La messa d'insediamento di Leone XIV: "Io scelto senza meriti, la Chiesa sia unita". Poi l'appello alla pace

La messa d'insediamento di Leone XIV: "Io scelto senza meriti, la Chiesa sia unita". Poi l'appello alla pace

La messa d'insediamento di Leone XIV: "Io scelto senza meriti, la Chiesa sia unita". Poi l'appello alla pace Photo Credit: AgenziaFotogramma.it


Il pensiero a Gaza e all'Ucraina, davanti ai leader mondiali e a migliaia di persone. "La Chiesa apra le braccia al mondo, lievito di concordia" dice Prevost, che cita, più volte, Papa Francesco

Una messa fortemente simbolica e che ha visto un Prevost visibilmente commosso, in più di un’occasione: è quella d'insediamento, terminata intorno a mezzogiorno sul sagrato della Basilica di San Pietro, e che ha segnato l'inizio ufficiale del ministero del 267esimo Papa. Le letture in spagnolo e inglese, il Vangelo in latino e greco, poi il cuore della celebrazione, con il conferimento a Leone XIV dei simboli del pontificato: il pallio e l’anello del pescatore.


"CHIESA UNITA LIEVITO DI CONCORDIA"

Momenti segnati da lunghi applausi. Poi l’omelia. “Sono stato scelto senza alcun merito, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo, camminando con voi sulla via dell'amore di Dio” ha esordito Prevost, sottolineando la necessità di una Chiesa unita, che apra le braccia al mondo per diventare "lievito di concordia per l'umanità, fermento per un mondo riconciliato". "In questo nostro tempo" ha aggiunto Leone XIV "vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall'odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. Noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità".


L'APPELLO PER LA PACE

Un appello, quello alla concordia, arrivato anche nel corso del Regina Coeli, al termine della celebrazione. Il Pontefice ha ricordato un mondo a cui serve la pace. A Gaza, dove bambini, famiglie e anziani sono ridotti alla fame, così come in Ucraina, definita "martoriata", come era solito fare Papa Francesco, ricordato più volte con affetto. Infine il ringraziamento a tutti coloro che sono arrivati in Piazza San Pietro, stimati, al termine della messa, in duecentomila persone. E che alle 9 di questa mattina, prima dell'inizio dei riti, hanno avuto anche l'occasione di vedere Prevost nel suo primo giro in papamobile


L'INCONTRO CON LE DELEGAZIONI

Il Pontefice ha poi incontrato le 156 delegazioni arrivate da tutto il mondo. Oltre al Presidente della Repubblica Mattarella e alla Premier Giorgia Meloni, presenti infatti i leader internazionali, dai reali, come Felipe e Letizia di Spagna, ai rappresentanti politici, come la Presidente della Commissione europea von der Leyen e il neo cancelliere tedesco Merz. Non ha rinunciato ad esserci neanche il Presidente ucraino Zelensky, che oggi sarà ricevuto in udienza da Papa Leone. Incontro in Vaticano che potrebbe esserci, domani, anche con il vicepresidente americano JD Vance. Anche lui ha salutato il Pontefice all'interno della Basilica, insieme al Segretario di Stato americano Marco Rubio. E proprio incontrando la delegazione statunitense Papa Prevost ha rotto il protocollo e si è lasciato andare ad un abbraccio con un ospite speciale: il fratello maggiore Louis. 


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