
L'ultimo saluto ad Alvaro Vitali, Carlo Verdone fa commuovere tutti. Ecco perché...
26 giugno 2025, ore 16:45
"Ogni 15 giorni c'era un suo messaggio, affettuoso, veramente un gran signore, mi ha raccontato tanti episodi, tanti aneddoti, di quell'epoca d'oro del cinema", ha commentato Verdone
Gli amici, quelli di sempre che non l'hanno mai abbandonato. In prima fila Carlo Verdone, che ha portato mesi fa Alvaro Vitali sul set della sua serie. E poi i fan, la gente comune. I parenti più stretti. Il funerale di Alvaro Vitali, la cui vita cambiò grazie all'incontro con Federico Fellini, si è svolto oggi nella chiesa di San Pancrazio a Monteverde Vecchio, uno dei quartieri della Capitale. Assente Lino Banfi, che però subito dopo la notizia della morte ha registrato un video per ricordare Vitali.
COME MAI I FUNERALI NON SONO STATI CELEBRATI NELLA CHIESA DEGLI ARTISTI?
Oltre 150 film, l'indimenticabile personaggio di Pierino (che si è portato dietro per una vita), ma anche tantissimi premi: perché i funerali di un attore del calibro di Alvaro Vitali non si sono svolti nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo a Roma? Vitali ha lavorato, nella sua lunga carriera, con Federico Fellini, Alberto Sordi, ma anche Dino Risi e Luigi Magni.
Quella di Pierino è stata una maschera del Novecento, come tante altre. Perché Alvaro è stato attore e caratterista, impegnato anche con grande talento nei film più seri.
LE CAUSE DELLA MORTE, IL RICORDO DI CARLO VERDONE
"Alvaro non è solo Pierino. E' Fellini. Cara persona e una biblioteca di aneddoti, ricordi di un cinema ormai lontano", ha commentato Carlo Verdone (uno dei pochi a non averlo mai abbandonato). Carlo era in prima fila. Addolorato, commosso. Il parroco, durante l'omelia, ha tuonato: "In vita gli è mancato il rispetto”. Una frase molto forte che, però, riassume quello che ha subito Vitali nel corso degli ultimi trent'anni, quando gran parte degli attori l'hanno dimenticato. Purtroppo.
Verdone, nel corso dei funerali, ha voluto lasciare a tutti un ricordo di Alvaro:
È stato un momento importante, perché mi riportava a quei tempi, mi riportava nei tempi migliori, non a quelli brutti come oggi, c'era tanta poesia, in tutto quello che faceva Fellini. E Alvaro era poesia.
Mi ha dato il suo volto, la sua amicizia, tanta professionalità anche se era in condizioni fisiche molto precarie. Devo dirgli grazie perché mi ha abbellito il racconto, gli ha dato un significato.
Ha recitato nel migliore dei modi dei monologhi molto toccanti e addirittura nel finale, un monologo sulla vita e sulla morte, e quel giorno non stava bene e francamente aveva fatto impressione un po' a tutti, ma lui diceva "Dai, dai, dai fammela fare, che te la chiudo" e alla fine con molta fatica è riuscito a concluderla.
Io l'ho ringraziato, gli ho detto "lo so quanto hai faticato", ma lui mi ha detto "ma lo dovevo fare, perché tu mi hai dato una grande opportunità" e io: "ma no, sei tu che l'hai data a me, ti ringrazio tanto.
Ogni 15 giorni c'era un suo messaggio, affettuoso, veramente un gran signore, mi ha raccontato tanti episodi, tanti aneddoti, di quell'epoca d'oro del cinema, oggi non so se c'è ancora il cinema, non lo so, forse sì, forse no, ma quello era grande cinema, e mi ha fatto ridere, mi ha fatto sorridere, anche pensare, era un uomo molto intelligente, molto, e questo mi ha molto colpito.
E profondamente buono, gli auguro un buon viaggio, ma come ha detto anche il sacerdote, sicuramente dell'armonia del tutto, uno sguardo benevolo nei nostri confronti lo avrà.
Il cinema è così, dopo un po' il momento del tramonto arriva per tutti e non riguarda solo personaggi come Alvaro, ma anche attori di alta fascia. La vita è così, bisogna anche prepararsi a momenti in cui ci si appanna, si scompare. Però l'importante è lasciare una testimonianza con dei film, interpretazioni, nobiltà d'animo. Lui era un gran signore, questa è la cosa che mi ha colpito.
LEGGI ANCHE - Alvaro Vitali muore a 75 anni, le complicazioni respiratorie e il malore improvviso