"Il male maschio", quanto può finire per essere devastante il potere delle relazioni tossiche? Scopriamo i retroscena del libro con l’autore, Enrico Dal Buono

"Il male maschio", quanto può finire per essere devastante il potere delle relazioni tossiche? Scopriamo i retroscena del libro con l’autore, Enrico Dal Buono Photo Credit: "Il male maschio" di Enrico Dal Buono, La Nave di Teseo
19 marzo 2025, ore 08:00
Relazioni che cominciano, relazioni che finiscono, relazioni che creano ferite, fisiche e metafisiche: questo e tanto altro all’interno del romanzo edito da La Nave di Teseo
Cosa si nasconde dietro una storia raccontata tra le pagine di un libro? Cosa avrà voluto intendere l’autore dicendo o scrivendo quella determinata cosa? E soprattutto quale sarà stato il processo mentale che ha portato a imbastire quel passaggio narrativo?
Domande a cui proviamo settimanalmente a dare risposta ponendo il quesito agli stessi autori tra queste pagine. Qualcosa che è avvenuto nelle ultime occasioni con Liana Zimmardi per il suo “L’urlo dei Gattopardi”, oppure con Nicola Pesce e il suo “La biblioteca dei libri dimenticati”, o ancora con Paola Darò e il suo “La finestra del terzo piano”.
Nel nostro appuntamento settimanale dedicato agli approfondimenti librari andiamo a scoprire i dietro le quinte de “Il male maschio” di Enrico Dal Buono, edito da La Nave di Teseo. Un romanzo forte per le tematiche affrontate e ancor di più per la forza con cui le porta al cospetto del lettore. Difficile dirne di più senza incappare in facili spoiler. La cosa migliore è cedere subito il microfono all’autore, mantenendoci nel giusto equilibrio tra detto e non detto, in grado di “stuzzicare l’appetito” letterario.
IL MALE MASCHIO, TEMATICHE FORTI INQUADRATE DA PUNTI DI VISTA ALTERNATIVI
Ciao Enrico, cominciamo subito con la parte difficile, quella di mantenere il giusto mistero dicendoci però di cosa parla "Il male maschio".
“Di un maschio che incarna molti difetti dei maschi contemporanei. A un certo punto, si innamora così tanto di una donna da provare a redimersi, ma attraverso uno strumento ambiguo e pericoloso: il senso di colpa.”
Un libro che colpisce per la durezza del racconto. Probabilmente proprio per il fatto che, nel suo essere "eccessivo" in certi frangenti, risulta fin troppo reale e tangibile. Da dove è nata l'ispirazione?
“Dall'osservazione di me stesso e dei miei simili. Ho notato che nei maschi c'è molta confusione rispetto al ruolo che dovrebbero giocare nella società contemporanea, rispetto a un'identità che ha perso i suoi contorni - opprimenti e anacronistici, certo, ma che erano definiti. E ho notato che spesso il nostro grande peccato è quello di non riuscire a decidere chi vogliamo essere. Restiamo a metà, facendo soffrire tutti. Ecco, il libro cerca di mettere in scena queste problematiche con le tecniche della narrativa.”
Una storia che parla di relazioni tossiche. Si parla di "male maschio", ma la storia mostra come le relazioni tossiche possano vedere un'inversione delle parti. Provocatoriamente ti chiedo: c'è la stessa sensibilità sull'argomento anche quando il male non è maschio?
“In realtà negli ultimi anni si è scritto molto di "male maschio". Ma lo si è fatto quasi sempre dal punto di vista della donna, spesso intesa come vittima. Per una volta potrebbe essere interessante affrontare il tema dal punto di vista dell'uomo, diciamo così del "cattivo", mi sono detto. Non credo che la letteratura debba educare né moralizzare. Deve piuttosto mettere in discussione certezze, inquietare, aprire abissi.”
IL RITMO DELLA NARRAZIONE
Nel libro ho notato l'uso di momenti narrativi che rinunciano alla punteggiatura. Era voluto per sottolineare la concitazione di determinati frangenti potenzialmente ansiogeni per il protagonista?
“Un romanzo è come una musica. Ci sono movimenti diversi, con tempi e intensità diversi. O, se preferite, ci sono strofe e ritornelli. In alcuni momenti l'intensità emotiva cambia, per esempio, e uno degli attrezzi a disposizione di uno che scrive è la punteggiatura, o la sua assenza. Andrea, il protagonista, è per lo più molto razionale, molto controllato, uno tutto virgole e punti. Ma in certi momenti si lascia andare, si commuove, l'argine si rompe, i punti e le virgole saltano, e le frasi fluiscono una via l'altra.”
Inauguro con te un "gioco" dal sapore radiofonico. Se dovessimo indicare questo libro con una canzone, per te quale sarebbe?
“A un certo punto nel libro si cita Love of my life dei Queen. Ma per rendere al meglio l'atmosfera del romanzo dobbiamo immaginarci che quel pezzo sia costantemente insidiato e incalzato dalla Decima sinfonia di Mahler, che ha la voce della morte.”
Domanda di rito anche in prospettiva futura. Hai già qualche altra idea già pronta per essere messa in cantiere?
“Sì, sto pensando di scrivere una storiella su un amore all’inferno.”