Governo, il premier Draghi punta l’indice con decisione contro i no-vax: violenza odiosa e vigliacca

Governo, il premier Draghi punta l’indice con decisione contro i no-vax: violenza odiosa e vigliacca

Governo, il premier Draghi punta l’indice con decisione contro i no-vax: violenza odiosa e vigliacca


E soprattutto il capo dell’esecutivo ha ribadito con forza la necessità della vaccinazione per chiunque, ricordando come questa è la sola via per la ripartenza e per garantire la ripresa in presenza dell’anno scolastico: “da sempre la nostra priorità”

«Entro la fine di settembre raggiungeremo l’80% della copertura vaccinale»: così il premier nella conferenza stampa a Palazzo Chigi si dice fiducioso e professa ottimismo. Ma soprattutto Mario Draghi ha ribadito la necessità della vaccinazione per chiunque, ricordando come questa è la sola via per la ripartenza e per garantire la ripresa in presenza dell’anno scolastico («da sempre una nostra priorità»). Il capo del governo ha poi espresso solidarietà a tutte le vittime delle aggressioni «vigliacche» da parte dei no vax nei confronti di medici, giornalisti e operatori in prima fila nella lotta alla pandemia, aumentate nell’ultimo periodo in concomitanza con l’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass prima per i grandi eventi e i ristoranti al chiuso e, da ieri, anche sui mezzi di trasporto. Ma non solo. Draghi ha aperto all'obbligo vaccinale e alla terza dose del vaccino, dicendosi in entrambi i casi favorevole.


Il Green Pass

«L’applicazione del green pass mi pare stia andando bene - ha in ogni caso sottolineato Draghi -. Sui trasporti ci saranno sempre dei casi di foto di mezzi pieni, ma in generale la preparazione è stata ben fatta». Draghi ha poi affrontato il tema dell’economia, sottolineandone l’andamento positivo e parlando di un «grande rimbalzo» a cui però occorre far fronte senza adagiarsi e con misure che consentano il mantenimento della crescita. «Il governo - ha ricordato - non ha passeggiato durante l’estate». E sulle riforme ha annunciato «un’agenda molto fitta» che vede in primo piano i temi della concorrenza e della giustizia. «Dovremo affrontare il problema fondamentale delle politiche attive del lavoro — ha aggiunto —. È prevedibile che molti settori dovranno ristrutturarsi». Capitolo scuola, la novità arriva sulle mascherine:  via l'utilizzo in caso di studenti tutti immunizzati.


L'Afghanistan

Non poteva mancare un accenno all’Afghanistan. «Ci sono moltissime riflessioni da fare per tirare le coordinate del futuro — ha commentato. Oggi dobbiamo impegnarci soprattutto sul futuro immediato, dobbiamo impegnarci al massimo per aiutare gli afghani». Ha poi ringraziato le forze militari italiane che hanno partecipato alla «straordinaria opera di evacuazione», ricordando che ad oggi sono circa 5 mila i soggetti in via di ricollocazione del nostro Paese. La questione afghana, ha detto ancora, sarà al centro del colloquio che avrà questa sera con il presidente francese Macron a Marsiglia, dove si affronteranno altri temi di politica estera tra cui le prospettive della Ue e la Libia.



L’obbligo

Nel frattempo è ormai certo che l’obbligo del green pass venga esteso ulteriormente: lo ha detto pure lo stesso Draghi. Probabile dunque anche ai dipendenti pubblici, e ai dipendenti privati. Con il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta che vuole pure anticipare il rientro dallo smart working per gli statali (finora fissato al 31 dicembre, data della fine dello stato d’emergenza). Ci sarà una cabina di regia per decidere in via definitiva.


Le tensioni

Intanto mentre la Commissione Affari sociali in Parlamento approva la proroga a 12 mesi della validità del certificato verde, dagli attuali 9, e dice sì ai test salivari, ci sono tuttavia tensioni nella maggioranza, dopo che ieri la Lega ha tentato invano di cancellare il Green Pass con alcuni emendamenti al decreto Covid. Di sicuro il governo ha segnato un punto a suo favore perché oggi il Tar, il Tribunale amministrativo regionale, ha decretato corretta la sospensione dei docenti senza pass, e ha respinto i ricorsi contro i provvedimenti del ministero. Ma il giorno dopo lo 'strappo' leghista sul green pass non si placano le fibrillazioni interne alla maggioranza. E la crepa, anzi, si allarga perché le critiche alla linea di Matteo Salvini arrivano, non solo da Pd, M5s e Leu, ma anche dagli alleati di centrodestra, Forza Italia e Cambiamo. Il segretario leghista, che ieri aveva imposto ai suoi di andare avanti sui circa 40 emendamenti al decreto Covid all'esame della commissione Affari sociali della Camera, tiene il punto e smentisce di aver telefonato a Mario Draghi per "ridimensionare l'accaduto" come invece ricostruito da un quotidiano. “Non c'è stata alcuna telefonata fra il premier e il leader della Lega per commentare il voto sul green pass, si legge in una nota. I rapporti tra Salvini e Draghi erano e rimangono più che cordiali - si sottolinea -, e nei prossimi giorni si rivedranno per concordare e organizzare l'impegnativa agenda di riforme per l'autunno, da quella della pubblica amministrazione a quella degli appalti, dalla riforma fiscale a quella previdenziale". Lo stesso premier ha chiosato la vicenda in questa maniera: “Il governo va avanti, i chiarimenti siano fatti dentro i partiti”.


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