Laura Boldrini a RTL 102.5: “Sempre più convinta sul no alle armi in Ucraina. Nessuna guerra si è mai risolta attraverso le armi"

Laura Boldrini a RTL 102.5: “Sempre più convinta sul no alle armi in Ucraina. Nessuna guerra si è mai risolta attraverso le armi"

Laura Boldrini a RTL 102.5: “Sempre più convinta sul no alle armi in Ucraina. Nessuna guerra si è mai risolta attraverso le armi"


L’Onorevole Laura Boldrini è stata ospite questa mattina durante “Non Stop News” con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro

L’onorevole Laura Boldrini è stata ospite questa mattina durante “Non Stop News” e ha parlato del suo libro “Meglio di ieri. La malattia e quell’inguaribile voglia di vivere”, della reazione sui social alla sua malattia e della situazione in Ucraina.

LAURA BOLDRINI E LA SITUAZIONE IN UCRAINA

Laura Boldrini è ancora del parere che le armi in Ucraina non dovrebbero essere inviate? “Sempre di più, dopo che vediamo le fosse comuni, dopo che siamo al corrente di queste torture, di questi massacri che vengono effettuati, penso che non sia attraverso le armi che si risolva questa guerra. Nessuna guerra si è risolta attraverso le armi ma sempre attraverso accordi politici. Penso che si debba fare più sforzi che mai per la trattativa che è rimasta sullo sfondo e che non può essere basata su accordi bilaterali di singoli capi di Stato verso Putin. Va fatto uno sforzo collegiale”, ha detto Laura Boldrini. “Tutti i leader mondali dovrebbero mettere il loro peso in questa trattativa, isolare Putin e offrire a chi è ancora con lui un’alternativa più interessante. Questo dovrebbe farlo l’Unione Europea che si è purtroppo trovata nell’invio di armi anziché nello sforzo che bisognerebbe fare per trovare una via d’uscita a questa situazione”.

“MEGLIO DI IERI. LA MALATTIA E QUELL’INGUARIBILE VOGLIA DI VIVERE”: IL LIBRO DI LAURA BOLDRINI EDITO DA PIEMME

Sto molto bene. Adesso ho superato la fase critica, l’operazione è andata bene, sono tornata alla vita normale dopo un paio di mesi”, ha detto Laura Boldrini, colpita da un condrosarcoma. “Ho cercato di riprendere in mano la mia vita perché non ho voluto dare troppo spazio alla malattia. Ho cercato di non consentire alla malattia di diventare centrale nella mia vita”.
Perché Laura Boldrini ha scritto questo libro? “Non era nei miei programmi scrivere questo libro, però poi quando la casa editrice mi ha proposto il progetto ci ho pensato su e ho capito che poteva essere utile per me per riordinare lo stato d’animo di quei mesi e che soprattutto poteva servire alle persone che vivevano la mia stessa condizione Intorno al tumore c’è ancora un tabu, uno stigma sociale, come se fosse una macchia indelebile, invece non è così”, ha raccontato la Boldrini. “Grazie alla prevenzione e alle terapie si guarisce ed è giusto che le persone possano reinserirsi senza pregiudizi e senza discriminazioni. Ad oggi queste discriminazioni esistono e l’Unione Europea e il Parlamento sono intervenuti su questo con una risoluzione per dire agli Stati Membri di legiferare in ambito di diritto all’oblio. Cioè, dopo dieci anni dalla guarigione, se una persona vuole fare una polizza assicurativa o aprire un conto in banca, non possono più fare calcoli del rischio, aspettative di vita sulla base di una guarigione che a tutti gli effetti esiste, quindi c’è una proposta di legge al Senato, di Paola Boldrini, e anche alla Camera abbiamo sottoscritto una mozione sullo stesso tema che ho firmato. Il diritto all’oblio per chi è guarito da malattie oncologiche. Non si può neanche adottare un bambino se si è stati malati di tumore, cosa che trovo inconciliabile con l’articolo 3 della nostra Costituzione che stabilisce il principio di uguaglianza”.
Nel libro viene raccontato un mese trascorso in ospedale nel pieno della pandemia e qualche aneddoto legato ai vicini di stanza. “Ho diviso la stanza con delle persone e ho visto come in questi momenti, quando ci si deve confrontare con la solitudine visto che con il covid non potevano entrare i famigliari, lo scenario diventa molto complesso nella mente delle persone”, ha detto Laura Boldrini. “Fare i conti con la paura non è semplice. Ho raccontato della vicina che voleva rinunciare all’operazione perché non se la sentiva ed era al telefono disperata, di un uomo che è stato nella stanza per qualche ora in attesa che ha trovato la voglia di fare battute sessiste quando era totalmente fuori luogo e poi racconto di una giovane ragazza di diciannove anni che doveva fare i conti con la prova della sua vita da sola, perché i genitori non potevano esserle vicino”.

LA REAZIONE SUI SOCIAL ALLA MALATTIA DI LAURA BOLDRINI

Come hanno reagito i social alla malattia di Laura Boldrini? “Sono stata operata in altre occasioni e c’erano stati messaggi terribili, tra cui auguri di morte. Un direttore di testata aveva esortato i suoi lettori ad augurarmi un male incurabile e che arrivasse il prima possibile, vi dico solo questo. In questa occasione il clima è un po’ cambiato, anche perché figure politiche come Salvini e Meloni hanno espresso solidarietà pubblicamente, questo a mio avviso hai influito molto sul livello del dibattito pubblico su questo tema”, ha raccontato l’onorevole Boldrini. “Ciò vuol dire che esiste una grande responsabilità da parte dei leader: quando usano un linguaggio giusto e di normale scambio, i loro seguaci seguono la stessa linea. Quando invece si cede all’odio, allora non c’è da meravigliarsi se anche altri cittadini fanno la stessa cosa. Questo prova con estrema chiarezza quanto sia importante che i leader politici non spingano sull’acceleratore della comunicazione feroce basata su messaggi sessisti, violenti”.



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