Inghilterra, addio ai lavoretti per imparare l’inglese. Ecco le nuove regole sull’immigrazione

Inghilterra, addio ai lavoretti per imparare l’inglese. Ecco le nuove regole sull’immigrazione Photo Credit: agenziafotogramma.it
12 maggio 2025, ore 12:53
Il governo laburista annuncia una stretta sugli ingressi: entrerà chi ha una laurea e parla già inglese fluentemente
Una stretta destinata a fare discutere, quella annunciata oggi da Keir Starmer, premier britannico, intenzionato a limitare fortemente gli ingressi nel Regno Unito. Nei decenni passati tanti giovani (italiani e non) si sono trasferiti in Inghilterra per brevi periodi – i mesi estivi, ad esempio – cercando di unire l’utile al dilettevole: un’esperienza all’estero per mettere da parte qualcosa in termini di risparmi, migliorare l’inglese e vivere un periodo formativo diverso dagli altri. A partire dalle prossime settimane non sarà più semplice accedere a questa possibilità.
Le nuove regole
Per poter stabilirsi nel Paese della Brexit per un certo periodo, infatti, sarà necessario dimostrare di saper scrivere e parlare fluentemente la lingua britannica e avere almeno una laurea. Al centro della stretta, dunque, non solo l’immigrazione illegale ma soprattutto quella regolare (che rappresenta la quota maggiore dei flussi in ingresso). L’idea che muove le scelte dell’esecutivo inglese è semplice: rendere l’accesso nel Paese un privilegio guadagnato, non un diritto.
Già oggi per accedere in Inghilterra e soggiornare lavorando sono necessari alcuni requisiti specifici. Dopo la Brexit, infatti, per avere un visto lavorativo occorreva una “sponsorship” da parte del datore di lavoro (in sintesi, il pagamento di una ingente quota in denaro) ed era obbligatorio ricevere una retribuzione annuale minima di 35mila euro. Tra gli obiettivi di questa stretta, il tentativo di far tornare operativi circa 9 milioni di residenti inglesi che risultano economicamente attivi, ma che non lavorano né cercano un lavoro (grazie a politiche assistenzialistiche adottate dalle precedenti amministrazioni).
La stretta
Nel corso della conferenza stampa di presentazione delle nuove misure è stato lo stesso premier inglese a illustrare il piano del governo. La promessa è “riprendere finalmente il controllo dei confini della Gran Bretagna”. “Tutti gli aspetti del sistema di immigrazione, compresi quelli relativi al lavoro, al ricongiungimento familiare e ai visti di studio, saranno rafforzati in modo da poterli controllare meglio", ha aggiunto Starmer.
L’idea che muove il governo inglese è gestire i flussi in ingresso sulla base delle esigenze produttive nazionali, puntando sulla selezione di alcune categorie specifiche di migranti. “Il caos del governo precedente – prosegue Starmer – ha anche cambiato la natura dell’immigrazione in questo Paese con meno persone che danno un forte contributo economico, più persone che lavorano in settori della nostra economia che esercitano una pressione al ribasso sui salari […] Creeremo un sistema migratorio controllato, selettivo ed equo”.
Non sono mancate, nel corso della conferenza stampa, anche alcune frecciatine nei confronti del partito laburista, in particolare contro tutti coloro i quali pensano che "controllare l'immigrazione significhi frenare una sorta di libertà naturale piuttosto che una responsabilità fondamentale e ragionevole del governo". Questo, ha detto il premier, "ha confuso il nostro modo di pensare", ma "finisce ora".