Giro d’Italia: Durazzo, da qui il via alla corsa. Storia di partenze, non solo ciclistiche

Giro d’Italia: Durazzo, da qui il via alla corsa. Storia di partenze, non solo ciclistiche

Giro d’Italia: Durazzo, da qui il via alla corsa. Storia di partenze, non solo ciclistiche


Inizia la corsa rosa. A Durazzo, seconda città dell’Albania, lo start. Dal porto partì anche il mercantile Vlora

Durazzo. Partenza della prima tappa del Giro d’Italia 2025. Edizione numero 108. 160 km, arrivo nella capitale albanese, Tirana. È la 15ma volta che la Corsa Rosa prende il via all’estero, ma è la prima nei Balcani.


ITALIA-ALBANIA

Un filo invisibile lega l’Italia ai dirimpettai dell’Adriatico. Una storia di rapporti profondi, talvolta drammatici, a volte pragmatici. Fin dai tempi dei Romani, il porto commerciale di Durazzo è stato uno snodo fondamentale per i commerci tra Roma e Bisanzio. Oggi continua nel suo ruolo di scalo commerciale con i Paesi del Mediterraneo dell’est. Durazzo, Durres per gli albanesi, si affaccia sull’Adriatico, esattamente davanti a Bari. Il filo che lega le due città si chiama Vlora. 


VLORA

Con i suoi 147 metri di lunghezza, Vlora era un cargo, di enormi dimensioni, che trasportava merci attraverso l’Atlantico. Aveva attraccato al porto della città albanese e scaricato tonnellate di zucchero provenienti da Cuba. Avrebbe sostato qualcuno giorno, prima di essere ricaricata per partire verso una destinazione oltreoceano. Era il 7 di agosto del 1991, una giornata torrida. L’Albania viveva un momento storico molto complesso, il popolo era stremato e soffocato da una crisi devastante. 20 mila persone, donne uomini e tantissimi bambini, assaltarono il mercantile. Entrarono nella nave da ogni pertugio e ne occuparono tutti gli spazi disponibili. I video di repertorio mostrano persone arrampicate sugli alberi della nave, e un tappeto umano che ricopriva completamente il ponte dell’imbarcazione. Immagini soffocanti e tragiche. Al comandante fu intimato di mollare gli ormeggi immediatamente. Rotta verso l’Italia


LO SBARCO

L’8 agosto il colosso marittimo si presentò alle porte del porto di Bari. Le televisioni trasmettevano le immagini sconcertanti di questo carico umano, che chiedeva aiuto, e vedeva nell’Italia il Paese della salvezza. Vlora fu fatta attraccare a un molo dello scalo e parte di quei 20 mila defluirono sulla banchina e si accasciarono a terra, stremati dal viaggio, dalla fame e dalla sete. Quelle scene sono indimenticabili e indimenticate. Le autorità italiane provarono a portare soccorso e a gestire l’ordine pubblico, non senza difficoltà…


LE TENSIONI

Gli albanesi vennero messi nello stadio della Vittoria, la vecchia arena di Bari, sostituito l’anno precedente con il San Nicola, costruito in occasione di Italia ‘90. I migranti furono tenuti lì per diversi giorni. Le forze dell’ordine dovettero fronteggiare una crescente tensione tra gli immigrati, tensione che, però, serpeggiava anche nel capoluogo pugliese. Furono momenti molto complessi per tutti. Vlora è tutt’oggi la più grande imbarcazione mai utilizzata per il trasbordo di passeggeri irregolari in Italia. Nonostante la drammaticità di questo episodio, lo sbarco segnò il punto di partenza di una strettissima relazione tra le due coste del mare Adriatico.


IL FILO ROSA

Oggi Durazzo è l’inizio di una festa e di un nuovo ponte tra Italia e Albania. Il filo rosa della corsa alla sua centottava edizione terrà assieme non solo tutta l’Italia, ma anche il Paese Oltremare: l’Albania.


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