"Fine calcio mai", gli effetti collaterali di un calendario senza soste e di una bulimia che nuoce al movimento

"Fine calcio mai", gli effetti collaterali di un calendario senza soste e di una bulimia che nuoce al movimento

"Fine calcio mai", gli effetti collaterali di un calendario senza soste e di una bulimia che nuoce al movimento Photo Credit: agenziafotogramma.it


Da tempo si sostiene che si gioca troppo. Ma FIFA e UEFA non fanno che aggiungere o allungare tornei. Le società imcassano e stanno zitte, ma così il giocattolo si rompe

FINE CALCIO MAI

Il copyright è di Enrico Galletti. Dialogando durante la trasmissione “Non Stop News” su RTL 102.5, a proposito del calendario sempre più affollato il conduttore ha coniato lo slogan: “Fine calcio mai”, rifacendosi al classico “Fine pena mai” che accompagna le condanne all’ergastolo. Ora il calcio è un gioco, vanta miliardi di appassionati in tutto il mondo: non è una pena, ma la bulimia di questi tempi può portare a una crisi di rigetto.

MAI UNA SOSTA

Di fatto non c’è interruzione tra una stagione e l’altra: chiuso il campionato di serie A, c’era ancora da disputare la finale di Champions League. Poi subito spazio alla Nazionale ( peraltro con la rovinosa caduta degli Azzurri in Norvegia e il conseguente esonero di Luciano Spalletti). Un tempo lo slot di inizio giugno delle nazionali era l’ultimo appuntamento stagionale. Ma adesso non più. Adesso c’è il mondiale per club.

VECCHIE ABITUDINI

C’era una volta la finale di coppa Intercontinentale: per salire sul tetto del mondo si sfidavano la squadra europea che aveva vinto la Champions League (anzi, la Coppa dei Campioni) e la squadra sudamericana che aveva vinto la Copa Libertadores: finale in gara secca, spesso giocata a Tokyo, con il sottofondo - piuttosto fastidioso- delle trombette artificiali.

EUROPA E SUDAMERICA

Poi una quindicina d’anni fa sono state inserite anche le squadre che avevano trionfato negli altri continenti: Nord America, Africa, Asia, Oceania: ne è venuto fuori un minitorneo, roba da una settimana. Peraltro con la vincitrice che è sempre stata o europea o sudamericana.


COME UN MONDIALE PER NAZIONALI

La nuova formula ora prevede un torneo di un mese: lo schema è come quello del mondiale per nazionali, con la differenza che in campo ci vanno le squadre di club. Trentadue partecipanti, divise in otto gironi. Le prime due classificate si qualificano per gli ottavi di finale e da lì inizia la fase a eliminazione diretta.

SQUADRE LOGORE

Chi arriverà fino in fondo giocherà la finale il 13 luglio. Di fatto alla viglia dell’inizio della nuova stagione. E’ probabile che le conseguenze per chi non ha mai staccato la spina si riflettano sulla prossima annata. La FIFA garantisce premi corposi che sicuramente allettano i club.

QUANTITA' E NON QUALITA'

Ma il rischio è che la quantità di partite sostituisca la qualità e che alla lunga il prodotto diventi meno appetibile. Il nuovo mondiale per club è sicuramente affascinante, ma va a inserirsi in un calendario troppo affollato. Questa bulimia non fa bene ai calciatori, ma nemmeno ai tifosi.

CI HANNO TOLTO LA FAME

Mangiare è bello e regala soddisfazioni. Ma per godersela è necessario avere fame. Se si resta sempre seduti a tavola, il cibo finisce per nausearci. Ecco, agli appassionati di calcio è stata tolta la possibilità di avere fame. Pensiamo con un po’ di nostalgia alle estati senza calcio di tanti anni fa: alla prima giornata di campionato avevamo tutti una gran voglia di calcio. Ora non sappiamo più cosa stiamo guardando.



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