Il mondo dello sport in campo per protestare contro l'uccisione di George Floyd, oggi è il Blackout Tuesday

Il mondo dello sport in campo per protestare contro l'uccisione di George Floyd, oggi è il Blackout Tuesday

Il mondo dello sport in campo per protestare contro l'uccisione di George Floyd, oggi è il Blackout Tuesday


Oggi gli sportivi di tutto il mondo postano solo foto nere; è il Blackout Tuesday, monta la protesta per l'uccisione di George Floyd. Il campionato NBA si mobilita contro il razzismo, duro attacco di Lewis Hamilton al silenzio dal mondo della Formula 1 dominato dai bianchi

Facebook, Instagram, Twitter e gli altri social oggi sono inondati di foto completamente nere. E’ il Blackout Tuesday, sportivi e personaggi famosi esprimono così il loro cordoglio e soprattutto la loro indignazione per la morte di George Floyd, afroamericano di Minneapolis ucciso a 46 anni da un poliziotto, che durante un fermo, mentre era a terra, gli ha premuto il ginocchio contro testa e gola, facendolo morire soffocato. Quanto accaduto la scorsa settimana nel Minnesota ha letteralmente incendiato gli Stati Uniti, un’ondata di violenta protesta ha toccato quasi tutte le città. Gli sportivi americani, ma non solo loro, hanno sentito il bisogno di esprimersi su un gravissimo episodio, che sembra averci portato indietro di cinquant’anni. Ovunque spopola l’hashtag “Black lives matter”, le vite nere contano.

La mobilitazione dell'NBA 

La stella del basket americano Le Bron James è stato tra i più attivi nel tentativo di sensibilizzare la società americana su quanto avvenuto. Il campionato professionistico NBA ha organizzato un dibattito sul tema del razzismo, vi hanno preso parte allenatori e dirigenti, che hanno sottolineato come il problema esista e come tutti debbano impegnarsi per cambiare le cose. Il giocatore degli Atlanta Hawks Trae Young ha improvvisato un comizio e parlando in pubblico ha urlato: “Senza giustizia non c’è pace”. L’ex pugile Floyd Mayweather si è offerto di pagare il funerale di George Floyd, che verrà celebrato tra una settimana a Houston, la città natale dell’uomo ucciso. E sosterrà le spese anche di due cerimonie commemorative che verranno organizzate nei prossimi giorni in Minnesota e in North Carolina.

La saggezza di Tiger Woods 

Su quanto sta accadendo è intervenuto anche la stella del golf Tiger Woods. In un comunicato ha scritto: “Il mio cuore è con George Floyd, la sua famiglia e quelli di noi che stanno soffrendo ora. Ho sempre avuto il massimo rispetto per le forze dell’ordine, che si allenano diligentemente per capire dove, come e quando usare la forza. Questa scioccante tragedia ha chiaramente superato il limite. Ricordo la rivolta di Los Angeles dopo il pestaggio di Rodney King nel 1992 e ho imparato che l’educazione è il miglior modo di andare avanti. Possiamo far sapere come la pensiamo anche senza bruciare i quartieri in cui viviamo. Spero che attraverso conversazioni costruttive e oneste riusciremo a costruire una società più sicura e unita”.


Il mondo del calcio

Dal campionato italiano di calcio si è levata la voce di Romelu Lukaku. L’interista ha chiesto che venga fatta giustizia e che i responsabili siano processati secondo la legge. In Germania, durante le partite di Bundesliga, diversi giocatori (Thuram, Sancho, Mc Kennie e Hakimi) hanno mostrato magliette con scritte di solidarietà a George Floyd. La Federcalcio tedesca ha minacciato sanzioni perché “il campo non è il contesto giusto per messaggi politici”. Ma poi il presidente federale Keller, sia pur a titolo personale, ha dichiarato che il razzismo è insopportabile e che le vittime hanno bisogno della solidarietà di tutti. E si è detto orgoglioso dei giocatori che hanno manifestato la loro indignazione.

Il duro attacco di Lewis Hamilton 

Ci tocca far notare che la grande maggioranza degli sportivi intervenuti è di colore. La circostanza non è sfuggita al campione di Formula Uno Lewis Hamilton, che rivolgendosi in tono duro e polemico ai suoi colleghi piloti ha scritto: “Vedo quelli di voi che stanno zitti, le più grandi star che tacciono di fronte all’ingiustizia. Non un segno da parte di nessuno nella mia industria, che ovviamente è dominata dai bianchi. Io sono ancora l’unico nero qui. Pensavo avreste capito come mai questo succede e avreste detto qualcosa, ma voi non potete stare al nostro fianco. Solo ricordate: io so chi siete e vi vedo...". Il razzismo non è un problema dei neri, è un problema di tutti.



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