Hiroshima e Nagasaki, dopo 80 anni, il Giappone guida il monito mondiale contro la bomba atomica

Hiroshima e Nagasaki, dopo 80 anni, il Giappone guida il monito mondiale contro la bomba atomica

Hiroshima e Nagasaki, dopo 80 anni, il Giappone guida il monito mondiale contro la bomba atomica   Photo Credit: Ansafoto/Franck Robichon


06 agosto 2025, ore 08:00

Delegazioni da 120 Paesi a Hiroshima e Nagasaki per ricordare le vittime e rilanciare l’appello globale per un futuro senza armi nucleari

80 ANNI DALLE BOMBE SU HIROSHIMA E NAGASAKI

Mentre il mondo affronta nuove tensioni geopolitiche, il Giappone ricorda uno dei momenti più drammatici della sua storia. L’anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, a ottant’anni da quel 6 agosto del 1945, riporta alla luce ferite mai del tutto rimarginate e rilancia il messaggio di pace che da decenni accompagna queste commemorazioni. Le due città martiri, simbolo universale delle conseguenze dell’uso delle armi nucleari, accoglieranno delegazioni provenienti da ogni angolo del pianeta, in un contesto internazionale segnato da conflitti e nuove minacce atomiche.

L'IMPORTANZA DELLA MEMORIA

Il premier giapponese, Shigeru Ishiba, in un recente intervento parlamentare, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di quella catastrofe, affinché le generazioni future non si trovino a ripetere gli errori del passato. Le sue parole arrivano in un momento delicato, in cui il confronto tra grandi potenze, in particolare Stati Uniti e Russia, riporta alla mente scenari da Guerra Fredda. Nonostante i decenni trascorsi, il mondo resta diviso in blocchi e l’ombra dell’atomica continua a incombere. Per la cerimonia di Hiroshima, in programma oggi, sono attesi rappresentanti di 120 nazioni, un numero mai raggiunto prima. Qui, al Parco del Memoriale della Pace, i sopravvissuti ai bombardamenti e i leader internazionali si riuniranno davanti alle rovine del Genbaku Dome, uno dei pochi edifici rimasti in piedi vicino all’epicentro dell’esplosione. Questo luogo, oggi patrimonio dell’umanità, continua a parlare alle coscienze come simbolo di distruzione, ma anche di rinascita.

I PAESI PRESENTI IN GIAPPONE PER IL RICORDO

Tra i Paesi presenti figurano Stati Uniti, Regno Unito e Francia, tutte potenze nucleari, insieme a Israele e India, che non fanno parte del Trattato di non proliferazione. Per la prima volta parteciperanno anche Palestina e Taiwan, segnando un importante passo verso un riconoscimento più ampio della portata universale di questo evento. Assenti invece Cina, Pakistan e Corea del Nord, nazioni che continuano a rappresentare nodi irrisolti nel panorama della sicurezza globale. Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha evidenziato come l’interesse internazionale verso la storia della città sia in costante crescita. Lo scorso anno il museo dedicato al bombardamento ha registrato oltre 2,2 milioni di visitatori, un record che testimonia l’impatto ancora vivo di questo capitolo di storia. “La nostra missione – ha dichiarato Matsui – è trasmettere lo spirito di Hiroshima, soprattutto ai giovani, per costruire un futuro libero dall’incubo nucleare”.

I PREPARATIVI ANCHE A NAGASAKI

Nagasaki si prepara a una partecipazione senza precedenti. Il sindaco Shiro Suzuki ha ribadito l’importanza di far conoscere direttamente ai partecipanti gli effetti disumani dell’uso dell’atomica, nella speranza che l’esperienza contribuisca a un impegno concreto per il disarmo. Tra i presenti potrebbe figurare anche una delegazione russa, evento significativo alla luce del conflitto in Ucraina. Gli Stati Uniti saranno rappresentati dall’ambasciatore George Glass, che parteciperà a entrambe le cerimonie, segnando un gesto di continuità e attenzione verso il tema. Quest’anno, l’attenzione mediatica è amplificata anche dal recente conferimento del Premio Nobel per la Pace al Nihon Hidankyo, l’organizzazione che riunisce i sopravvissuti dei bombardamenti. Un riconoscimento al loro costante impegno per un mondo senza armi nucleari, portato avanti per decenni nonostante il peso dei ricordi e delle sofferenze personali. Ottant’anni dopo, il Giappone rimane l’unica nazione ad aver subito un attacco atomico durante un conflitto, e proprio per questo porta sulle spalle la responsabilità di mantenere vivo il monito di Hiroshima e Nagasaki. Le cerimonie di quest’anno non saranno soltanto atti di memoria, ma anche un appello alla cooperazione internazionale in un tempo in cui le minacce globali sembrano riaffacciarsi con forza. Dal dolore di quelle giornate è nato un messaggio che ancora oggi risuona con urgenza: evitare che l’umanità debba rivivere un simile orrore.


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