Federica Angeli a RTL 102.5, con sentenza Stato-mafia si è persa un'occasione

Federica Angeli a RTL 102.5, con sentenza Stato-mafia si è persa un'occasione

Federica Angeli a RTL 102.5, con sentenza Stato-mafia si è persa un'occasione


"Un peccato non riflettere su quello che poteva essere questa sentenza" ha dichiarato la giornalista

Tra i temi che ancora fanno discutere l'opinione pubblica c'è la sentenza della corte d'assise d'appello di Palermo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Di questo e altro ha parlato la giornalista Federica Angeli in Non Stop News, su RTL 102.5. Da anni sotto scorta, Angeli ha commentato anche la sentenza del tribunale di Roma che riconosce i Casamonica come associazione mafiosa.


"Occasione persa"

Dal mio punto di vista si è persa un’occasione per sancire quello che è il segreto di Pulcinella, ovvero che purtroppo c’è stato, c’è e ci sarà un’alleanza tra lo Stato e la mafia. Sono ovviamente rispettosa della sentenza e contenta umanamente per gli imputati assolti, un’accusa del genere deve essere un macigno enorme, tuttavia è un peccato non riflettere su quello che poteva essere questa sentenza”. Queste le parole di Federica Angeli su RTL 102.5. “Sicuramente è un passaggio epocale perché è uno spartiacque tra quello che poteva essere è quello che non è”. Il tutto, comunque, “secondo me lascia in alcuni, come nel mio caso, un po’ di amaro in bocca. Alcuni hanno criticato alcuni giornali che hanno seguito passo dopo passo questa inchiesta dicendosi contenti e affermando che fosse tutto un bluff”.

La mafia a Roma

Sulla recente sentenza che ha riconosciuto i Casamonica come associazione mafiosa, Angeli prosegue: “È un successo il riconoscimento di una mafia romana, che prima non esisteva per l’opinione pubblica ma soprattutto per i tribunali di Roma. Prima dell’inchiesta sui Fasciani, il primo clan romano dichiarato mafia, nemmeno la banda della Magliana era stata definita mafia”. Sulla vicenda Casamonica “va comunque detto che siamo ancora al primo grado, ma iniziamo a mettere dei punti fermi sul fatto che la mafia non esiste solamente al sud, ma esiste una mafia che non parla solamente campano, calabrese o siciliano”.


Problema sicurezza, realtà o speculazione?

Parlando dei dati del ministero dell’Interno inerenti al calo costante di reati tra il 2017 e il 2019, nei confronti di chi pone un problema di sicurezza nel nostro Paese, Angeli dichiara che “esiste sicuramente un problema di micro criminalità fastidiosa come scippi, furti o rapine, e non ne faccio una questione di colore di pelle o di nazionalità. Chi vuole associare i reati a un certo tipo di etnia soffia sul fuoco. La macro criminalità invece, quindi la mafia, si percepisce meno ma bisogna fare molta più attenzione perché è molto meno visibile e non ha più la concezione che aveva prima, come per gli omicidi degli anni ‘80. È cambiata la pelle della mafia, il suo business oggi è l'imprenditorialità. Potremmo ritrovarci ad andare in un ospedale gestito da mafiosi che hanno vinto appalti. Questo va combattuto molto più rispetto ad altri problemi che comunque esistono”.

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