L’Intelligenza artificiale trasforma i terremoti in musica, il progetto dell’INGV e del compositore Filippo Gregoretti

L’Intelligenza artificiale trasforma i terremoti in musica, il progetto dell’INGV e del compositore Filippo Gregoretti Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it
19 maggio 2025, ore 08:00
Si chiama “Matra – Il canto del pianeta”, si tratta di un progetto visionario che trasforma i tremori profondi della Terra in una melodia.
Si chiama “Matra – Il canto del pianeta” ed è un progetto che ha come intento quello di unire la scienza dei terremoti con il linguaggio universale della musica. Un progetto all’avanguardia che nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Filippo Gregoretti, un artista, compositore e pioniere della creatività digitale. L’intento è quello di creare un'opera che riesca a trasformare i dati sismici in note musicali per trasformare una delle paure del mondo in una sinfonia. L’esperimento nasce attraverso l’intelligenza artificiale.
Un modo di dialogare con la terra
Non si tratta solo di un esperimento estetico, ma di un modo di dialogare con la Terra. I tracciati dei sismogrammi (ovvero gli strumenti fondamentali per lo studio dei terremoti) infatti, vengono reinterpretati dall'intelligenza artificiale artistica chiamata Amrita e sviluppata dallo stesso Filippo Gregoretti. Il risultato è quello di aver creato un’opera audiovisiva intelligente, sempre in evoluzione, usando il respiro del pianeta, interpretandolo per dare vita ad armonia e immagini.
L’autore
“Penso che la rivoluzione dell’intelligenza artificiale sia inevitabile, ma può essere influenzata. Possiamo appropriarcene e renderla uno strumento di crescita, non solo materiale,” ha detto Filippo Gregoretti che ha scritto gli algoritmi che hanno dato vita a queste opere uniche e irripetibili. “Sono algoritmi che apprendono mentre creano, capaci di adattarsi a una situazione creativa permanente” ha aggiunto.
Un opera sempre diversa
Il flusso di dati che l’autore di “Matra – Il canto del pianeta” ha restituito qualcosa di unico, un flusso audiovisivo vivo, che si rinnova costantemente, senza mai ripetersi. In pratica, secondo l’autore, una creatività che non si esaurisce perché non è vincolata alla staticità delle macchine che la ospitano. “Trascende la caducità dell’hardware creando un discorso artistico che evolve insieme alla sua fonte d’ispirazione: il pianeta stesso” ha detto Filippo Gregoretti.
L’ispirazione dai videogiochi
Una visione che nasce negli anni ’80 dall’incontro tra passione per l’informatica, la musica e le arti visive, di Filippo Gregoretti, ma soprattutto da mondi apparentemente distanti, come i videogiochi. Dopo aver trascorso un lungo periodo tra Europa e Asia per portare avanti i suoi studi e portali dedicati all’arte digitale, nel 2019 il musicista ha dato forma compiuta ad Amrita. “Non è un’intelligenza addestrata per un compito specifico, ma un’entità che apprende nel tempo, lasciando spazio alla sorpresa e alla scoperta” ha spiegato Gregoretti. Matra, secondo le intenzioni dell’autore, è un’esperienza immersiva che mette in relazione natura, tecnologia e sensibilità umana. Non solo una nuova forma d’arte.