George Floyd, al via il processo; si temono scontri, la città di Minneapolis è blindata, in campo la Guardia Nazionale

George Floyd, al via il processo; si temono scontri, la città di Minneapolis è blindata, in campo la Guardia Nazionale

George Floyd, al via il processo; si temono scontri, la città di Minneapolis è blindata, in campo la Guardia Nazionale


È al via il processo per la morte di George Floyd, da parte di un agente di polizia; la città di Minneapolis è blindata dai soldati della Guardia Nazionale

Gli Stati Uniti si preparano a vivere uno dei processi più attesi dall’opinione pubblica e destinati a fare la storia del Paese: quello vede sul banco degli imputati Derek Chauvin, l'ex agente di polizia che ha provocato la morte di George Floyd, il quarantaseienne afroamericano divenuto vera e propria icona del movimento Black Lives Matter.

Il processo che si svolge a Minneapolis era pronto per iniziare, giudice ha rinviato di almeno 24 ore l'avvio di questo evento che sarà seguito da milioni di americani, ma che rischia di aumentare le divisioni all'interno della società americana. All’interno degli Stati Uniti resta irrisolto il problema dell'eccesso di violenza da parte della polizia soprattutto verso le minoranze, violenze che portano spesso ad accuse di razzismo.


Perché questo rinvio

Lo slittamento del processo è stato deciso in attesa che una corte d'appello definisca definitivamente quali sono le accuse di cui deve rispondere Chauvin, su cui pende il reato di omicidio volontario e colposo e che al momento si trova in libertà dopo il pagamento di una cauzione. E’ stato lui che in quei terribili 8 minuti e 46 secondi nel maggio scorso soffocò George Floyd premendogli il collo con un ginocchio, mentre la vittima supplicava di smetterla perché non riusciva a respirare e la frase di dolore: “I can't breathe”, non riesco a respirare, è divenuto il simbolo della lotta degli attivisti di Black Lives Matter e della comunità afroamericana. L’uomo fu fermato dalla polizia perché sospettato dia ver spacciato un banconota da 20 dollari, che Floyd, alto quasi due metri, avrebbe dato al commesso di un negozio.


Le proteste negli Usa

La vicenda di George Floyd provocò imponenti ondate di protesta in tutti gli Usa, manifestazioni andarono avanti per settimane e che in alcuni casi sfociò anche in atti di violenza e di vandalismo.


Minneapolis Blindata

Per paura del ripetersi di episodi di violenza, in queste ore Minneapolis è una città blindata. Diversi i blocchi di cemento armato e le recinzioni di filo spinato posizionate per proteggere i possibili bersagli dei manifestanti. I piani per la sicurezza sono stati messi a punto dagli uomini dell'Fbi. Schierati migliaia di agenti della polizia e circa duemila soldati della Guardia nazionale dello stato del Minnesota. La città si prepara al peggio, nel caso l'imputato Chauvin dovesse essere assolto o punito con una pena ritenuta lieve. Gli attivisti lo hanno promesso: “Una sentenza deludente ci renderebbe molto arrabbiati”.


Quanto durerà il processo

Il processo dovrebbe durare tre settimane, mentre i dibattimenti finali dovrebbero iniziare il prossimo 29 marzo. Sul banco degli imputati oltre a Chauvin ci sono altri tre ex poliziotti, accusati di essere complici dell’ex agente. Per loro il processo inizierà in agosto.


I dati degli interventi della polizia

I dati parlano di oltre 200 morti in 20 anni per mano della polizia in Minnesota. Il 26% delle vittime erano afroamericani, nonostante a questa comunità appartenga solo il 7% della popolazione dello Stato. Dopo la morte di Floyd le autorità locali hanno dovuto ammettere che una riforma del dipartimento di polizia di Minneapolis era impossibile, ma che l'ufficio andava smantellato e rifondato.


La riforma della polizia

George Floyd ha dato il nome alla riforma della polizia federale approvata dalla Camera degli Stati Uniti: un primo passo per cambiare regole e procedure seguite dagli agenti soprattutto nel confrontarsi con le minoranze. Con la sinistra dei democratici che ha fatto del “Defund the police” un suo slogan, scontrandosi con lo stesso presidente Joe Biden contrario a sottrarre fondi alle forze dell'ordine.



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