I libri più interessanti della settimana, tra “L’incidente di via Grotta Azzurra”, “Un cadavere in cucina”, “Il fiore di Farahnaz” e “Il futuro è una truffa”

I libri più interessanti della settimana, tra “L’incidente di via Grotta Azzurra”, “Un cadavere in cucina”, “Il fiore di Farahnaz” e “Il futuro è una truffa”

I libri più interessanti della settimana, tra “L’incidente di via Grotta Azzurra”, “Un cadavere in cucina”, “Il fiore di Farahnaz” e “Il futuro è una truffa”   Photo Credit: “Il fiore di Farahnaz” di Yaprak Oz, Edizioni Le Assassine


17 agosto 2025, ore 08:00

Un fine settimana a tinte gialle e dalla forte componente itinerante, con storie ambientate nel nostro paese e location esotiche che portano lettori e lettrici in una Turchia d’altri tempi e in Grecia

Ogni fine settimana che si rispetti, da queste parti, ha il suo momento dedicato alla cultura. Un viaggio costante verso l’ignoto, considerando gli universi narrativi che si nascondono dietro le copertine dei libri che troviamo sugli scaffali.

Una miriade di storie in mezzo alle quali è spesso difficile orientarsi, ma che con la giusta pazienza e attenzione permette di trovare piccole perle. Come nel caso de “I dodici”, “Mimica”, “Un omicidio a Parigi” e “Misteri a Loch Down Abbey”, o ancora de “Il passaggio”, “Strani disegni”, “Terapia di gruppo per serial killer” e “Central park”.

Anche nel fine settimana di ferragosto non si ferma il nostro viaggio alla ricerca delle novità più interessanti uscite di recente. Tra queste oggi troviamo:

- “L’incidente di via Grotta Azzurra” di Luca Ventura (Giunti)

- “Un cadavere in cucina” di Giancarlo De Cataldo (Einaudi)

- “Il fiore di Farahnaz” di Yaprak Oz (Edizioni Le Assassine)

- “Il futuro è una truffa” di Petros Markaris (La nave di Teseo)

L’INCIDENTE DI VIA GROTTA AZZURRA, L’ESTATE SI TINGE DI GIALLO (LIMONCELLO)

Apriamo la parentesi dedicata ai libri più interessanti di questa settimana con una storia che si geolocalizza in una delle località più affascinanti che offre il nostro paese. Una meta d’eccellenza che attira turisti da tutto il mondo.

Parliamo di Capri, scenario scelto da Luca Ventura per il suo “L’incidente di via Grotta Azzurra”, pubblicato da Giunti. Un ritorno, di fatto, quello nell’isola campana, considerando che siamo al secondo giallo che porta la firma dell’autore dopo “Giallo Capri” (titolo che non lasciava spazio a interpretazioni né sulla location scelta né in merito al genere di appartenenza). Si continua quindi lungo la linea tracciata nell’esplorazione narrativa di uno scenario fortemente suggestivo, che ci porta alla scoperta anche di interessanti retroscena. Come quello relativo alla produzione di un fiore all’occhiello dell’isola: il Limoncello.

Si assiste al ritorno in scena del detective Enrico Rizzi, già protagonista del primo libro, che, di rientro a casa in una notte di autunno inoltrato si trova a essere involontario spettatore di un incidente mortale. Un’Ape – mezzo di locomozione tipico dell’isola – finisce in una scarpata di via Grotta Azzurra dopo aver apparentemente perso il controllo. L’avverbio appena utilizzato è doveroso, stando alle ultime parole che il detective ha modo di sentire dalla vittima, parte di una nota famiglia del posto, poche ore prima che spirasse: “non è stato un incidente”.

Inutile dire che questi pochi elementi sono l’innesco ideale per una storia mistery adeguatamente stuzzicante, che beneficia di un set d’eccezione. Ma un’isola tanto piccola come Capri, in cui bene o male ci si conosce praticamente tutti, il rischio è che fatti e dicerie possano ingarbugliarsi pericolosamente. Cosa c’entra il limoncello in tutto questo? Beh, è tutto da scoprire.

UN CADAVERE IN CUCINA, L’IMPORTANZA DI UN’ALIMENTAZIONE SANA

Non ci allontaniamo troppo dal genere appena toccato anche con la seconda delle letture messe sotto la lente d’ingrandimento questa settimana. Ed è un'altra storia che porta una firma italiana.

Si tratta di “Un cadavere in cucina” di Giancarlo De Cataldo, pubblicato da Einaudi. Un racconto dalla “componente culinaria” che alimenta il mistero alla base della storia. Un ristorante pluristellato della Capitale, il Controcorrente, finisce sotto i riflettori per una presunta intossicazione alimentare di gruppo. Qualcosa di eclatante sì, considerando comunque il prestigio del locale, ma non è solo questo l’elemento che fa riflettere. Tra gli intossicati, dopo quarantotto ore, c’è un decesso: si tratta di un colonnello dell’esercito.

I primi esami evidenziano come tra le cause dell’intossicazione ci sia la psilocibina, sostanza (non letale) che si trova all’interno di funghi allucinogeni. Un ingrediente che da solo non giustifica la morte del militare, a cui si unisce dopo poco tempo una seconda vittima, evento che porta il mistero a infittirsi. L’indagine coinvolge anche i servizi segreti e non tarda a chiamare in causa il magistrato Manrico Spinori, ormai vecchia conoscenza per gli appassionati lettori dell’autore del libro in oggetto, che sarà costretto ad abbandonare la villeggiatura per potersi immergere nel caso. Un caso che richiederà intuito e prontezza di spirito, considerando la spinosità della vicenda, una vera patata bollente.

Un racconto a tinte noir che porta lettori e lettrici nei salotti della Roma bene, tra critica sociale e un’indagine che andrà a stuzzicare i canonici vespai che sarebbe meglio non irritare. Nel mezzo un personaggio, quello di Manrico Spinori, già ben delineato nelle sue precedenti apparizioni e che si arricchisce costantemente di nuove sfumature.

IL FIORE DI FARAHNAZ, I GRANDI CLASSICI ISPIRANO LE NUOVE GENERAZIONI

Un fine settimana di ferragosto dove il giallo è il colore predominante tra i libri più interessanti recentemente arrivati sugli scaffali. E questa volta si lasciano le coste italiane, protagoniste geografiche delle prime due storie appena citate, per spostarci fuori confine e soprattutto in un altro momento nel tempo.

Con “Il fiore di Farahnaz” di Yaprak Oz, pubblicato da Edizioni Le Assassine, le lancette viaggiano all’indietro di quasi cinquant’anni, riportando lettori e lettrici alla fine degli anni settanta. Siamo in Turchia, paese che sta affrontando momenti turbolenti sotto diversi aspetti, in particolare sul fronte economico e su quello politico. Uno scenario di tensioni che però non riguarda tutto il paese.

A Kilic, zona residenziale con predominanza di medici e ingegneri afferenti al complesso minerario nei pressi della città di Zonuldak, sul Mar Nero, la vita viaggia a gonfie vele per gli abitanti. Ma ogni idillio è destinato a concludersi bruscamente se lo si trova all’interno di un libro che non sia di favole. E infatti, non molto tempo dopo, la moglie del direttore degli impianti minerari viene trovata morta. Sarà solo il primo tassello di una serie di eventi destinati a sconvolgere per sempre l’equilibrio della comunità locale. E con le indagini della polizia, che proveranno a venire a capo delle cause che hanno portato a tali conseguenze, salirà in cattedra una “detective wannabe”: Tildiz, moglie di uno degli ingegneri che, complice la passione per i gialli, metterà il suo acume al servizio della verità.

Un tuffo nel passato (del “paese ospitante” del racconto) dal sapore nostalgico che strizza l’occhio in maniera importante a personaggi come la Miss Marple di Agatha Christie o la Jessica Fletcher de “La signora in giallo”.

IL FUTURO È UNA TRUFFA, L’INEVITABILE SCONTRO TRA CLASSICO E MODERNO

Concludiamo la nostra escursione tra le letture più interessanti della settimana con un libro dal fascino esotico, e che ancora una volta ci permette di viaggiare pur stando comodamente seduti sotto l’ombrellone in spiaggia o sotto un albero dopo ore di escursioni montane.

 Con “Il futuro è una truffa” di Petros Markaris, portato in Italia da La nave di Teseo, ci spostiamo in Grecia, precisamente nella regione dell’Attica. Anche in questo caso, come in occasione del libro precedente, la storia si apre con un idillio sociale che vede Kostas Charitos, direttore della polizia dell’Attica, far fronte a una riduzione esponenziale degli omicidi nella zona. Non che la criminalità si sia ridotta, ma l’obitorio e il medico legale possono stare a girarsi i pollici, con buona pace anche della squadra omicidi capitanata dal commissario Antigone Ferleki.

Ovvio che anche in questo caso nulla sia destinato a durare in eterno, altrimenti di cosa staremmo a parlare? Anche qui non siamo di fronte a una favola Disney, e infatti l’accoltellamento a morte nel sito archeologico di Eleusi di un uomo (il custode) mette irrimediabilmente in moto la macchina delle indagini. Evidenziando molto presto come il presunto bersaglio di chi si è macchiato del crimine parrebbero essere i reperti, abilmente sostituiti con copie praticamente identiche.

Le rivendicazioni della “Squadra di Sopravvivenza dell’Antico Lascito” che arrivano dopo poco riguardano i reperti, ma non l’omicidio, in merito al quale si dichiarano estranei. Arrivando a proporsi addirittura di fornire alle autorità copie identiche dei reperti originali generati dall’IA. Una sorta di esperimento che potrebbe portare benefici al turismo del paese. Premesse (e promesse) in grado di ingolosire i politici di turno, e che al contempo caleranno Kostas e Antigone, loro malgrado, in un intrigo dal sapore internazionale e dagli equilibri assai precari, con la situazione che può sfuggire di mano da un momento all’altro. Un compito di certo non semplice quello che spetterà loro, in una storia che mette in contrapposizione passato e presente, con un focus in particolare sulle possibilità e sui pericoli offerti dalle nuove tecnologie.


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