L’Ordine del Drago, il ritorno del Professor Montecchi in un thriller itinerante: le curiosità sul libro raccontate dall’autore, Gigi Paoli

L’Ordine del Drago, il ritorno del Professor Montecchi in un thriller itinerante: le curiosità sul libro raccontate dall’autore, Gigi Paoli

L’Ordine del Drago, il ritorno del Professor Montecchi in un thriller itinerante: le curiosità sul libro raccontate dall’autore, Gigi Paoli   Photo Credit: "L'Ordine del Drago" di Gigi Paoli, Giunti


23 agosto 2025, ore 09:00

Misteriosi omicidi, storie dal passato, scienza e geopolitica: questi gli ingredienti del thriller orchestrato da Gigi Paoli, che riportano in scena un personaggio apprezzato della scena narrativa contemporanea

L’arrivo del sabato apre le danze a quella che è l’immersione nel mondo della cultura su queste pagine. È in questo momento della settimana che partiamo alla scoperta delle storie più interessanti provenienti dal mondo dei libri, con approfondimenti dedicati alle novità più interessanti approdate di recente sugli scaffali.

Un focus “double-face”, considerando lo spazio dedicato della domenica e quello che invece, nel sabato, ci permette di confrontarci con autori e autrici freschi di pubblicazione. Come nel caso di “Piccoli miracoli sotto la pioggia” di Piero Meli, o ancora di “Questioni di famiglia” di Cinzia Pennati.

Oggi la lente d’ingrandimento finisce su “L’Ordine del Drago”, il romanzo firmato da Gigi Paoli e pubblicato da Giunti. E proprio con l’autore siamo andati dietro le quinte del libro a scoprirne i retroscena. Con un occhio anche puntato verso il futuro.

L’ORDINE DEL DRAGO, IL GIUSTO MIX DI SCIENZA, STORIA, E GEOPOLITICA

Ciao Gigi, lascio subito a te la parola per le presentazioni: cosa troviamo ne "L'Ordine del Drago"?

“È il terzo romanzo dedicato alle avventure del neuroscienziato di Verona, ma per metà francese, Piero Montecchi. Dopo i primi cinque libri dedicati al reporter fiorentino Carlo Alberto Marchi, era l’ora di fare un salto di qualità, o almeno di provarci. E così, se le storie di Marchi sono più ‘giallo tradizionale’, quelle di Montecchi sono più thriller di respiro anche internazionale, date le ambientazioni, e affrontano temi delicati, come i limiti della scienza o, nel caso de L’Ordine del Drago, i misteri della nostra storia anche recente, come la Guerra Fredda o Chernobyl. Storie complesse da cui sono nati segreti inconfessabili e misteri che resistono ancora oggi. Insomma, un viaggio nella storia oscura di ieri che però ha un legame diretto con l’oggi, con i problemi anche geopolitici di oggi. E in questo libro si va molto alla scoperta dell’est dell’Europa, partendo da Trieste, la porta dell’Italia proprio verso quel mondo pieno di misteri e oscurità. Perché si sa che, come dice un personaggio di questo libro, all’est bisogna stare attenti perché là il buio arriva prima.”

Nel tuo libro c'è un intreccio fitto di scienza, mito e geopolitica: com'è nato l'incrocio di questi argomenti anche idealmente distanti tra loro? E da quale sei partito (come principale, se ce n'è uno) per costruire la storia?

“Sono partito dalla storia, dalla Guerra Fredda, perché io sono un figlio della Guerra Fredda, della contrapposizione fra i due blocchi USA-URSS: il Muro di Berlino cade quando io ho 18 anni e quel tempo di grandi speranze e sogni poi svaniti mi ha segnato. Mi ha sempre affascinato quel periodo, carico di cose non dette e segreti, e così ho pensato di legare quel tempo alla storia, all'Ordine del Drago, che è un Ordine cavalleresco medievale vero, istituito alla fine del 1300 per fermare l'avanzata ottomana in Europa. Vi sono tante cose in questo libro, ma posso assicurare che le cose in esso contenute sono vere al 95% per quanto incredibili possano sembrare. La realtà, come dico spesso, è sempre molto più inquietante di quanto si possa inventare in un romanzo.”

A maggior ragione considerando le basi su cui poggia - il famoso "tratto da una storia vera" - quanto lavoro di ricerca è stato necessario per fare combaciare i vari pezzi, il 95% di realtà e il 5% di finzione, e per trovare così la giusta coerenza narrativa?

“La verità di quel che scrivo è per me fondamentale, per il rispetto dovuto al lettore che non sta leggendo una storia fantasy. Ed è anche frutto dei miei 15 anni da cronista di cronaca giudiziaria: scrivo solo quello di cui sono certo. E comunque per me costruire un romanzo è come costruire una casa: piano terra e primo piano sono veri, il secondo ha un po' di 'panna'. Il che non vuol dire inventare di sana pianta, ma creare uno scenario verosimile, plausibile, che possa essere considerato vero oppure no. Per questo, per la mia ricerca quasi maniacale della precisione dei dettagli, il mio lavoro di studio preparatorio è lungo e profondo, oltre al fatto che vado sempre a vedere con i miei occhi i luoghi di cui scrivo (come ho fatto qui per Trieste, Lubiana e la Transilvania), perché penso che il lettore si accorga se tu riporti nelle pagine l'emozione di qualcosa che hai visto davvero e non se lo hai visto su Google Earth. Credo che la differenza conti parecchio.”

UNA STORIA CHE CRESCE… E CRESCERÀ?

Con "L'Ordine del Drago" c'è un personaggio, quello del Prof. Montecchi protagonista delle vicende, che torna sulla scena dopo trascorsi narrativi affrontati nei precedenti libri che lo vedevano in primo piano. Quanta eredità hanno lasciato le storie passate, che ritroviamo all'interno di questo racconto?

“La storia personale del professor Montecchi si snoda su tre libri, che sono leggibili autonomamente ma se si parte dal primo si spiegano alcune cose e si capisce meglio il perché della vita di Montecchi: tipo la nascita del rapporto con la moglie poi scomparsa, il suo incidente da giovane paracadutista in Somalia, il rapporto col suo mentore. Sono tre libri che hanno il 'fil rouge' della vita personale del professore, ma si possono leggere singolarmente o a partire dal terzo e ripartire poi dal primo. Però un film al cinema è sempre meglio vederlo dall'inizio, no?”

Prima di tornare sul Prof Montecchi ti faccio una domanda "di rito": se il tuo libro fosse una canzone, quale sarebbe?

“My way Frank Sinatra (voliamo bassi…)”

Provando a non fare spoiler, dal finale libro mi sembra chiaro che ci sia già un progetto in cantiere per il prossimo futuro...

“Si, credo che continueremo su molte strade, anche perché Giunti, cui devo tutto, è contenta di continuare a pubblicare i miei romanzi e pure io lo sono, anche per il grande affetto che mi regalano ogni anno i miei lettori. Il futuro di Montecchi, di Marchi e di Paoli è felice e i limiti, come dice proprio Montecchi, sono fatti per essere superati. E io, per i miei lettori, cercherò sempre di spostare l'asticella un po' più in là. È difficile, lo so, ma sarà anche molto divertente.”


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