I libri più interessanti della settimana, tra “Not quite dead yet”, “Il party”, “La stanza delle ombre” e “Urì”

I libri più interessanti della settimana, tra “Not quite dead yet”, “Il party”, “La stanza delle ombre” e “Urì”

I libri più interessanti della settimana, tra “Not quite dead yet”, “Il party”, “La stanza delle ombre” e “Urì” Photo Credit: “La stanza delle ombre” di Mirko Zilahy, Mondadori


Un ultimo fine settimana di agosto ad alto tasso di thriller, con misteri e rompicapo da risolvere, ma anche una storia che mette di fronte a un dramma che ha toccato milioni di persone

Quando l’estate comincia e si guarda al calendario che si ha davanti, succede si pensa sempre che la fine sia lontana. Si ha sempre la sensazione di avere a disposizione una stagione intera, lunghissima, per godersi le belle giornate. Eppure – come accade oggi – il 31 agosto arriva, e molto spesso ci coglie impreparati. Ci sono i nuovi inizi (per qualcuno già nel corso della settimana appena passata) e il ritorno alla routine che ci accompagnerà per i prossimi undici mesi.

Fortunatamente ci sono però quelle che, nel tempo, sono divenute vere e proprie tradizioni. Come l’appuntamento con i libri più interessanti della settimana su queste stesse pagine, lo spazio dedicato alla cultura che, ogni sette giorni, fa il punto sulle novità più stuzzicanti in arrivo sugli scaffali delle librerie. Un frangente che nelle scorse settimane ha messo sotto i riflettori volumi come “Damascus station”, “Gunner”, “Lo scialle” e “La collera verde”, o ancora “L’incidente di via Grotta Azzurra”, “Un cadavere in cucina”, “Il fiore di Farahnaz” e “Il futuro è una truffa”.

Oggi la lente d’ingrandimento si posa su quattro nuove storie:

- “Not quite dead yet” di Holly Jackson (Rizzoli)

- “Il party” di Martin Osterdahl (Giunti)

- “La stanza delle ombre” di Mirko Zilahy (Mondadori)

- “Urì” di Kamel Daoud (La nave di Teseo)


NOT QUITE DEAD YET, CORSA CONTRO IL TEMPO PER RISOLVERE… IL PROPRIO OMICIDIO

L’estate è la stagione per eccellenza quando si parla di misteri, gialli e thriller. Senza nulla togliere alle altre tre, ovviamente. E considerando che la giornata odierna rientra appieno nel momento più caldo dell’anno (meteo e termometri permettendo) perché privarsi di qualche bella lettura da brividi?

Non ce ne sono assolutamente motivi, e infatti a riscaldare l’atmosfera ci pensa subito Holly Jackson, apprezzatissima autrice britannica salita agli onori della cronaca (e del Booktok di TikTok) con la serie “Come uccidono le brave ragazze”. Oggi la ritroviamo con il suo ultimo lavoro, “Not quite dead yet”, portato in Italia ancora una volta da Rizzoli.

Facile dire che quando si sia dinanzi a un’autrice tanto apprezzata a livello internazionale si sia di fronte a un nuovo potenziale successo. E ancora una volta la scrittrice di Buckingham non delude le aspettative. Il racconto si focalizza su Jet Mason, ventisettenne che attende che la sua vita ingrani sulla giusta via. Facile che i tempi si dilatino se, come nel suo caso, c’è una forte predisposizione alla procrastinazione. D’altronde a ventisette anni si ha la sensazione di avere tutto il tempo del mondo davanti.

Qualcosa cambia però quando, nella notte di Halloween, un’aggressione domestica da parte di un intruso ne sconvolge la vita. Il trauma cranico rimediato innesca un vero e proprio conto alla rovescia: secondo il medico che la visita, il colpo subito è destinato a scatenare un aneurisma mortale da lì a una settimana. Ecco che, in frangenti del genere, tutto assume connotati diversi. E anche chi le sta intorno viene visto sotto una nuova luce, dalla famiglia alle amicizie e non solo. Un countdown con cui fare i conti per poter venire a capo di un vero enigma senza apparente senso, a cui solo lei potrà dare risposta.

Una di quelle storie in grado di tenere incollati alle pagine, per un debutto dell’autrice nel segmento dedicato a un pubblico adulto (i precedenti erano indicati per un pubblico di giovani, pur senza porre limiti alla provvidenza) sicuramente notevole e che prelude ad altre storie sicuramente da tenere d’occhio.


IL PARTY, RIMPATRIATA A BASE DI SEGRETI DA NASCONDERE

Non si discosta dalle tinte misteriose anche il secondo dei titoli inclusi nella selezione dei libri più interessanti della settimana. Un volume che, per i lettori italiani, si ammanta del fascino scandinavo che permea la storia.

Ne “Il party” di Martin Osterdahl, pubblicato da Giunti, il racconto porta a Himmelskar, arcipelago di Stoccolma. La narrazione gravita intorno alle figure di otto personaggi, amici che con il tempo hanno visto il proprio legame allentarsi sempre di più fino quasi a perdersi di vista. Ognuno ha dovuto fare i conti con i propri immancabili (e quasi fisiologici, a voler essere catastrofisti) problemi personali, tra divorzi e fallimenti. L’invito del noto produttore televisivo Morgan Stark ha messo però tutti d’accordo, portandoli a riunirsi in una lussuosa villa con vista panoramica. Un’ottima occasione per ritrovarsi, per quanto non tutto filerà come si sarebbero aspettati.

L’incidente in cui incapperà uno degli invitati, complice i connotati particolarmente atipici, farà capire che qualcosa non quadra. E questo sarà però solo l’inizio delle vicissitudini, in una storia che mira a scavare nel torbido, riportando a galla eventi del passato. Un passato comune – manco a dirlo – che vede ciascuno dei personaggi coinvolti a vario titolo in una storia che ognuno di loro avrebbe preferito fosse sepolta per sempre. Ma che qualcun altro invece mira a riportare a galla.

Una storia che, con il giusto ritmo e una tensione narrativa costante che permette di immergersi all’interno del racconto.



LA STANZA DELLE OMBRE, UN THRILLER A SFONDO “ARTISTICO”

Continuiamo il nostro slalom gigante tra le produzioni “da brividi” anche con il terzo dei libri più interessanti della settimana. Una storia che questa volta ci riporta però all’interno dei nostri confini, precisamente nelle Capitale.

Ne “La stanza delle ombre” di Mirko Zilahy, pubblicato da Mondadori, l’autore porta lettori e lettrici a ridosso del fiume che attraversa la città: il Tevere. È tra le sue acque torbide che, nei pressi della basilica di San Paolo, viene ritrovato il cadavere di una donna. Un evento già di per sé disturbante per la quiete della Città, a cui si aggiungono però dettagli macabri – la posa della vittima – che fanno pensare a un rito misterioso.

È con queste premesse che si fa la conoscenza con i personaggi centrali della storia, il commissario Zuliani, affiancato dall’ispettrice Miriam Tiberi, e Nemo Sperati, docente dell’Accademia di Belle Arti con un’abilità molto particolare. Assistere alla scena del crimine lo porta a sprofondare nella “Stanza delle Ombre”, un luogo mentale in cui prendono vita ragionamenti che gli permettono di risalire agli autori delle opere partendo dai dettagli. E questo tanto sul fronte dei dipinti artistici quanto delle scene del crimine. E infatti nel corpo della “Dama delle acque” il docente ritrova elementi che riconducono alla “Ophelia” di John Everett Millais.

A rendere più inquietante la scoperta è il fatto che la riproduzione di opere del passato attraverso delitti non è una novità: solo poche settimane prima Nemo aveva accostato il cadavere del direttore di Palazzo Barberini al “Giaele e Sisara” di Artemisia Gentileschi, opera fresca di furto. Il ritrovamento del dipinto apre però a un’ulteriore pista complicata: si tratta di un falso a firma di Rufo Speranza, il più celebre falsario del novecento, scomparso suicida anni prima. E padre di Nemo. Ovvio che le indagini prendano una piega inaspettata, con il Prof. che dovrà sudare le famigerate sette camicie per dimostrare la propria estraneità ai fatti.

Si apre così una storia dove nulla è come appare, con personaggi che hanno il proprio armadio pieno di scheletri e segreti. Una storia che parte piano ma che poi risucchia progressivamente nel gorgo di un’indagine che mixa elementi thriller al mondo dell’arte. Con una grande cura per ogni elemento della narrativa.


URÌ, LA GUERRA CIVILE ALGERINA DALLA VOCE INTERIORE DI ALBA

Chiudiamo la parentesi di questa settimana dedicata ai libri più interessanti approdati di recente sugli scaffali con una storia che cambia totalmente registro rispetto ai volumi citati in precedenza. Un volume che parla di vita reale, attraverso la narrativa del suo autore che, attraverso i propri sforzi narrativi, racconta la guerra civile algerina.

In “Uri” di Kamel Daoud, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, lettori e lettrici si troveranno a confronto con un evento storico che sconvolse la quiete dell’Algeria tra il 1992 e il 2002. Protagonista Alba, ragazza di Orano – città che affaccia sul Mar Mediterraneo – che ha un salone di bellezza e vive la sua vita senza i limiti che la società vorrebbe imporle. Veste casual, rigettando gli “abiti tradizionali”, fuma in pubblico e fa mostra di tatuaggi. La guerra civile algerina è parte del suo DNA, considerando che lei è l’unica sopravvissuta al massacro della sua famiglia quando aveva soli cinque anni.

Un evento del quale il suo corpo porta tracce evidenti, dalla cicatrice sul collo alla cannula per respirare, finendo alle corde vocali distrutte che la rendono muta. O meglio quasi, considerando la gravidanza (non voluta) che porterà a monologhi interiori che non hanno bisogno di voce per essere esternati, e che prendono forma nel dialogo tra Alba e la creatura che porta in grembo.

Una storia potente che racconta di un evento di cui probabilmente – fuori dai confini nazionali in cui è avvenuto – si sa relativamente poco. Ma che ha segnato vite che, come nel caso di Alba, portano impressi addosso marchi indelebili.



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