La città di Bergamo ferita, il presidente dell'Atalanta Percassi: È una tragedia ma noi non molleremo

La città di Bergamo ferita, il presidente dell'Atalanta Percassi: È una tragedia ma noi non molleremo

La città di Bergamo ferita, il presidente dell'Atalanta Percassi: È una tragedia ma noi non molleremo


“È un nemico trasparente, ma nelle difficoltà ci si unisce; i bergamaschi sono generosi e abituati a lottare; grazie a tutti i medici”

Una città pazza per la sua squadra

Sembrava un anno così felice per Bergamo! La prima avventura dell’Atalanta in Champions League inorgogliva anche chi seguiva il calcio molto distrattamente. La città era rappresentata da una squadra capace di giocare molto bene, correre più degli altri, raggiungere risultati mai toccati prima. Bergamo ora è segnata da migliaia di lutti. Il dolore è vissuto con la consueta dignità, ma si sente, si percepisce.


L'ultima notte di festa

Ci sono una data e un luogo che fanno da spartiacque: mercoledì 19 febbraio, san Siro. Gara d’andata degli ottavi di finale di Champions, Atalanta-Valencia. I nerazzurri vincono, anzi stravincono 4-1. Sulle tribuna dello stadio Meazza ci sono più di 40mila bergamaschi: un terzo della città si è riversato a Milano, proprio nei giorni in cui il virus – silenzioso – iniziava a diffondersi. E’ stata una bomba biologica, tifosi ammassati allo stadio, ma anche in macchina, in pullman, in treno. Quello è stato l’ultimo momento felice. Ma il male era dietro l’angolo.

Parla il presidente

In questo momento così difficile, il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi ha parlato a RTL 102.5. Di calcio, ma soprattutto di altro. Ecco il botta e risposta:


- Presidente Percassi, da bergamasco come sta vivendo questa situazione?

Sto vivendo molto male quest'emergenza, è una tragedia incredibile. Questo è un virus che sta portando via la nostra generazione più bella. Noi come Atalanta abbiamo avuto otto casi di persone che lavoravano per la società, una situazione triste e difficile, che sta toccando in questo momento anche i giovani. Siamo di fronte ad una bomba sanitaria: c’è un nemico trasparente, sta diventando una guerra mondiale. Le immagini dei camion dell’esercito incolonnati fuori dal cimitero di Bergamo resteranno per sempre nei ricordi e nei cuori di tutti noi bergamaschi ed è qualcosa di straziante. 


- Nelle difficoltà ci si unisce ancora di più, e il legame tra l’Atalanta e i suoi tifosi è qualcosa di molto forte, no?

I bergamaschi anche in questa situazione hanno dimostrato la loro forza. Un legame quello speciale tra l’Atalanta e i nostri tifosi, che sono incredibili soprattutto nei momenti di difficoltà e lo dice la storia di tutti questi anni. C’è un alchimia speciale e mi auguro che ripensare a quanto conquistato dall’Atalanta in questi anni possa strappare a tutto il popolo che ci segue un sorriso in questi giorni difficili e tristi.   

- Di quanto fatto fino a oggi dall’Atalanta, che cosa l’ha emozionata di più?

Quanto fatto dall’Atalanta è stato un crescendo di emozioni: a giugno saranno 10 anni che con la mia famiglia siamo tornati all’Atalanta, 10 anni migliorandoci sempre, con la promozione in Serie A, 9 campionati consecutivi disputati nella massima Serie, dalla partecipazione all’Europa League fino ad essere tra le migliori 8 squadre della Champions League. L’emozione più forte risale alla qualificazione dei quarti di finale di Champions, l’immagine della squadra che ha dedicato a Bergamo ed ai bergamaschi una vittoria storica.  

- Chiudiamo con un pensiero per Bergamo e i bergamaschi 

Come popolo siamo abituati a non mollare, Bérghem mola mia, la gente bergamasca è tanto generosa ed è abituata a lottare. Inoltre come società vogliamo abbracciare tutti coloro che stanno soffrendo e rivolgere un immenso grazie ai medici, agli infermieri e tutti i volontari impegnati in prima linea per questa emergenza.


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