Il presidente della Fifa Infantino ipotizza il ritorno del pubblico negli stadi di calcio, ma senza affrettare i tempi

Il presidente della Fifa Infantino ipotizza il ritorno del pubblico negli stadi di calcio, ma senza affrettare i tempi

Il presidente della Fifa Infantino ipotizza il ritorno del pubblico negli stadi di calcio, ma senza affrettare i tempi


Possibile un ritorno sugli spalti, ma rispettando sempre le norme di sicurezza, cauti gli scienziati

Al calcio servono i tifosi

Tornare in campo è stato il primo obiettivo. Ora anche il mondo del calcio cerca di avvicinarsi a una sorta di Fase Due. E si inizia a ipotizzare il ritorno del pubblico negli stadi. Naturalmente in modo graduale, con tutte le precauzioni del caso e senza affrettare i tempi. Il presidente della Fifa Gianni Infantino ha usato parole chiare: "Non dimentichiamoci che ci deve essere sempre uno spazio per i tifosi. Il calcio senza spettatori non è ovviamente lo stesso, ma bisogna avere pazienza nel considerare il momento giusto per riportare i tifosi negli stadi. Continueremo a lavorare instancabilmente, ma anche con discrezione e rispetto, per andare oltre queste misure temporanee, e per poter garantire che i tifosi siano riammessi in modo sicuro e responsabile negli stadi".


La scienza è cauta

Medici e scienziati restano prudenti. Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute e rappresentante italiano al Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato: “Riaprire gli stadi al pubblico, sia pur parzialmente, è una ipotesi che si farà nel momento in cui la circolazione del virus sarà ridotta ai minimi termini. Teoricamente in qualche regione si potrebbe già aprire. E dico teoricamente. Ma è importante che queste manifestazioni non possono prescindere dalle misure di sicurezza e farle rispettare a migliaia di persone è difficile. Non è da scongiurare il rischio, bisogna prepararsi per fare in modo che sia ridotto”.

Va meglio, ma non è finita

Il monitoraggio settimanale del coronavirus in Italia oggi ha confermato che i contagi sono in calo, in tutte le regioni l’indice RT è inferiore a 1. Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno parlato di situazione in costante miglioramento, ma si è precisato che c’è ancora qualche focolaio attivo, quindi l’epidemia non si può ancora dichiarare sconfitta. Insomma, la strada è giusta, ma serve procedere con cautela, ponderando bene ogni decisione.

I pro 

Il dibattito sul pubblico negli stadi è attivo. Da un lato c’è chi spinge per un ritorno dei tifosi. Su questo fronte si sostiene che ora si può andare al ristorante o al pub, i passeggeri sono tornati su treni e aerei, hanno riaperto le spiagge, e presto si potrà anche tornare al cinema o a teatro. Quindi si dovrebbe consentire l’accesso anche sulle tribune degli impianti sportivi, che peraltro sono all’aperto. Naturalmente per un numero limitato di persone, per non creare assembramenti.

I contro

E proprio su questo tasto premono gli scettici: nelle curve degli stadi c’è la cattiva abitudine di non rispettare i posti assegnati, ognuno si mette dove gli pare. Ed è difficile ipotizzare che i tifosi (specie quelli più caldi) rispettino il distanziamento durante la partita, e che in caso di gol riescano a esultare “in proprio”, senza avvicinarsi agli altri. Un primo passo potrebbe aprire soltanto le tribune centrali, obbligando gli spettatori a rispettare il posto assegnato, lasciando vuota la maggior parte dei seggiolini.


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