Giro d’Italia, la tappa tra Lucca e Pisa: miscela pop tra bellezza classica e avanguardie

Giro d’Italia, la tappa tra Lucca e Pisa: miscela pop tra bellezza classica e avanguardie

Giro d’Italia, la tappa tra Lucca e Pisa: miscela pop tra bellezza classica e avanguardie


Il tracciato della decima tappa della corsa Rosa è come una pista per biglie giganti sulla spiaggia. Culture distanti che si fondono in un affascinante mix

A Lucca, città gioiello della Toscana, è posizionata la pedana da cui è partita la tappa a cronometro di oggi. Traguardo Pisa, a poco meno di 30 chilometri di distanza.

LUCCA

A piazza Napoleone sono spuntate le capannine rosa del villaggio di partenza della frazione numero dieci. Un po’ defilato, nella piazzetta dedicata, troneggia il teatro Giacomo Puccini, che sembra osservare austero e benevolente, lo sfoggio dei paramenti della corsa Rosa e il ciondolare di appassionati e curiosi. La città è forse tra le più appropriate ad ospitare questo misto di antico e moderno, classico e pop, giocoso e serio. Lucca è strade strette, piazze nascoste, palazzi di mattoncini rossi o con facciate rinascimentali, torri panoramiche e mura di cinta percorribili su ogni livello, dalla cima ai sotterranei. Su ognuno di questi elementi architettonici seri, belli e cattura-sguardo, aleggia un sorriso stilizzato, un disegno e un fumetto. Il popolare festival Lucca Comics & Games è un momento importante per la città, e nel Giro trova la sintesi perfetta nelle istallazioni diffuse lungo tutto il percorso. L’artista Karl Kopinski, uno dei più acclamati maestri dell’arte dell’illustrazione in Europa, ha creato 8 maxi-biglie che sono state posizionate nelle due città d’arte dedicate agli eroi del ciclismo. Le sfere di plastica, metà colorata e metà trasparente attraverso cui sono visibili le immagini dei campioni del ciclismo, ritraggono i volti di Gino Bartali, Fausto Coppi, Marco Pantani, ma anche campioni contemporanei come Mark Cavendish e Tadej Pogačar.

PISA

Proprio a Pisa è posizionata la biglia più grande, alta 6 metri. E senza nulla togliere a queste interessanti espressioni di arte, il miracolo, qui, continua a essere piazza dei Miracoli. Sul tappeto verde di erba fresca il Battistero, il Duomo, il Camposanto e la Torre pendente restano i protagonisti assoluti. La Torre più famosa del mondo, seconda, forse , solo a quella francese -tour Eiffel-, e icona d’Italia, di un marmoreo bianco opalescente, cattura e inchioda chiunque arrivi in quella che in realtà è piazza del Duomo. I ‘miracoli’ sono arrivati più tardi, nel 1910, quando Gabriele D’Annunzio, nel suo romanzo ‘Forse che sì forse che no’ chiamò la piazza ‘il giardino dei miracoli’, facendo riferimento alla bellezza degli edifici religiosi disseminati sul tappeto verde. Ma anche a Pisa è possibile seguire itinerari alternativi con una profonda anima pop. Dal murale Tuttomondo di Keith Haring, inno all’inclusione e alla natura, a quello di Eduardo Kobra con il suo Galileo Galilei, omaggio al pisano più conosciuto. L’astronomo qui è raffigurato mentre ammira il cielo attraverso un cannocchiale che appare in tutto e del tutto simile all’iconica Torre.



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