Lavoro e studio, per i giovani conta di più lo stipendio: il sondaggio di Elis tra oltre 1.300 studenti

Lavoro e studio, per i giovani conta di più lo stipendio: il sondaggio di Elis tra oltre 1.300 studenti

Lavoro e studio, per i giovani conta di più lo stipendio: il sondaggio di Elis tra oltre 1.300 studenti Photo Credit: agenziafotogramma.it


Secondo un'indagine Elis, per i ragazzi tra 14 e 18 anni il fattore economico è la priorità nella scelta del lavoro. Seguono equilibrio vita-lavoro e possibilità di carriera

SOLDI O PASSIONE, IL GRANDE DILEMMA DEI GIOVANI PER SCEGLIERE IL PERCORSO DI STUDI

Sembra una domanda fatta e rifatta, ma alla fine, soprattutto per i tempi attuali, diventa sempre più importante. I giovani ogni anno sono chiamati a scegliere un percorso di studi che gli permetta poi di trovare lavoro e lo scontro è sempre su quale sia quello che permette, una volta concluso di guadagnare bene senza rinunciare alle proprie passioni. A rispondere sono stati oltre 1.300 studenti tra i 14 e i 18 anni, coinvolti in un’indagine promossa da Elis, realtà no-profit attiva nella formazione. Il risultato principale sorprende solo in parte: per la maggioranza degli intervistati, il criterio determinante è il guadagno economico.

IL COMPENSO, FATTORE CHIAVE PER IL LAVORO

Il sondaggio è stato condotto durante l’anno scolastico appena concluso, nell’ambito del progetto "Role Model", iniziativa che ha portato professioniste di rilievo in aula per confrontarsi con gli studenti e aiutarli a orientarsi nel mondo del lavoro. In totale sono stati coinvolti 76 istituti scolastici, tra cui 51 scuole superiori e 25 scuole medie, e ben 1.337 ragazzi e ragazze hanno partecipato attivamente alle attività. Interpellati su cosa conti di più nella scelta del proprio futuro, il 31,7% dei giovani ha indicato il compenso come fattore chiave. Subito dopo, con il 30,6%, si colloca l’esigenza di un buon bilanciamento tra vita lavorativa e privata, segnale di una nuova sensibilità verso la qualità del tempo e il benessere personale. A seguire, il 23,8% ha dichiarato di puntare soprattutto sulla possibilità di fare carriera. In coda alle preferenze, invece, ci sono motivazioni di tipo valoriale: solo l’8,1% dei partecipanti ha indicato il desiderio di aiutare gli altri come priorità nella scelta del mestiere. Ancor meno peso sembra avere il prestigio sociale legato alla professione, importante solo per il 5,7% degli intervistati. Il progetto "Role Model", nato in collaborazione con Valore D, ha portato nelle scuole italiane 108 donne professioniste provenienti da 13 grandi aziende, tra cui Fincantieri, Saipem, Generali, Rai Way, Campari Group e Leonardo. Sono stati organizzati 128 incontri in tutta Italia, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni al mondo del lavoro e far loro conoscere le competenze oggi più richieste. Un altro obiettivo fondamentale del progetto è stato quello di promuovere la parità di genere, ancora lontana in molti settori lavorativi, specialmente in quelli tecnologici e scientifici. Attraverso il racconto di esperienze personali e professionali, le Role Model hanno cercato di trasmettere alle ragazze e ai ragazzi l’importanza di scegliere percorsi non condizionati da stereotipi di genere, e basati invece su interesse, capacità e ambizione.


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