Il sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5: “Provato dall'inchiesta, non è piacevole. Possono esserci stati errori, ma rivendico gran parte delle operazioni edilizie a Milano”

Il sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5: “Provato dall'inchiesta, non è piacevole. Possono esserci stati errori, ma rivendico gran parte delle operazioni edilizie a Milano”

Il sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5: “Provato dall'inchiesta, non è piacevole. Possono esserci stati errori, ma rivendico gran parte delle operazioni edilizie a Milano” Photo Credit: ANSA/MATTEO CORNER


Beppe Sala, sindaco di Milano, interviene su RTL 102.5 all’interno di Non Stop News

Beppe Sala, sindaco di Milano, interviene su RTL 102.5 all’interno di Non Stop News, per commentare, insieme a Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Ludovica Marafini, i principali temi di attualità e le ultimissime notizie.


L’INCHIESTA URBANISTICA DI MILANO

«Sono un po’ provato, non è piacevole questa situazione, ma alla fine la passione e la voglia di lavorare prevalgono. Per cui, andiamo avanti con intensità. Io ho saputo di essere indagato alle 10 di sera con una telefonata del direttore del Corriere della Sera, in cui mi avvisava che domani avrebbero scritto la notizia. È evidente che qualcuno l’ha detto ai giornalisti. Questa, purtroppo, non è una situazione originale, capita sempre: è qualcosa che, a mio avviso, in un paese democratico non va assolutamente bene però vedo che lo si accetta. Al di là dell’amarezza, le cose stanno così».


IL SISTEMA MILANO

«C’è una definizione inglese, che i mezzi di comunicazione conoscono bene, che è “mainstream”, cioè la corrente principale convenzionale. Si passa dal magnificare il “Modello Milano”, in cui è tutto perfetto, a renderlo il “Sistema Milano”. Queste cose non servono e non corrispondono alla realtà, assolutamente. Chi fa per definizione sbaglia, però io continuo a dirlo: se noi prendessimo qualsiasi milanese e lo portassimo in giro per la città a vedere com’è oggi ogni singolo quartiere, con le fotografie in mano di vent’anni fa, alla domanda “Milano è migliorata?”, la risposta è “Sì, Milano è migliorata”. Poi la giustizia farà il sui corso e ci mancherebbe altro, però non possiamo buttare tutto via. Alla fine, Milano ha fatto un percorso ed è l’unica città internazionale italiana ad essersi sviluppata così, anche attraverso possibili errori, ma buttare via tutto mi sembra una cosa profondamente sbagliata».


LA SCELTA DI ANDARE AVANTI E NON DIMETTERSI

«Ci sta tutto, ma alla fine prevale una cosa: il senso del dovere. Ho 67 anni, ho fatto tante cose nella vita, non è che continuo a coltivare l’ambizione. Guardo al futuro con disincanto, non ho bisogni da soddisfare, tranne il senso del dovere. Credo che Milano abbia ancora bisogno, poi torneremo dalle vacanze, per chi riesce a farle, a settembre, quando mancheranno 18 mesi. Vediamo di farli al meglio possibile. Io vi garantisco, l’ho fatto solo per senso del dovere, non sono un tipo che molla. Per chi si ricorda l’Expo, non è che è stata una passeggiata di primavera con 5 anni di preparazione. E poi tante volte i problemi finiscono in nulla, io so cosa ho sofferto, ma bisogna anche saper resistere in certi momenti».


IL COMMENTO DI GIORGIA MELONI: “UN AVVISO DI GARANZIA NON PUÒ PORTARE ALLE DIMISSIONI”

«Sono parole che mi hanno fatto piacere, sono parole corrette. È chiaro che non possiamo essere legalitari e corretti a corrente alternata. Nel mio caos, tra l’altro, il gip ha negato che io abbia fatto induzione, quindi pressione, per approvare delle cose. Rimane un’accusa, ovvero che ho firmato la nomina della commissione del paesaggio. Ora vi spiego come funziona: quando si fa un bando pubblico, perché di questo si tratta, a volte ci vengono segnalati dall’Associazione degli Architetti o da altri, una commissione del Comune, con dirigenti del Comune, sceglie in base a una valutazione tecnica i componenti di questa commissione e il sindaco firma. Ma cosa pensiamo? Che il sindaco, che non fa questo lavoro, sia andato a fare un’analisi uno per uno dei componenti? Firma. La giustizia farà il suo corso e ci mancherebbe altro, però per dare una dimensione delle cose, stiamo parlando di questo: io ho firmato rispetto a una proposta che mi è stata fatta da una commissione che ci ha lavorato nei mesi. Di questo stiamo parlando».


IL TEMA DELLE MASSICCE SPECULAZIONI EDILIZIE

«Io non sto dicendo che se ci sono state delle “massicce speculazioni edilizie” sono state fatte a mia insaputa perché un sindaco non può controllare tutto. Sarebbe deresponsabilizzante, non mi permetto di dire questo. Io dico che a Milano possono esserci state operazioni non corrette, ma che nella stragrande maggioranza, le operazioni immobiliari che sono state fatte hanno un senso. Anzi, le rivendico. È inutile che mi nasconda dietro a un dito, è inutile che dica che non me ne sono accorto. Milano, secondo me, è meglio di anni fa e alcuni errori ci possono stare. Ma se il tema è “Per non sbagliare, stiamo fermi e lasciamo le realtà come sono”, non è, credo, il motivo per il quale i milanesi mi hanno eletto. Se ci sono errori la colpa è mia, poi vediamo la forma della colpa».


IL TEMA DELL’INCONTROLLATA ESPANSIONE EDILIZIA

«Io non invado lo spazio dei giudici, ma che un giudice dia un giudizio politico, mi sembra alquanto bizzarro. Se tu costruisci in orizzontale, consumi suolo; se tu costruisci in verticale, tu consumi di meno. Se adesso, è venuta tutta di colpo la paura dei grattacieli, io mi dissocio. Probabilmente io e chi è venuto prima di me, siamo stati tutti dei sindaci sbagliati. Adesso abbiamo paura dei grattacieli? No perché va bene il concetto del mainstream, però anche senza esagerazione. Il problema è che qui sono diventati tutti analisti, tutti ti dicono cosa non va e non ce n’è uno che riesce a fare una proposta seria. Milano è stata attrattiva per aziende, studenti, turismo… Ce lo siamo dimenticati? Perché il punto vero è che quando io sono diventato sindaco, ho capito che Milano sarebbe entrata in una fase di crisi a livello industriale, perché le grandi aziende non c’erano più. Dove si trovava lavoro? Aumentando il turismo, facendo crescere le nostre università, attraendo investimenti stranieri. E questi cosa vogliono? Vogliono spazi, vogliono uffici, vogliono case. Io non posso che dire così e non mi nascondo dietro un dito. Se poi il giudizio del mio operato sarà negativo, sarà negativo. Ma da questo punto di vista non posso dire che preferisco la Milano di prima, assolutamente no. Solo un palazzo su trecento interventi è stato costruito in un cortile. Solo uno. È stato un errore, certamente. Uno su trecento. Ma anche qui, non possiamo fare di tutta l’erba un fascio, non possiamo buttare via tutto. Uno su trecento, perché il resto è lì da vedere».


IL RISCHIO CHE L’INDAGINE FERMI LA PROGETTUALITÀ

«Il rischio c’è senz’altro, però è chiaro che la giustizia fa il suo corso, quindi ognuno ha il suo ruolo. È evidente che noi avevamo grandi opportunità e grandi sviluppi che in questo momento sono un po’ rallentati. In questo momento mi preoccupo più per quelle persone che hanno versato un anticipo per i loro appartamenti e le cui costruzioni sono ferme, piuttosto che altre grandi iniziative».


IL TEMA DEGLI APPARTAMENTI BLOCCATI PER PRESUNTO ABUSIVISMO

«Ho incontrato le famiglie venerdì. Mi sento di dire quello che ha detto il Presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia. Facciamo un tavolo in cui ci mettiamo tutti i protagonisti, perché famiglie e Comune da solo non possono risolvere tutti i problemi, ci devono essere anche i costruttori. L’accordo deve essere siglato dalla Procura e se ne viene fuori se ognuno fa la propria parte. Io ripeto, noi ci stiamo lavorando con la nostra avvocatura, venerdì li ho ricevuti, oggi sono ancora qui a lavorare e ho una riunione anche su questo tema. Però c’è bisogno che tutti ci diamo una mano, perché, mi spiace moltissimo, ma è chiaro che ci sono due tematiche diverse: quelli che hanno versato soldi per appartamenti su costruzione che non sono ancora partiti e quelli che invece sono capitati nel malaugurato caso di costruzioni che sono a metà e oggi sono bloccate, che è un po’ più complesso. L’ipotesi di sospendere le rate dei mutui ci sta, per questo dicevo che al tavolo devono partecipare i costruttori. Il dialogo con i costruttori è sempre attivo, ma è chiaro che è un tema che non si risolve tra cittadini e Comune soli».


UN POSSIBILE PARALLELISMO CON IL CASO TOTI

«Nonostante il parallelismo, d’altro canto il doppiopesismo non riguarda me. Io Toti lo conosco bene da anni e non mi sono mai permesso di dire una parola critica rispetto al suo operato. Ce ne sono tanti che invece lo fanno, da una parte e dall’altra. Alla minima occasione la politica fa così: sfrutta l’occasione per prendersela con gli altri. In Consiglio Comunale ho detto a tutti i consiglieri che con questa situazione fanno tutti i fenomeni, ma oggi tocca a me e domani a te. In realtà è un discorso più ampio, di funzionamento della politica e del rapporto con la giustizia, che va affrontato. Rispetto a Toti non mi sono mai permesso di dire una parola negativa».


MILANO CORTINA 2026

«Sui lavori direi che siamo apposto. Per quanto riguarda Milano, le grandi realizzazione sono due: il villaggio olimpico e il nuovo palazzetto di Santa Giulia. Le ho visitate recentemente entrambe e siamo apposto, quindi non vedo un problema. Sarà un bel momento per i milanesi e devo dire che uno dei motivi che mi fa tenere duro è che se le Olimpiadi le abbiamo portate a casa, io mi prendo il merito insieme a Malagò di essere stato il primo fautore di questa iniziativa. Io e Malagò abbiamo cominciato a parlare con l’ex Presidente del CIO, poi si è allargato il cerchio ed è entrato Zaia e Fontana è stato eletto. Però, per me, le Olimpiadi sono qualcosa a cui sono molto attento».


STADIO SAN SIRO PER INTER E MILAN

«Adesso vedremo a settembre cosa succede. Noi dobbiamo passare per il Consiglio Comunale, perché le transazioni che riguardano delle proprietà pubbliche, vanno approvate dal Consiglio. Quello di San Siro è uno dei miei obiettivi, non è il più importante, ci mancherebbe altro. Però, per dignità anche personale ci sto lavorando da parecchi anni: prima abbiamo pensato a una cessione in affitto, poi abbiamo approvato la via della ristrutturazione, adesso siamo alla vendita. Per dignità personale voglio portare avanti questa iniziativa, ma deve passare dal Consiglio. Ripeto, dal mio punto di vista voglio avere la coscienza apposto e fare il mio lavoro fino alla fine, poi vedremo se la politica seguirà questa via. Quello che io noto, essendo una persona che ha sempre viaggiato per il mondo ed essendo ancora oggi curioso di quello che succede nel mondo, le grandi città normalmente hanno stadi nuovi e San Siro non è nuovo. Qui mi fermo perché so che sarà motivo di polemiche e torniamo al punto che la contemporaneità deve spingere al cambiamento e Milano è una città del cambiamento. Quindi io voto a favore in Consiglio Comunale, perché voterò anche io e poi vedremo quello che succede».


LE ASPETTATIVE DI SALA SULL’INCHIESTA

«Io spero che questa vicenda vada a finire bene, perché gli elementi di accusa in generale non sono fortissimi, ma nessuno di noi sa quello che la Procura farà, quindi bisogna portare rispetto per il lavoro degli altri. Io spero che finisca bene e spero che alla fine i miei 11 anni siano ricordati come anni in cui Milano è migliorata, poi su queste cose, come ben sapete, non tutti sono d’accordo. È chiaro che stiamo vivendo dei problemi della contemporaneità e le ingiustizie sociali sono profondo, come in tutte le grandi città, ma si tratta di trovare soluzioni, non di continuare a citare problemi. Questo è il punto su cui io torno ad insistere».


LE VACANZE

«I “vecchi” come me, sognano un mondo pre-social media da certi punti di vista, anche se poi io stesso li uso, è evidente. Si lavora ancora questa settimana e poi spero di riuscire a staccare».



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