Il Papa vara una nuova legge anticorruzione, vietato ricevere regali dal valore superiore a 40 euro

Il Papa vara una nuova legge anticorruzione, vietato ricevere regali dal valore superiore a 40 euro

Il Papa vara una nuova legge anticorruzione, vietato ricevere regali dal valore superiore a 40 euro


La decisione arriva tramite una lettera apostolica, riguarda soprattutto cardinali, capi-dicastero e dirigenti vaticani ma viene estesa anche a tutti i dipendenti

Il Papa vara una nuova legge anti-corruzione per i cardinali capi dicastero e dirigenti vaticani. Bergoglio, attraverso una Lettera Apostolica in forma di Motu proprio, nono anno del pontificato, in vigore da oggi, opera un nuovo giro di vite per arginare gli scandali finanziari e in nome della trasparenza, chiedendo che i dirigenti e gli amministrativi vaticani siano incensurati, e che dichiarino di non avere condanne o indagini per terrorismo, riciclaggio, evasione fiscale.


Le nuove norme

Non potranno avere beni nei paradisi fiscali o investire in aziende che operano contro la Dottrina della Chiesa. Novità estesa a tutti i dipendenti: d'ora in poi sarà tassativamente proibito accettare regali del valore superiore a 40 euro. Scrive il Pontefice nel Motu proprio: "La fedeltà nelle cose di poco conto è in rapporto, secondo la Scrittura, con la fedeltà in quelle importanti". Il motu proprio segue il giro di vite del 19 maggio 2020, quando il Papa promulgò il nuovo codice degli appalti. Ora una nuova e ulteriore stretta perché - si legge nella Lettera Apostolica - "la corruzione può manifestarsi in modalità e forme differenti anche in settori diversi da quello degli appalti e per questo le normative e le migliori prassi a livello internazionale prevedono per i soggetti che ricoprono ruoli chiave nel settore pubblico particolari obblighi di trasparenza ai fini della prevenzione e del contrasto, in ogni settore, di conflitti di interessi, di modalità clientelari e della corruzione in genere".


La Convenzione contro la corruzione

Per questo la Santa Sede, che ha aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, "ha deciso di conformarsi alle migliori pratiche per prevenire e contrastare" il fenomeno "nelle sue diverse forme". Da qui la decisione del Papa di aggiungere nuovi articoli al Regolamento generale della Curia romana, con un provvedimento che riguarda tutti i soggetti inquadrati nei livelli funzionali C, C1, C2 e C3 (dai cardinali capi dicastero ai vicedirettori con contratto dirigenziale quinquennale, precisa Vatican news), e tutti coloro che hanno funzioni di amministrazione attiva giurisdizionali o di controllo e vigilanza. Ebbene, capi dicastero e dirigenti vaticani d'ora in poi dovranno sottoscrivere -al momento dell'assunzione e poi con cadenza biennale - una dichiarazione. Dovranno quindi attestare di non aver riportato condanne definitive, in Vaticano o in altri Stati, e di non aver beneficiato di indulto, amnistia o grazia, e di non essere stati assolti per prescrizione. Di non essere sottoposti a processi penali pendenti o a indagini per partecipazione a un'organizzazione criminale, corruzione, frode, terrorismo, riciclaggio di proventi di attività criminose, sfruttamento di minori, tratta o sfruttamento di esseri umani, evasione o elusione fiscale.


Le nuove dichiarazioni 

Dovranno poi dichiarare di non detenere, anche per interposta persona, contanti o investimenti o partecipazioni in società e aziende in Paesi inclusi nella lista delle giurisdizioni ad alto rischio di riciclaggio (a meno che i loro consanguinei non siano residenti o domiciliati per comprovate ragioni familiari, di lavoro o studio). Dovranno assicurare, per quanto a loro noto, che tutti i beni, mobili e immobili, di loro proprietà o anche solo detenuti, come pure i compensi di qualunque genere percepiti, hanno provenienza da attività lecite. Con la nuova legge anti-corruzione, Bergoglio chiede "di non detenere" partecipazioni o "interessenze" in società o aziende che operino con finalità contrarie alla Dottrina sociale della Chiesa. La Segreteria per l'Economia potrà eseguire controlli sulla veridicità delle affermazioni messe nero su bianco dai dichiaranti, e la Santa Sede, in caso di dichiarazioni false, potrà licenziare il dipendente e chiedere i danni eventualmente subiti. Quindi la novità che viene estesa a tutti i dipendenti della Curia romana, dello Stato della Città del Vaticano e degli enti collegati accettare, in ragione del proprio ufficio, "regali o altre utilità di valore superiore a 40 euro".


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