Governo, ancora divisioni sulla stretta di natale, mentre sulla verifica Renzi insiste ed evoca Draghi

Governo, ancora divisioni sulla stretta di natale, mentre sulla verifica Renzi insiste ed evoca Draghi

Governo, ancora divisioni sulla stretta di natale, mentre sulla verifica Renzi insiste ed evoca Draghi


A Palazzo Chigi continuano le riunioni per le nuove misure anti-Covid, domani la decisione. Intanto salta l’incontro fra Conte e Italia viva e il clima nella maggioranza rimane teso

La prima decisione urgente da prendere nel governo è legata alla stretta di Natale. La scelta di dover stringere sulle misure è condivisa, ma è ancora da deliberare come si farà. Una delle ipotesi è quella di una zona 'arancione' rafforzata, ovvero chiudere i bar e i ristoranti e per alcuni giorni festivi 'serrare' anche i negozi. Ma il braccio di ferro nell'esecutivo è ancora in corso e l'ala rigorista ritiene che occorra passare al colore rosso a livello nazionale sul 'modello Merkel' per evitare la terza ondata. "Non è facile dire agli italiani che non devono neanche salutare i parenti e tapparsi in casa", osserva un ministro. Riportando i dubbi del presidente del Consiglio Conte, che in ogni caso ribadisce la necessità di "continuare a vigilare e non abbassare la soglia di attenzione". "Bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni dicendo 'Chiusura!', poi 'No, ci si potrà muovere fra comuni!' ed infine "No, zona rossa in tutta Italia!'", punge Renzi.


Gli spostamenti fra Comuni

Domani a Palazzo Madama si discuteranno le mozioni sugli spostamenti tra Comuni nei giorni super-festivi. Il Pd impegna il governo a permettere una deroga per i Comuni sotto i 10 mila abitanti ma la maggioranza potrebbe trovare un accordo su un nuovo testo per evitare divisioni. "Dobbiamo stringere i denti e resistere finchè non arrivano i vaccini", osserva il sottosegretario Zampa. Il via libera a norme più rigorose arriverà entro domani sera, giovedì poi ci sarà il confronto con le Regioni.


La mossa di Renzi

Domani sera o giovedì ci sarà pure l'incontro tra il premier Conte e Renzi. Incontro saltato per gli impegni del ministro Teresa Bellanova a Bruxelles (partecipa al Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura europei). Il clima è ancora di tensione. "Stiamo facendo - sottolinea il leader di Iv - una battaglia per le idee, non per le poltrone: all'incontro verranno anche le ministre, che sono pronte a rimettere il mandato, se serve". Non è un caso che l'ex presidente del Consiglio (ha postato anche una foto con Biden) evochi nella sua E-news Draghi. "Sempre bello leggere le sue riflessioni. Ci richiama a una visione seria e intelligente del futuro delle imprese, dei posti di lavoro, del debito pubblico", scrive l’ex premier.


L’alternativa

Il 'piano B' di Iv resta quello di strappare dopo la legge di bilancio. E puntare eventualmente sulla stessa maggioranza oppure al contributo di FI e Lega per 'chiamare' l'ex numero uno della Bce. "Ci mancano pochi voti in Parlamento. Ci sono 20 persone di buona volontà - si chiede il leader della Lega Salvini - che dicono che piuttosto che rimanere fermi con Conte scegliamo cinque cose da fare e ci diamo tot mesi di tempo per farle'?". "Di sicuro - spiega un fedelissimo di Renzi - non faremo come con il 'caso Bonafede'. Non arretreremo. Nel momento in cui salta questo governo una maggioranza la si trova in un minuto". Le fibrillazioni passano attraverso l'accordo sul 'Recovery plan'. Niente cabina di regia, nessun super-manager, sì ad un'unità di missione con il coinvolgimento del Parlamento e delle opposizioni e scelte politiche in capo al Consiglio dei ministri, l'aut aut del senatore di Rignano. Conte ieri ha promesso di 'parlamentarizzare' il processo dei fondi Ue ma a suo parere (condiviso soprattutto con il ministro Gualtieri e con il Movimento 5 stelle) una task force ci vuole. "Ma vi sembra normale che mentre l'agenzia europea per il farmaco si riunirà in via straordinaria il 21 dicembre per esprimere il suo parere sul vaccino anti-Covid di Pfizer/BioNtech noi discutiamo di queste cose?", si chiede un esponente di governo M5s. Tra i pentastellati aumenta l'irritazione nei confronti di Renzi. "Si assumerà le sue responsabilità", taglia corto un sottosegretario. "Ne possiamo anche fare a meno. Ci sono 8 responsabili pronti a sostenerci e anche una parte dei senatori di Iv", dice un 'big' M5s. Nel centrodestra si fanno conti diversi anche se Fratelli d'Italia è per una linea netta sul voto anticipato qualora implodesse il governo. "Se Conte riporta il testo del 'Recovery' in Cdm, noi votiamo contro. Ritirare i ministri? Succederà il momento dopo", taglia corto Rosato. Italia viva porterà all'attenzione del premier un suo documento con una distribuzione diversa delle risorse. "Sarà un piano nazionale. Non abbiamo assolutamente come governo una concezione padronale. L’esecutivo andrà avanti con coesione, nessuno vuole galleggiare", prova a rassicurare il presidente del Consiglio. Basterà? 

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