Giornata mondiale dell’ambiente: la plastica arriva nelle arterie

Giornata mondiale dell’ambiente: la plastica arriva nelle arterie

Giornata mondiale dell’ambiente: la plastica arriva nelle arterie   Photo Credit: Naja Bertolt Jensen su Unsplash


05 giugno 2025, ore 11:34

Ogni anno, il 5 giugno, la ricorrenza per riflettere su come ridurre l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi

Da molti mesi a questa parte la nostra attenzione è catalizzata da grandi emergenze: i conflitti in giro per il mondo, l’inflazione, le tensioni economiche tra superpotenze… Di fronte a queste situazioni, altre urgenze passano in secondo piano. È il caso dei problemi legati all’ambiente: dal livello di inquinamento (dell’aria, delle acque, del suolo) al cambiamento climatico, un unico filo rosso collega i disagi cui la nostra Terra sta andando incontro: il ruolo delle attività dell’uomo. Un tema su cui vale la pena mantenere sempre alta l’attenzione, soprattutto perché non riguarda solo le generazioni future, ma inizia a coinvolgere la salute di noi contemporanei. Per aumentare il livello di consapevolezza sul tema, dal 1974 si celebra ogni 5 giugno la Giornata mondiale dell’Ambiente, proclamata dall’Onu in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente con lo slogan “Only One Earth” (“solo una Terra”).

I rischi per la salute

L’efficacia delle molte campagne “plastic-free” è riscontrabile in un diffuso aumento della sensibilità da parte dei cittadini sul tema e, soprattutto, nell’introduzione di nuove normative – principalmente a livello europeo – che hanno costretto aziende ed esercizi commerciali a ridurre sensibilmente l’impiego di plastica. A certificare l’urgenza di continuare su questa strada, una ricerca pubblicata lo scorso anno sul New England Journal of Medicine coordinata dall’Università della Campania Vanvitelli. Il team di ricerca ha analizzato oltre 257 pazienti over 65, rivelando la presenza di micro e nano plastiche nelle placche aterosclerotiche delle arterie! Una “scoperta rivoluzionaria”, secondo il periodico internazionale di medicina. Secondo quanto provato dagli scienziati, a causa di queste sostanze il rischio di infarto e ictus risulta più che raddoppiato.

I livelli di inquinamento

Queste sostanze plastiche, molto positive per certi versi (si pensi al risparmio energetico che garantiscono o la comodità che portano al settore degli imballaggi), una volta rilasciate nell’ambiente, si scompongono in particelle più piccole che entrano nella catena alimentare, vengono ingerite da animali, inglobate da piante, e arrivano fin dentro al nostro organismo. Danni che trovano origine nell’errato smaltimento di questi materiali. Secondo i più recenti studi, solo il 21% della plastica oggi sarebbe economicamente riciclabile e solo il 9% di tutta quella prodotta verrebbe effettivamente riciclata a livello globale.

Secondo il Wwf, guardando agli ecosistemi marini e costieri del Mediterraneo, la plastica rappresenta l’80% dei rifiuti dispersi. A complicare lo smaltimento, il fatto che ogni anno vengono immessi sul mercato più di 410 milioni di tonnellate di questi materiali. Nel 2025, si prevede che il mondo consumerà 516 milioni di tonnellate di plastica. Entro il 2060, si stima che il consumo globale annuo di plastica raggiungerà oltre 1,2 miliardi di tonnellate.

Anche di questo si ragionerà tra due mesi, a Ginevra, nel summit globale nell’ambito del quale si porteranno avanti negoziati per stilare un trattato mondiale volto a porre fine all’inquinamento da plastica.


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