Hamas sospende il rilascio degli ostaggi, Israele risponde "È una violazione della tregua"

Hamas sospende il rilascio degli ostaggi, Israele risponde "È una violazione della tregua"

Hamas sospende il rilascio degli ostaggi, Israele risponde "È una violazione della tregua" Photo Credit: https://agenziafotogramma.it/


I miliziani palestinesi hanno accusato il governo israeliano di non aver rispettato i patti, ma che la porta resta aperta al dialogo. Dagli Stati Uniti Trump avverte "Se i prigionieri non saranno liberati scoppierà l'inferno"

HAMAS-ISRAELE, TORNA LA TENSIONE

La situazione a Gaza torna ad infiammarsi, con la tregua delle ultime tre settimane che appare sempre più fragile. La causa principale è stata la decisione di Hamas di posticipare il rilascio di nuovi ostaggi, previsto per sabato, accusando Israele di non aver rispettato pienamente gli accordi stabiliti a metà gennaio. La risposta dello Stato ebraico è stata immediata, denunciando una violazione dell'intesa da parte del gruppo palestinese. Nel frattempo, l'Idf è stato allertato per ogni possibile scenario, con l'esercito pronto a intervenire. La tensione è ulteriormente aumentata a seguito delle dichiarazioni di Donald Trump, il quale ha proposto un piano che prevede il non ritorno degli sfollati palestinesi a Gaza dopo una futura presa di controllo dell'area da parte degli Stati Uniti. Il presidente americano ha inoltre lanciato un avvertimento diretto ad Hamas: se gli ostaggi non verranno liberati come stabilito, "scoppierà un inferno". Inoltre, ha minacciato di tagliare gli aiuti a Egitto e Giordania nel caso rifiutassero di accogliere i rifugiati gazawi.


IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI ERA PROGRAMMATO PER SABATO 15 FEBBRAIO

Sabato 15 febbraio avrebbe dovuto segnare il sesto scambio di prigionieri tra Hamas e Israele nell'ambito della tregua, ma il braccio armato del gruppo palestinese ha dichiarato che l'operazione è sospesa fino a nuovo ordine, in attesa che Israele rispetti i propri impegni. Tra le accuse rivolte allo Stato ebraico figurano il ritardo nel rientro degli sfollati nel nord della Striscia e la mancata fornitura di attrezzature mediche e strumenti per la rimozione delle macerie. Israele, dal canto suo, sostiene che Hamas stia cercando di far fallire l'accordo. Il governo israeliano ha immediatamente convocato un vertice per decidere il da farsi, mentre l'esercito è tornato in stato di massima allerta, con il rischio concreto di una ripresa delle ostilità e il dispiegamento di ulteriori truppe nell'area. All'interno dello stesso governo israeliano non mancano opinioni contrastanti: alcuni ritengono che il premier Benjamin Netanyahu abbia interesse a sabotare la tregua per non apparire debole agli occhi della sua coalizione di destra. Il ministro ultranazionalista Itamar Ben Gvir ha approfittato della situazione per ribadire la necessità di riprendere l’offensiva su Gaza e smantellare Hamas.  

LE PAROLE INFUOCATE DI TRUMP

Donald Trump ha ribadito il suo sostegno a Israele, avvertendo Hamas che se gli ostaggi non verranno liberati entro sabato, la tregua sarà annullata. Inoltre, ha rilanciato il suo controverso piano per Gaza, affermando di voler trasformare la Striscia in una proprietà americana e avviare un progetto di sviluppo immobiliare. Secondo la sua visione, i palestinesi verrebbero trasferiti in nuove comunità costruite in zone più sicure, dove "avrebbero abitazioni migliori di quelle attuali". A una domanda diretta di un giornalista su un eventuale diritto al ritorno dei palestinesi sfollati, Trump ha risposto in modo netto: "No, non avrebbero alcun diritto di tornare".


LE REAZIONI DAL MONDO ARABO

La proposta ha scatenato forti reazioni nel mondo arabo, con Egitto e Giordania in prima linea nel respingere l’idea di accogliere gli abitanti di Gaza. La posizione del Cairo è stata ribadita dal ministro degli Esteri Badr Abdelatty durante un incontro a Washington con il suo omologo statunitense Marco Rubio. Trump, tuttavia, si è detto fiducioso di poter convincere i due Paesi e ha lasciato intendere che, in caso di rifiuto, gli aiuti economici a Egitto e Giordania potrebbero essere sospesi.


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