I libri più interessanti della settimana, tra “Pensaci ancora”, “Moxyland, o giochi o muori”, “Il gioco di Artemisia” e “Il cinema itinerante di Mr. Saito”

I libri più interessanti della settimana, tra “Pensaci ancora”, “Moxyland, o giochi o muori”, “Il gioco di Artemisia” e “Il cinema itinerante di Mr. Saito” Photo Credit: “Pensaci ancora” di Jacqueline Wilson, Salani
13 luglio 2025, ore 09:00
Un mix eterogeneo di racconti, tra momenti di bilanci nella propria vita, storie distopiche, tuffi nel passato alla riscoperta del mondo dell’arte e romanzi di formazione dal gusto esotico
Chiudiamo una nuova settimana e, allo stesso tempo, apriamo le porte del nostro spazio dedicato al mondo dell’editoria. La rubrica in cui, appuntamento dopo appuntamento, ci addentriamo tra gli scaffali delle librerie alla scoperta dei titoli più interessanti approdati sulla scena negli ultimi tempi.
Un’occasione sempre unica, che ci ha consentito nelle ultime settimane di accendere i riflettori su volumi come “Il minimarket della signora Yeom”, “Sulla libertà”, “La tata” e “Dove non può trovarti”, o ancora “La prima regina”, “Il dono del marinaio”, “La mia più oscura preghiera” e “Thirteenth child”.
Anche in questa occasione sono quattro i titoli che prendono posto tra i libri più interessanti della settimana. Vale a dire:
- “Pensaci ancora” di Jacqueline Wilson (Salani)
- “Moxyland - O giochi o muori” di Lauren Beukes (Fanucci Editore)
- “Il gioco di Artemisia” di Francois De Bernard (Piemme)
- “Il cinema itinerante di Mr. Saito” di Annette Bjergfeldt (Nord)
PENSACI ANCORA, BILANCI DI VITA E NUOVI SLANCI AMOROSI
Apriamo l’appuntamento con i libri più interessanti della settimana evitando le “turbolenze” tipiche dei racconti di suspense e virando verso narrazioni più “morbide”. Che potrebbero rappresentare una piacevole sorpresa per chi invece fosse spasmodicamente, e in maniera esclusiva, alla ricerca di storie che tengano con il fiato sospeso.
In “Pensaci ancora” di Jacqueline Wilson, edito da Salani, gli eventi narrati ci portano tra le strade di Londra a fare la conoscenza di Ellie Allard, una donna che, giunta alla soglia dei quaranta comincia a fare qualcosa di fisiologico: un po’ di bilanci sulla propria vita. Chi la guarda dall’esterno potrebbe pensare che non le manchi nulla: ha una bellissima figlia, ha una gatta, le migliori amiche che le sono vicine ormai dai tempi del liceo e una rubrica settimanale su Guardian. Cos’è che quindi non è “allineato”? Facile: la vita amorosa.
Proprio lo scoccare del suo quarantesimo compleanno innesca una serie di meccanismi che animano la situazione sotto questo punto di vista specifico. Tra ritorni dal passato e incontri inediti la storia comincia ad articolarsi, sottolineando come, nella vita, non si sia mai in ritardo o in anticipo, bensì nel proprio personalissimo tempo. E che, nel caso, c’è sempre tempo per correggere la rotta o riscrivere il proprio destino. Un lavoro dalla forte componente nostalgica che riporta sugli scaffali un’autrice che ha alimentato per tanto tempo il mercato editoriale dedicato ai lettori e alle lettrici più giovani.
MOXYLAND - O GIOCHI O MUORI, QUATTRO PERSONAGGI IN UNA STORIA CORALE
Si cambia decisamente registro con il secondo volume che troviamo tra i libri più interessanti della settimana. Un racconto che si discosta dalle “narrazioni scalda-cuore” per muoversi su binari molto più caustici per la tipologia di storia che sviluppa, pagina dopo pagina.
In “Moxyland – O giochi o muori” di Lauren Beukes, pubblicato da Fanucci Editore, il racconto si sviluppa attorno a quattro personaggi che vivono a Cape Town in un futuro distopico che però risulta essere pericolosamente tangibile e vicino. Troviamo Kendra, che ha lasciato la sua strada nel mondo dell’arte per abbracciare ambizioni maggiormente votate alla tecnologia. C’è poi Lerato, orfana a causa dell’AIDS che ambisce a cambiare azienda. E ancora Tendeka, attivista la cui energia sembra essere male incanalata e che potrebbe presto o tardi metterlo nei guai. Infine Toby, blogger la cui passione per i videogiochi (a cui gioca per soldi) lo porta a scoprire retroscena che non avrebbe mai immaginato.
Come si sviluppa una storia corale che nasce su queste premesse molto distanti le une dalle altre? Beh, questo è tutto da scoprire all’interno di un racconto in grado di rappresentare, con connotati futuristici e dai tratti distopici, derive tutt’altro che impossibili e a noi estranee. Quattro personalità differenti che, con i diversi intrecci narrativi, si combinano in una miscela potenzialmente esplosiva, all’interno di un libro che si sviluppa lentamente ma con altrettanta intensità.
IL GIOCO DI ARTEMISIA, ROMANZO STORICO E MONDO DELL’ARTE SI FONDONO
Con la terza lettura che troviamo tra i libri più interessanti di questa settimana si viaggia indietro nel tempo, pur restando però geolocalizzati nella nostra penisola. Un tuffo nel passato che ci proietta nel diciassettesimo secolo.
Ne “Il gioco di Artemisia” di Francois De Bernard, pubblicato da Piemme, le narrazioni si aprono nel 1630, a Napoli. La scena si apre con un convoglio che avanza: su uno dei carri il marchese Paladini in compagnia del suo nuovo acquisto, un dipinto che non vede l’ora di posizionare in casa propria per poterlo contemplare in tutta tranquillità. Una tranquillità che però sta per essere sconvolta dall’arrivo di Artemisia Gentileschi, astro nascente del panorama artistico del tempo che, tra grande talento e la propria attitudine provocatoria, lo porterà al centro di un turbinio di eventi.
È un periodo storico molto particolare, fatto di catastrofi naturali, minacce dettate da pestilenze e rivolte popolari a cui si uniscono anche le immancabili macchinazioni sociali che viaggiano sotto traccia. Una storia avvincente fatta di intrighi, che si ammanta nel suo complesso del fascino storico in cui si sviluppano le vicende, e soprattutto di un narratore decisamente atipico.
Un libro sicuramente interessante per chi vuole andare ad approfondire – seppur con gli immancabili compromessi della finzione narrativa tipici del romanzo – i retroscena di una grande artista, riconosciuta come tale da generazioni di addetti ai lavori già ai suoi tempi, come Artemisia Gentileschi.
IL CINEMA ITINERANTE DI MR. SAITO, LE IMPREVEDIBILI ROTTE DELLA VITA
E chiudiamo l’appuntamento di questa settimana dedicato ai libri più interessanti di recente pubblicazione con una coccola narrativa che, ancora una volta, ci catapulta indietro nel tempo.
Ne “Il cinema itinerante di Mr. Saito” di Annette Bjergfeldt, pubblicato da Nord, lettori e lettrici vengono riportati indietro nella prima metà del ventesimo secolo. È il 1937 quando una nave diretta in Europa perde la giusta rotta a causa delle “turbolenze” marittime, finendo per essere costretta all’approdo ad Upper Puffin, un’isola che guarda da una giusta distanza le coste del Canada. Non un posto idilliaco in cui stabilirsi, considerando la comunità chiusa di pescatori, che deve fare i conti con ritmi di vita influenzati direttamente dalle condizioni climatiche non proprio amichevoli, considerando gli inverni rigidi e duraturi.
I cambi di programma improvvisi (nella vita) costringono tanti a rimodellare i propri progetti, come nel caso di Fabiola e della figlia Lita, che arrivano dall’Argentina e portano in dote la giusta dose di esuberanza. Fabiola, tra l’altro, ha il dono di saper trovare la scarpa giusta per ogni evenienza e per ogni persona. E proprio questo le permette di avviare una sua personale attività dedicata che, per quanto debba far fronte a richieste “lineari” (è pur sempre un villaggio di pescatori), manifesta guizzi giusti al momento giusto – e con le persone giuste.
A farle da contraltare la figlia Lita, che soffre evidentemente il confronto con la “vulcanica” madre, non riuscendo a tenerne il passo in quanto a esuberanza. L’arrivo del cinema itinerante di Mr. Saito (che da il titolo all’opera), un anziano signore giapponese che ogni estate regala la gioia del cinematografo agli abitanti dell’isola, cambierà però le carte in tavola. Rappresentando un tassello cruciale nel suo destino.
Un romanzo di formazione che accompagna i lettori all’interno di un racconto fatto di personaggi molto particolari e di momenti anche filosofici. Perché la vita, a volte, è capace di sorprendere per la propria imprevedibilità. E non sempre si tratta di una caratteristica negativa.