Le ragioni dell’istinto, un giallo mediterraneo tra dinamiche sociali e misteri da risolvere: andiamo dietro le quinte del libro con l’autore, Daniele Pronestì

Le ragioni dell’istinto, un giallo mediterraneo tra dinamiche sociali e misteri da risolvere: andiamo dietro le quinte del libro con l’autore, Daniele Pronestì Photo Credit: "Le ragioni dell'istinto" di Daniele Pronestì, Bompiani
21 giugno 2025, ore 08:00
Una storia dal ritmo perfetto che porta il genere giallo a muoversi all’interno del multiforme scenario della Calabria, accompagnato da personaggi finemente caratterizzati in ogni loro sfumatura
Torna l’appuntamento con il mondo dell’editoria libraria e, soprattutto, con gli autori che con i loro sforzi stuzzicano la fantasia dei lettori. Un momento unico nel suo genere per gli appassionati, che hanno così modo di andare a scoprire i retroscena delle storie che raggiungono gli scaffali delle librerie. E a fare “gli onori” sono proprio scrittori e scrittrici, che introducono gli appassionati ai mondi da loro creati.
Un vero e proprio viaggio di scoperta come quello che nelle scorse settimane ci ha permesso di saperne di più di “Ermione”, di “Luci nel bosco” e di “Mortacci Mia”.
Ed un momento che si rinnova questa settimana con una nuova lettura di recente approdo sugli scaffali, che interpreta con uno spirito particolarissimo il genere dei gialli all’italiana. Si tratta di “Le ragioni dell’istinto” di Daniele Pronestì, pubblicato da Bompiani. E proprio con l’autore abbiamo fatto quattro chiacchiere per saperne di più del libro.
LE RAGIONI DELL’ISTINTO, UN GIALLO ALL’ITALIANA DALLO “SPIRITO MANGA”
Ciao Daniele, apro subito cedendoti la parola per le presentazioni. Cosa troviamo in “Le ragioni dell’istinto”?
“Le ragioni dell’istinto è una storia che si muove su più livelli: in superficie c'è un giallo mediterraneo con tutte le dinamiche del genere, tensione, ironia, buona cucina e una Calabria solare e inedita. Un libro da ombrellone. Più a fondo però c'è anche una storia che parla delle nostre dinamiche sociali e degli istinti che ci guidano, come quello alla maternità o quella che ci porta ogni giorno a desiderare una validazione da parte della società che è il nostro branco. I personaggi femminili in particolare guidano la narrazione fino alla fine, soprattutto la vittima, una donna che non accetta collari sociali. Il più animale tra tutti i personaggi.”
Oltre a uomini e donne, i personaggi che si alternano sulla scena nel corso della storia hanno sembianze di animali antropomorfi. Come mai questa scelta?
“Perché, anche se ce lo dimentichiamo, donne e uomini sono animali. Far condividere la storia ad altri animali antropomorfi, abbigliati e parlanti, nobili o borghesi, mi ha permesso di esaltare le dinamiche istintive di noi umani. Nella nostra società i predatori si nascondono nei consigli d’amministrazione, in strada, tra le mura domestiche e maneggiando cellulari e parole come fossero artigli. La carriera a tutti i costi, le tensioni sessuali, l'istinto alla protezione dei nostri cari, sono dinamiche comuni a tutte le specie. È un espediente narrativo che fa parte della nostra cultura letteraria, del parlato calabrese e delle antiche tragedie greche. Il libro quindi chiede al lettore: cosa significa essere umano, oggi? Qual è il ruolo dell’istinto in un mondo che finge di poterlo dominare?”
Hai qualche fonte d'ispirazione a tal proposito? Ho percepito un po' di ZeroCalcare nella rappresentazione dei personaggi…
“Hai centrato il punto, ma più che verso ZeroCalcare (che ammiro molto), mi sento di avere un debito nei confronti dei manga Giapponesi come “Beastars” di Itagaki, “Vagabond” di Inoue e più in generale nel graphic novel europeo, come “Blacksad” di Guarnido. Sono storie profonde di vite che arrancano in società violente. Sfido a leggere “Homunculus” che cito nel libro e nel non rimanerne sconvolti.”
Ecco, è piuttosto evidente come il mondo nerd ha ampio spazio tra pieghe della storia. Come mai questa scelta di citare in diverse circostanze alcuni manga iconici tra gli appassionati?
“Manga e anime sono parte del mio immaginario. Molti hanno un'idea infantile di questi media, perché la Disney li destinati per lo più a bambini e ragazzi. I manga in realtà trattano storie prive di innocenza, crude e di denuncia sociale, in cui non ci sono censure, anzi c'è una gran libertà espressiva (al punto che alcuni di questi vengono vietati in occidente). Nel libro ho cercato di mischiare questo tipo di espedienti con la cultura del giallo classico alla Camilleri e Simenon.”
LE RAGIONI DELL’ISTINTO, È L’INIZIO DI UNA SERIE?
Immagino che questa storia abbia richiesto un doppio sforzo: da un lato quello sugli intrecci narrativi, dall'altro quello sulla costruzione e definizione dei personaggi. Idealmente si immagina che la storia plasmi i personaggi. È così anche nel caso di Le ragioni dell'istinto?
“Il giallo è un genere difficile: c'è l'arco narrativo dell'omicidio che deve durare il tempo di un volume, e poi c'è quello dei personaggi che deve avere un respiro ampio, seppur autoconclusivo. I personaggi si intrecciano lungo questi due fili, restituendo un bestiario di condizioni umane coerenti con la loro trasposizione animale. Ecco allora che nel libro un migrante berbero avrà le sembianze di un cammello battriano dal pelo nero vestito alla algerina e che una dirigente della prefettura, quelle di una donna calabrese alto-borghese che ama le borse Hermes. In questo modo i confini si sfaldano, i personaggi entrano sottopelle e la storia procede come in un normale noir.”
Se il tuo libro fosse una canzone, quale sarebbe?
“Te ne do due. La prima da usare come colonna sonora è Woodkid - The Golden Age, la seconda rappresenta lo stato d'animo di uno dei personaggi minori ed è Not like Us di Kendrick Lamar.”
Hai già storie che bollono in pentola in prospettiva futura?
“Bollono, sì, ma a fuoco basso. Spero di poter far tornare presto questi personaggi a vagare in Calabria tra palazzi signorili e paesaggi naturali, una regione segretamente ricca ma purtroppo ancora poco conosciuta.”