Governo, domani da Bergamo il premier Draghi parlerà al Paese: su Covid, vaccini e il caos Astrazeneca

Governo, domani da Bergamo il premier Draghi parlerà al Paese: su Covid, vaccini e il caos Astrazeneca

Governo, domani da Bergamo il premier Draghi parlerà al Paese: su Covid, vaccini e il caos Astrazeneca


Con l'ok unanime della Commissione Affari costituzionali del Senato è legge l'istituzione della giornata nazionale delle vittime da coronavirus. La ricorrenza è stata fissata al 18 marzo, quando i mezzi militari furono impiegati per il trasporto delle salme

Con l'ok all'unanimità della commissione Affari costituzionali del Senato, riunita in sede deliberante, diventa legge l'istituzione della giornata nazionale delle vittime del Covid-19. La ricorrenza è stata fissata al 18 marzo, data in cui, esattamente un anno fa, per la prima volta, i mezzi militari a Bergamo sono stati impiegati per il trasporto delle salme. E proprio domani, 18 marzo, nella città lombarda si recherà il presidente del Consiglio, Mario Draghi.


Un (bel) segnale

 "È un bel segnale che tutti abbiano dato il loro contributo", ha subito sottolineato il presidente della prima commissione, Dario Parrini (Pd). "Siamo molto soddisfatti dell'approvazione di questa legge in via definitiva. La crisi di governo e l'impossibilità di calendarizzare il provvedimento ci hanno messo in difficoltà sul piano dei tempi, visto che c'erano delle condizioni della Ragioneria da soddisfare", ha aggiunto. Dalla Commissione disco verde anche ad un ordine del giorno, approvato da tutte le forze politiche che siedono in Parlamento, per facilitare gli indennizzi ai familiari delle vittime del Covid - 19. Si vuole impegnare il governo a misure di legge "non solo simboliche ma concrete", ha spiegato ancora Parrini. E per domani il premier Draghi ha disposto le bandiere a mezz’asta proprio per la giornata nazionale delle vittime del Covid.


L’ottimismo di Speranza

Intanto, la fiducia nei vaccini c'è e "non si è incrinata" nonostante la sospensione "temporanea e precauzionale" dell'AstraZeneca su cui l'Ema si pronuncerà domani: così il ministro della Salute, Roberto Speranza, confida che il parere dell'autorità regolatoria europea sbloccherà l'impasse nelle prossime ore, e così la campagna vaccinale in Italia potrà riprendere e anzi accelerare. E' questo l'obiettivo del governo, ribadisce parlando in audizione davanti alle commissioni Affari sociali di Camera e Senato, e per renderlo ancora più concreto annuncia che sarà dato uno spazio maggiore alle farmacie e agli infermieri. "Stiamo lavorando a due interventi normativi - spiega - uno per favorire il maggior protagonismo delle farmacie e l'altro per un maggior protagonismo degli infermieri". E poi specifica: "Proprio in queste ore stiamo lavorando con l'Ordine dei farmacisti a una norma che consenta la partecipazione eccezionale degli infermieri alla campagna di vaccinazione". Un tassello in più che si aggiunge alla 'squadra' per vaccinare a ritmi più sostenuti, dopo il 'reclutamento' di medici generali, pediatri e odontoiatri. "Il governo italiano - sottolinea Speranza - considera i vaccini la prima vera chiave per chiudere la stagione così difficile che viviamo da oltre un anno. Quanto avvenuto" sul vaccino AstraZeneca "non incrina la nostra fiducia nell'arma di cui disponiamo per contrastare il Covid. La campagna vaccinale andrà avanti e dovrà accelerare anche con l'aumento delle dosi che avremo a disposizione". "


Le mosse di Letta

Nel frattempo da "federatore" a semplice interlocutore: nel Partito democratico, il primo effetto dell'elezione a segretario di Enrico Letta è il ridimensionamento di Giuseppe Conte quale "punto di equilibrio dell'alleanza". Certo, Conte non è più presidente del Consiglio e non è (ancora?) leader del Movimento 5 Stelle, ma è un fatto che i Dem guardino ora all'avvocato M5s da pari a pari. Letta ha spiegato di volerlo incontrare, ma ha anche rivendicato per il suo partito il ruolo di motore dell'alleanza di centro sinistra. Un campo largo nel quale chiama tutti, da Bersani a Calenda, passando anche per i renziani di Italia Viva. L'obiettivo non è solo quello di raccogliere i cocci di un partito sempre più frammentato, ma anche quello di "fare da motore" del governo Draghi. Una correzione di rotta dopo quanto avvenuto con la formazione del governo Draghi, quando Beppe Grillo, dopo le consultazioni con il premier incaricato, si affrettò a dichiarare che "Draghi sembra un grillino", riferendo di aver ricevuto dall'ex presidente della Bce i complimenti per il Reddito di Cittadinanza. Parole che arrivavano dopo la sconfitta della linea "o Conte o elezioni" tenuta fino ad allora dal Partito Democratico e che procurò al segretario Nicola Zingaretti una nuova pioggia di critiche da parte della minoranza interna. Fino alle dimissioni e all'elezione di Enrico Letta. Il nuovo segretario ha capito immediatamente che occorreva riguadagnare quello spazio centrale all'interno della coalizione di governo che mette al riparo dal rischio di rimanere schiacciati dalla Lega. "E' la Lega a dover dare delle risposte, non noi", sono le parole usate dal segretario davanti al parlamentino Dem, con l'orizzonte puntato al 2023, quando si tornerà alle urne.


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