugi finita in aula: per la corte i messaggini scambiati su Whatsapp sono da considerarsi alla stregua di accordi prematrimoniali ufficiali e il contenuto, dunque, va eseguito e rispettato in fase di separazione o divorzio.

Le promesse

Al centro di questa vicenda ci sono due ex coniugi arrivati in tribunale per dirimere una controversia relativa ad alcuni pagamenti. Con un messaggio inviato su Whatsapp all’allora consorte, l’ex marito aveva promesso di pagare interamente il mutuo dell’abitazione familiare condivisa dalla coppia. L’ex moglie, dal canto suo, aveva messo per iscritto in chat la sua intenzione di rinunciare all’assegno di mantenimento.

In prima battuta, i due arrivano davanti ai giudici poiché, al momento della separazione, l’uomo aveva chiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo da 21mila euro a valenza di rimborso del 50% delle rate del prestito contratto per la casa. La donna, insomma avrebbe dovuto restituire una parte della cifra già pagata dall’ex. Ma ecco la novità: l’ultima sentenza emessa dal tribunale civile di Catanzaro ha certificato l’esistenza di un “principio di prova scritta” che avrebbe potuto dispensarla dal pagamento, la chat su Whatsapp. Normalmente, infatti, la legge vieta la prova testimoniale per i contratti: la parola della donna da sola non sarebbe bastata a certificare la promessa fatta dall’ex marito. Lo screenshot della conversazione online, invece, le ha permesso di risparmiarsi il versamento della somma richiesta.

Il precedente

Come si dice in queste situazioni: il caso fa giurisprudenza. Creato questo precedente, dunque, anche in altre occasioni sarà possibile sostenere l’esistenza di un vincolo contrattuale qualora si rintracci anche solo un messaggio su Whatsapp o su altri social. In realtà, lo scorso 26 aprile, un altro caso simile aveva battuto la strada percorsa dal tribunale di Catanzaro. In quel caso, però, la controversia legale riguardava due coniugi di Padova e i messaggi erano stati inviati tramite email.

Dunque, prima di sbilanciarci su qualunque argomento in chat – dalla scelta della pizza alle promesse di pagamento – pensiamoci due volte! E ricordiamoci una delle caratteristiche fondamentali dei contenuti diffusi in rete: la persistenza. Ogni messaggino è potenzialmente eterno e, per giunta, facilmente rintracciabile grazie alle chiavi di ricerca interne alle chat. Non basterà cancellare, lo screenshot è sempre dietro l’angolo!


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