Il turismo in Italia subirà un forte calo a causa del coronavirus

Il turismo in Italia subirà un forte calo a causa del coronavirus

Il turismo in Italia subirà un forte calo a causa del coronavirus


L’impatto sul settore economico e culturale avrà una portata consistente andando ad intaccare i periodi stagionali di alto turismo

Il turismo, in Italia, è sempre stata una componente fondamentale dal punto di vista economico. In molti ci hanno, da sempre, definito il paese più bello del mondo, il paese delle meraviglie ricco di opere d’arte situate su tutto il territorio. La bellezza di Roma, l’eleganza di Firenze, l’ecletticità di Milano e la magia di Napoli sono solo alcuni degli esempi che potremmo fare in riferimento al patrimonio artistico e culturale italiano. La crisi finanziaria del 2008 ha portato ad una diminuzione del turismo sul territorio italiano fino al 2014, mentre il turismo straniero in Italia è aumentato notevolmente: dal 2017, infatti, rappresenta il 50,5% delle presenze totali. Il turismo è sempre stato caratterizzato da una forte stagionalità: gli italiani viaggiano di più in estate, in particolare ad agosto, gli stranieri viaggiano di più nel corso dell’anno, soprattutto a maggio, con un picco a luglio. Il coronavirus si colloca in questo scenario andando a diminuire le percentuali e portando, di conseguenza, ad una flessione della curva del turismo verso il basso nella sua complessità (arte, siti storici, compagnie aeree, crociere etc.). Si è prevista una perdita di 29 miliardi di introiti.

L’impatto sul settore culturale: musei vuoti e opere dimenticate

Il turismo in Italia alimenta la cultura: le opere d’arte attirano visitatori e senza visitatori le opere d’arte smettono di esistere. Molto spesso si dice che l’opera prende vita nell’esatto momento in cui qualcuno la osserva e che quindi sia dotata di un’infinità di vite diverse. Se, dal punto di vista immateriale, la pandemia potrebbe essere uno spunto di riflessione per valorizzare maggiormente la cultura, dal punto di vista materiale, dunque economico, il virus ha messo in ginocchio il settore che rappresenta il 13% del nostro PIL. Non ci sono più turisti e non siamo in grado di capire quando torneranno numerosi a riversarsi nelle gallerie d’arte italiane: le guide turistiche ricevono ogni giorno numerose disdette e cancellazioni per in prossimi mesi.

Le compagnie aeree: cancellazioni e rimborsi

Uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus è, sicuramente, quello del trasporto aereo che ha un ruolo chiave nel turismo italiano ed internazionale. La pandemia, infatti, ha portato ad una forte decrescita dei voli, pari al 54%, nella settimana dal 9 al 15 marzo. Le stime prevedono una perdita complessiva pari a cento milioni di passeggeri, in questa prima parte dell’anno. La situazione, inoltre, non sembra poter migliorare nel breve termine considerando i divieti di viaggio e volo che i vari Paesi, seppur colpiti in misura minore dal virus, stanno adottando per limitare gli spostamenti e, dunque, i contagi. Tutto ciò avrà un impatto sul turismo italiano, vista la forte componente straniera, e i danni economici potrebbero essere ingenti. Inoltre, nelle varie compagnie aeree, è stata adottata una politica di rimborso e la possibilità di ottenere un volo alternativo per tutti coloro “destinatari di un provvedimento di divieto di allontanamento nelle aree interessate al contagio”. In Italia, tali aree si estendono su tutto il territorio. La maggior parte delle compagnie hanno sospeso i voli per l’Italia fino ad aprile, tra cui Ryanair, Air France ed EasyJet.

Le crociere vengono sospese

Un altro settore in difficoltà è quello delle crociere: molte navi sono state rifiutate nei porti, altrettante hanno rilevato casi di contagio a bordo e alcune compagnie hanno sospeso la propria attività come Costa Crociere (prevedendo anche i rimborsi annessi per chi aveva già pianificato il proprio viaggio). La decisione è stata presa di seguito ad una serie di vicende, di cui quella più conosciuta riguarda la Diamond Princess, nave rimasta ormeggiata nel porto di Yokohama in Giappone per un mese visto il contagio da coronavirus di circa 700 passeggeri.




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