
Lavoro, è record di occupati nel Mezzogiorno, boom anche degli over 50: superati i 10 milioni. Meloni esulta Photo Credit: AnsaFoto.it
12 settembre 2025, ore 15:30
Intanto, dalla pace fiscale selettiva all'Irpef più leggera per il ceto medio ma possibilmente anche l'Ires premiale e la detassazione dei premi di produttività: ecco le principali ipotesi sul tavolo della maggioranza in vista della manovra di bilancio
I dati sul lavoro nel secondo trimestre del 2025 segnano di nuovo una crescita netta del numero di occupati: di 226 mila unità (+0,9% in un anno). E per la prima volta sono più di 10 milioni gli occupati con più di 50 anni, un aumento di 96mila unità sul primo trimestre 2025 e di 422mila unità sullo stesso trimestre del 2024. Tanto che cala il lavoro “giovane”: il tasso di occupazione aumenta solo per gli individui di 50-64 anni (+2,0 punti) mentre rimane stabile per i 35-49enni e continua a ridursi per 15-34enni (-0,7 punti).
Sud
Ma la vera notizia positiva è sull’occupazione al Sud, dove si registra il dato più alto dal 2004, e per la prima volta viene superato il 50% della popolazione (50,1%). Il tasso era al 49,9% nel primo trimestre 2025 e al 49,3% nel secondo trimestre del 2024. Le persone occupate nel Mezzogiorno nel secondo trimestre 2025 sono state 6 milioni 549mila, il dato più alto dall'inizio delle serie storiche con 96mila occupati in più in un anno. Un risultato che fa gioire la premier Giorgia Meloni: “Ci accusavano di voler spaccare l’Italia, ma la verità è che abbiamo scelto di credere nelle energie, nel talento e nella forza del Sud. Abbiamo avuto il coraggio di dire basta alla stagione dell’assistenzialismo, che per troppo tempo ha alimentato l’idea di un Mezzogiorno condannato a restare indietro. La strada è giusta, e continueremo a percorrerla, per costruire finalmente un’Italia nella quale tutti abbiano le stesse opportunità”.
La manovra
Intanto, dalla pace fiscale selettiva all'Irpef più leggera per il ceto medio ma possibilmente anche l'Ires premiale e la detassazione dei premi di produttività. Le ipotesi sul tavolo in vista della MANOVRA di bilancio puntano a new entries e riconferme ma tutto sarà condizionato dalle risorse disponibili. Come di consueto, a quanto si apprende, le misure del 'pacchetto fiscale' potrebbero convergere in un decreto collegato alla Legge di Bilancio, inglobando eventualmente il ddl sulla pace fiscale in discussione in commissione Finanze al Senato. Presentato lo scorso 11 febbraio in Senato, il ddl con la rottamazione generalizzata delle cartelle in 120 rate uguali e senza interessi è ancora in discussione in commissione Finanze a Palazzo Madama. La presentazione degli emendamenti, attesa per oggi, è slittata al 22 settembre.
Maggioranza
Nel frattempo nella maggioranza e nel governo si ragiona all'ipotesi di interventi selettivi per i contribuenti realmente in difficoltà, estromettendo cosi recidivi e furbetti che pagavano solo la prima rata per bloccare fermi e pignoramenti. Si studia inoltre la possibilità di allineare il livello delle prime rate alle successive, rispetto alle ultime edizioni che prevedevano tranche al 10% del debito nei primi due versamenti e poi al 5%. Costi: una sanatoria generalizzata costerebbe oltre 5 miliardi di euro nel 2025, ma con le modifiche il conto scenderebbe. Il governo punta ad abbassare l'Irpef al ceto medio, portando l'aliquota intermedia dal 35% al 33% e cercando di ampliare lo scaglione ai redditi fino a 60mila euro. Costo totale dell'operazione 4 miliardi, ma potrebbe scendere a 2,5 miliardi se l'asticella si fermasse ai redditi fino a 50mila euro. Il governo in MANOVRA punta per lo meno a confermare l'agevolazione fiscale al 5% sui premi di produttività. La misura coinvolge più di 15.000 imprese per oltre 4 milioni di lavoratori.
La flat tax
La flat tax a 200mila euro per 15 anni per i Paperoni stranieri potrebbe essere vincolata agli investimenti nell'economia reale. In merito c'è una proposta del deputato leghista Giulio Centemero (Lega) per agganciarla sia agli investimenti che alla residenza. "Vedremo se si può fare, ma non su chi è già residente", ha risposto il vice ministro al Mef Maurizio Leo sul tema. Risorse permettendo, il governo punta alla riconferma dell'Ires premiale al 20% per le imprese che investono e assumono. L'incremento delle entrate erariali (+8,4 miliardi secondo l'ultimo bollettino Mef) e i risparmi di oltre 2,4 miliardi della spesa per interessi sul debito dovranno andare al taglio del deficit, con la realistica possibilità di anticipare il rientro sotto il 3% già quest'anno, invece che il prossimo, e quindi uscire dalla procedura Ue sui conti. In questo modo l'Italia entrerebbe tra i paesi 'virtuosi' che potrebbero derogare al nuovo target della spesa netta per gli investimenti in difesa e sicurezza.
Le coperture
Per le coperture della MANOVRA invece si potrebbe attingere dal gettito del concordato preventivo biennale che si è attestato intorno a 1,6 miliardi di euro, cifra che potrebbe quasi raddoppiare se il ravvedimento bis introdotto con l'ultimo dl fiscale sortisse i risultati sperati. L'Operazione si chiude il 30 settembre. La prima scadenza da segnare per i conti pubblici è il 22 settembre quando l'Istat pubblicherà i conti economici nazionali 2024: eventuali ritocchi potrebbero infatti impattare le previsioni di quest'anno. Entro fine mese è invece attesa la risoluzione del Parlamento sul documento programmatico di economia e finanza, mancando ancora all'appello la riforma della legge di contabilità. Prima di questo appuntamento però le opposizioni hanno chiesto che il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti vada in Aula a riferire sul quadro macro-economico. La nuova 'Nadef', il Documento programmatico di economia e finanza (Dpfp), sarà poi trasmessa alle Camere entro il 2 ottobre. La MANOVRA dovrebbe invece arrivare entro il 15 dello stesso mese.