I libri più interessanti della settimana, tra “Lezioni di felicità al bistrot Saeki”, “Sporca estate”, “La bambolaia” e “House of war and bone”

I libri più interessanti della settimana, tra “Lezioni di felicità al bistrot Saeki”, “Sporca estate”, “La bambolaia” e “House of war and bone” Photo Credit: "Lezioni di felicità al bistrot Saeki" di Sonoko Machida, Giunti
27 aprile 2025, ore 08:00
Una settimana come sempre ricca e variegata, con storie dal forte impatto emotivo, misteri da risolvere qui in patria, missioni particolari e atipiche da portare a compimento e mondi fantasy da vivere
Quello della domenica è ormai divenuto un tradizionale appuntamento con il mondo della cultura, che ci porta tra gli scaffali delle librerie alla scoperta delle novità più interessanti della settimana. Tanti i libri che arricchiscono un’offerta pressoché sconfinata, tra generi che vedono nuove e ambiziose pubblicazioni mostrarsi impettite con le loro copertine accattivanti.
Un frangente che, nelle ultime occasioni, ci ha permesso di porre sotto la lente d’ingrandimento “56 giorni”, “Italian Girl”, “La fine del gioco” e “Il destino è nel carattere”, o ancora “Le passioni dell’anima”, “Tra poche ore è buio”, “La famiglia” e “L’intruso”.
Quantità e qualità che si muovono in tante direzioni diverse, per genere e tipologie di argomenti affrontati. Questa settimana si uniscono al pacchetto dei libri più interessanti della settimana – ultimo appuntamento per il mese di aprile – queste pubblicazioni:
- Lezioni di felicità al bistrot Saeki, di Sonoko Machida (Giunti)
- Sporca estate, di Niccolò Zancan (Capricorno Edizioni)
- La bambolaia, di Giuseppina Manin (La nave di Teseo)
- House of war and bone, di Leia Stone (Leggereditore)
LEZIONI DI FELICITÀ AL BISTROT SAEKI, SENTIMENTI E MANICARETTI
Partiamo subito con un libro che si ammanta del fascino irresistibile delle pubblicazioni provenienti da oriente. Un frangente che, negli ultimi mesi, si è arricchito di tante piccole perle come “Le bugie sepolte nel mio giardino” di Jin Yeong Kim o “Il piccolo hotel dei miracoli” di Akio Shibata e Koto Takimori, pubblicati da Giunti.
E proprio Giunti torna nuovamente a dare uno sguardo a levante con “Lezioni di felicità al bistrot Saeki” di Sonoko Machida. Una storia che parla della complessità dei legami familiari e delle loro ripercussioni sulla crescita e sui sentimenti. La protagonista, la piccola Sora, ha due madri: quella biologica – Kano – e la zia – Fumi – con cui vive e che lei chiama mamma. Il trasferimento di quest’ultima in un’altra città a causa di esigenze professionali porta a un riavvicinamento tra madre e figlia biologi, che si riuniscono. Un rapporto che rischia però di compromettere la stabilità di entrambe. Kano non ha mai tempo, presa in toto dal suo lavoro di illustratrice freelance, e chiede una mano al suo amico Saeki, chef di un ristorante del posto, per dare uno sguardo alla figlia mentre è impegnata. E, perché no, prepararle anche qualcosa da mangiare.
Anche in questo caso le cose non partono proprio nel migliore dei modi, con la piccola Sora che mostra diffidenza verso Saeki, complice un aspetto che tende a non rassicurarla. Ma con la giusta empatia e soprattutto con manicaretti squisiti tutto cambierà. Una storia di crescita che, ancora una volta, sottolinea la grande sensibilità della cultura orientale in materia di cura per l’altro.
SPORCA ESTATE, INDAGINI NOIR ROVENTI IN REALTÀ DISTOPICHE
Restiamo sul tema del mistero anche con la seconda lettura inclusa tra i libri più interessanti della settimana. Per quanto, in questo frangente, le tinte e le atmosfere della narrazione assumano connotati noir. In “Sporca estate” di Niccolò Zancan, pubblicato da Capricorno Edizioni nella nuova collana “Capricorno in Noir”, siamo a Torino, in una città rovente sotto numerosi punti di vista.
Da un lato c’è il termometro che fa segnare temperature elevate, dall’altro l’inquinamento non da tregua, creando una cappa asfissiante. Violenza e disperazione imperversano, rendendo la città una sorta di incubo distopico in cui è necessaria una stretta sorveglianza della polizia, possibile anche grazie e soprattutto alle nuove tecnologie.
È su questo sfondo che si muove l’investigatore Ruber Ricardo Rivolta, il cui compito non è semplicissimo: ritrovare una star del Dark Web scomparsa misteriosamente. Un lavoro come tanti – con l’eccezione dell’ambito di competenza della persona scomparsa – ma che rischia di travolgere il protagonista e la sua assistente, che si trovano a più riprese costretti a lottare per la propria vita.
Un libro dal ritmo avvolgente che proietta i lettori in un mondo chimerico dai tratti però verosimili, che cattura l’attenzione e non la lascia fino ai titoli di coda, in una tensione costante gestita con i giusti equilibri dall’autore.
LA BAMBOLAIA, PASSIONE E FOLLIA VIAGGIANO A BRACCETTO
Si sale a bordo della macchina del tempo con uno dei libri più interessanti della settimana che permette ai lettori di riavvolgere il nastro di poco più di un secolo. E questo è possibile con “La bambolaia” di Giuseppina Manin, edito da La nave di Teseo.
Un racconto che riporta al 1918, un frangente di fermento particolare. La prima guerra mondiale è terminata da pochissimo, ed è in atto tutto il processo di ricostruzione. Siamo a Monaco di Baviera, un vero e proprio polo culturale che attrae verso di sé grandi nomi da tutto il mondo. È in questo set storico e geografico che si muove Hermine Mos, una giovane fabbricante di bambole molto apprezzata per il suo lavoro. Un apprezzamento che attira le attenzioni di Oskar Kokoschka, un pittore reduce da una cocente delusione amorosa che cerca di superare in un modo tutto suo.
La richiesta è sui generis: riprodurre, in fattezza di bambola a grandezza naturale, l’amore perduto, Alma Mahler. Una commissione che porterà a un processo di lavoro particolarissimo, con lo scambio epistolare tra Hermine e Kokoschka che si farà intensissimo, nella spasmodica ricerca di una rappresentazione ultrarealistica della bambola.
Intanto, sullo sfondo, si muovono personaggi che innescano macchinazioni pericolose per il futuro del mondo intero. Un libro profondo che intreccia passione e follia, inquadrate da una duplice prospettiva.
HOUSE OF WAR AND BONE, ROMANTICISMO E POTERI VIAGGIANO A BRACCETTO
Chiudiamo la parentesi dedicata ai libri più interessanti della settimana con un ultimo focus che rappresenta un ritorno all’interno di questa rubrica. Soltanto un mesetto fa circa abbiamo infatti messo sotto la lente d’ingrandimento Leia Stone con il suo “House of ash and shadow”. Un brillante esordio di serie che preludeva a cose molto interessanti per il futuro.
Ebbene con “House of war and bone” – pubblicato in Italia, così come il precedente, sempre da Leggereditore – Leia Stone riprende le trame da dove le aveva lasciate. Si riparte dunque con la protagonista, Fallon Bane, e dalla maledizione che la affligge e ne condiziona i rapporti interpersonali, soprattutto di natura amorosa. Il contatto con le persone le prova un dolore atroce, qualcosa che ovviamente la porta a guardarsi bene dal rischiare che qualcuno si avvicini troppo, superando la “distanza di sicurezza”. E la ricerca di una cura la porta a scoprire che forse esiste un rimedio.
Ovviamente per una situazione che si risolve, immancabilmente ce ne sono altre che si ingarbugliano. E Leia Stone imbastisce ancora una volta una storia in cui il fantasy a base di poteri e il romanticismo di una bella storia di amore viaggiano di pari passo. Questa volta con il punto di vista offerto al lettore che concede una panoramica ancora più vasta sugli eventi delle narrazioni. Un ottima prova, così come all’esordio, e che spinge ad attendere con ansia il terzo capitolo.