Il Sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5, Milano-Cortina: “Con dazi rischio di andare gambe all’aria”

Il Sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5, Milano-Cortina: “Con dazi rischio di andare gambe all’aria”

Il Sindaco di Milano Beppe Sala a RTL 102.5, Milano-Cortina: “Con dazi rischio di andare gambe all’aria”   Photo Credit: Agenzia Fotogramma


08 aprile 2025, ore 11:00 , agg. alle 13:16

Beppe Sala, sindaco di Milano, interviene su RTL 102.5 in "Beppe Sala a tutto campo", la nuova rubrica della prima radiovisione d’Italia per commentare i principali temi di attualità. Ogni mese, all’interno di “Non Stop News”, il sindaco di Milano affronterà insieme a Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro, le ultimissime notizie.

LA SITUAZIONE DEI DAZI E CONTRO-DAZI

«Noi siamo alleati storici degli Stati Uniti però, insomma, adesso c’è un clan al comando che ci dà dei “parassiti”. A parte che in politica se ne dice di ogni e il giorno dopo tutti amici, a me, dopo quarant’ani che lavoro, farmi dare dei “parassiti” un po’ mi girano. Detto ciò, io credo che vadano restituiti subito, perché qui si parla tanto di trattative, ma per fare delle trattative a livello internazionale, bisogna anche sapere come vanno impostate. Io, non me la voglio tirare, ma ne ho fatte in tutto il mondo: in Cina, in America, in Sud America… Per esempio i cinesi tirano lungo, non dicono mai di no e sono delle trattative infinite. Con gli americani, invece, c’è proprio una regola perché lì è proprio un rapporto di forza: non ti devi sedere al tavolo in posizione di debolezza, quindi prima restituisci e dopo a quel punto tratti. Ci sarà da trattare, ma un segnale di forza l’Europa lo deve dare».

IL POSSIBILE INCONTRO FRA TRUMP E MELONI

«Tutto è utile, però la risposta deve essere europea. Se noi italiani pensiamo di avere la forza per giocare la nostra partita, credo che ci sbagliamo di grosso».

APRIRSI A NUOVI MERCATI

«Non è un’opportunità sfruttare i dazi, come qualcuno al Governo dice. In secondo luogo, non è che si tratta di aprirsi a nuovi mercati, perché i mercati ci sono già, bisogna insistere di più su mercati che possono dare più garanzie. Quello che sta succedendo, da quello che capisco, al Salone del Mobile, come partecipazione di imprese, per esempio va in questa direzione: il mercato asiatico, in generale, per il design è molto importante quindi gli operatori stanno pensando a questo, non a rinunciare completamente al mercato americano, ma a spostare il loro interesse verso il mercato asiatico. Nuovi mercati al momento non se ne vedono, bisogna consolidare quelli che funzionano».

CONTRO-DAZI

«Con la prima battuta non si va da nessuna parte, bisogna avere la lucidità di guardare un po’ nel lungo termine e per vincere questa partita bisogna confrontarsi come sistema Europa con gli Stati Uniti. Per lo meno, io la penso così».

LA MILANO DESIGN WEEK

«Ci aspettiamo 800.000 persone, che sono veramente tante quindi è chiaro che è anche un fastidio per i milanesi, ci mancherebbe altro. Invito tutti, come prima regola, a cercare di lasciare a casa la macchina in questi giorni. Questa settimana porta tantissimo lavoro e noi siamo riusciti per miracolo nei tempi a mettere insieme un salone e un fuori salone che vivono se l’altro collabora e c’è: il fuori salone senza il salone non esiste, ma ormai il salone senza il fuori salone farebbe fatica a funzionare. Al salone entrano tra le 300.000 e le 350.000 persone, ma siccome ne arrivano 800.000 accettiamo anche che qualcuno viene, non va al salone ma si gode Milano e ci porta un po’ di lavoro».

LA QUESTIONE SALVA MILANO

«Il Salva Milano si è arenato non tanto per l’inchiesta, ma perché se vuoi fare una norma e il Parlamento discute per 12 mesi, nella realtà non vuoi farla. Questa è la verità. Per cui io già da qualche settimana prima, dicevo ai miei “Guardate che non andiamo da nessuna parte”. Certamente tornerà alla Camera, poi tornerà al Senato e non se ne arriva a una. Detto ciò, noi abbiamo incontrato settimana scorsa i costruttori e ancora prima questi poveri “diavoli” che hanno già messo dei soldi. In questo momento stiamo favorendo un contratto tra costruttori e Procura, perché non siamo noi a dire ai costruttori “Guardate che ci dovete dare di più”, anzi, noi stiamo dicendo “Il contratto con il Comune è ancora valido”, tanto è vero che siamo in un percorso giudiziale anche con la Procura, ma se questo aiuta, ben venga. Quindi, da un lato vogliamo dare questa disponibilità e anche l’esempio, dall’altro lato non chiamatelo “Salva Milano” o chiamatelo come volete, ma delle regole urbanistiche che si basano su una legge del 1942 non possono funzionare, quindi il Parlamento una soluzione deve trovarla. Certo, in questo momento la preoccupazione per le tante famiglie che hanno già dato un anticipo e che stanno aspettando una casa. Questa è la cosa principale e su cui stiamo cercando di trovare una via con la Procura».

IL REMIGRATION SUMMIT DEL 17 MAGGIO

«Non c’è un problema di immigration e remigration, c’è da capire come sui gestisce questo fenomeno che è inevitabile. Tutte le volte che si colora di bianco o di nero, temi epocali, come questo, si fa un errore. Ma poi “remigration”: io ricordo sempre la campagna elettorale di Matteo Salvini quando disse “Manderemo a casa 600.00 immigrati irregolari”. Il nostro Paese ne “manda a casa” 5.000 all’anno, ci vorrebbe qualche secolo, quindi sono solo slogan e non ne posso più di questi dibattiti così vuoti, affrontiamo il tema. Non sono lì a dire che non ci devono essere regole sull’immigrazione, anzi, non mi sono mai permesso di dire che per un clandestino che reitera un reato, non dobbiamo trovare le formule per rimandarlo nel suo Paese ci mancherebbe altro, ma affrontiamolo tecnicamente. Io sono contrario a questa riunione di forze politiche di destra che dicono “Li mandiamo a casa tutti”. Solo slogan vuoti purtroppo».

QUESTIONE SICUREZZA E ZONE ROSSE

«Siamo ancora limitati, io sono favorevole ovviamente in maniera selettiva, anche perché poi bisogna farle e presidiarle perché non possiamo spostare tutte le forze dell’ordine lì. Per esempio, il Prefetto mi ha proposto settimana scorsa di farne in questi giorni una al di fuori della fiera, perché ci sarà tanta gente, tanto turismo e malintenzionati. Sono assolutamente d’accordo e la faremo, serve ancora un po’ però per vedere da un lato i risultati e dall’altro e dall’altro quanto ne possiamo gestire».

MILANO-CORTINA 2026

«Sta andando bene, i lavori sono in tempo. Mancano un po’ di soldi ma il tema è che tutte le costruzioni, anche fatte da privati, sono partiti con dei progetti di quattro o cinque anni fa. Poi, ora costano un po’ di più, ma la cosa molto positiva è che sono tutte opere che rimarranno. I soldi che mancano spero che arrivino dal Governo: sto insistendo con Giorgetti, che ovviamente è dalla parte politica verso la mia, ma è una persona che conosce le cose per farci dare una mano».

LE RIPERCUSSIONI DEI DAZI

«Se il tema dazi non si risolve tra un anno, andiamo tutti a gambe all’aria. Io penso che potremo festeggiare a febbraio dell’anno prossimo una situazione, almeno dal punto di vista economico-finanziario, tranquilla, poi purtroppo viviamo in un momento storico in cui ci sono 56 guerre nel mondo. Chiunque ha un investimento sta perdendo, l’inflazione non potrà che aumentare. Vedo però con favore che in America qualche voce avversa si sta alzando, oggi o ieri un noto esponente del mondo della finanza ha accusato il segretario del commercio americano, collaboratore di Trump, di arricchirsi perché dice che “fa una scommessa sull’apprezzamento dei titoli a reddito fisso e il deprezzamento dell’azione borsistica, quindi sei in un palese conflitto d’interesse”. Musk un po’ prende le distanze, ma è importante che qualche voce avversa, anche dagli Stati Uniti, si sollevi».


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