
L'omino con in baffi cambia abito, la BIaletti diventa azienda cinese, l'operazione si chiuderà a giugno Photo Credit: agenzia ipa
16 aprile 2025, ore 14:00
Dal 1952 la moka italiana per eccellenza aveva abbracciato il famoso marchio, adesso la produzione delle macchinette e di altri utensili passa di mano alla cinese Nuo
Ci sono poche cose italiane come la Bialetti , uno studio del 2010 ha calcolato che il 90% delle famiglie italiane possiede una caffettiera di sua produzione. L’Omino con i baffi adesso dovrà adattarsi. La fortuna de marchio cominciò nell'immediato dopoguerra, quando fu realizzato il nuovo modello di moka, che venne esposto alla Fiera di Milano nel 1948. Gli anni cinquanta videro l'azienda effettuare importanti investimenti in campo pubblicitario; e nel 1952 venne creato il celebre Omino coi baffi, disegnato da Paul Campani, che dal 1958 divenne protagonista negli spot Bialetti di Carosello. Nel 1955 venne siglato un accordo con la Nuova Faro di Omegna per la produzione di moka giocattolo.
Con la morte di Alfonso Bialetti, nel 1970, l'azienda fu totalmente gestita dal figlio Renato. Negli anni settanta, per la Bialetti cominciarono i primi segnali di crisi, dovuti al calo di vendite, per la concorrenza dei produttori di caffettiere economiche che si svilupparono in quel periodo. Poi vi furono vari cambi di proprietà.
La storia recente
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Bialetti, adesso è società società quotata su Euronext Milan e specializzata ancora nella produzione di caffettiere, ma anche di piccoli elettrodomestici e strumenti di cottura, ha reso noto che la cinese NUO Octagon ha siglato contratti con le società del presidente Francesco Ranzoni e con Sculptor Ristretto Investment per acquistare una partecipazione complessiva del 78,567% del capitale sociale di Bialetti, pari a 121.607.985 azioni ordinarie. Il closing dovrebbe intervenire entro la fine del mese di giugno 2025.In seguito al closing, l'acquirente sarà tenuto a promuovere un'offerta pubblica di acquisto (OPA) totalitaria sulle azioni di Bialetti quotate su Euronext Milan. In relazione al corrispettivo dell'OPA, l'acquirente prevede di offrire al mercato un corrispettivo che attualizzi il valore del vendor loan sulla base del principio del fair value di cui all'IFRS 13. Il corrispettivo sarebbe non inferiore a 0,467 euro per azione. In seguito alla chiusura dell'OPA, l'acquirente intende perseguire il delisting da Euronext Milan.
Si agirà sul rifinanziamento del debito
La compravendita si inserisce nell'ambito di una più ampia operazione legata al rifinanziamento dell'indebitamento di Bialetti. Viene previsto un finanziamento junior, di importo massimo pari a 30 milioni di euro, che sarà concesso da parte di illimity Bank e AMCO -queste ultime già parte dell'accordo di ristrutturazione - in favore di una società che sarà interamente controllata dall'acquirente (HoldCo) e che si prevede sia erogato mediante compensazione con una porzione di pari importo dell'indebitamento esistente di Bialetti nei confronti di Illimity e AMCO, previo accollo liberatorio in favore di Bialetti; un finanziamento senior, di importo massimo pari a 45 milioni di euro, che sarà concesso in favore di Bialetti da parte di un pool di istituzioni finanziarie guidate da Banco BPM.
Anche dopo il closing, il Gruppo beneficerà dell'apporto manageriale di Egidio Cozzi in qualità di Amministratore Delegato in continuità con la precedente gestione. "Oggi Bialetti è un'azienda più solida, forte di una visione strategica chiara e di un marchio riconosciuto a livello globale - ha detto Cozzi - Questo traguardo è il risultato di un impegno costante, della determinazione del nostro team e della fiducia riposta in noi dagli stakeholder. Con l'ingresso di NUO si apre un nuovo capitolo, ricco di opportunità: continueremo a investire in innovazione, internazionalizzazione e autenticità, mantenendo sempre al centro la passione per il caffè e l'eccellenza del made in Italy".
La nuova proprietà
"Bialetti - ha dichiarato Tommaso Paoli, CEO di NUO - rappresenta una sfida significativa e bellissima per noi, ponendoci di fronte a nuovi obiettivi di crescita per un marchio storico della cultura e della tradizione italiana. Siamo nati a Milano e dal 2016 abbiamo investito oltre 400 milioni di euro di capitali privati nel made in Italy, in aziende che oggi possono contare su nuovi modelli organizzativi e gestionali, sempre più aperte ai mercati internazionali, mantenendo indipendenza e identità proprie. Siamo entusiasti di mettere al servizio di uno dei brand più significativi del nostro Paese le risorse e le competenze necessarie per una nuova fase di sviluppo di Bialetti e del nostro territorio".