L'indagine della Procura di Roma è stata aperta ma al momento è senza indagati o ipotesi di reato. Tanto basta al ministro del Lavoro, Marina Calderone, per passare al contrattacco. La vicenda è quella legata all'esposto di un professore universitario di Brescia sul percorso accademico della ministra -in particolare i titoli acquisiti nel 2012 e nel 2016-. Nessun reato e nessun indagato, per me la storia finisce qui, ha commentato Calderone, aggiungendo però che a questo punto sente come suo dovere di procedere per il reato di diffamazione per ogni malevola illazione contro la sua persona. Il professore Saverio Regasto che quell'esposto l'ha presentato, ha spiegato che la vicenda, stando agli articoli di stampa, gli è sembrata singolare ed ha auspicato che le indagini facciano il loro corso, "chiarendo fatti e circostanze tanto dell'Ateneo, quanto della ministra" ha concluso Regasto. Ma il legale del ministro precisa che "se il reato non c'è, non può esserci una indagine". L'avvocato Cesare Placanica afferma che "È erroneo e fuorviante, e per di più lesivo della reputazione del Ministro Calderone, affermare che la Procura di Roma abbia aperto una indagine relativa al percorso universitario della mia assistita. È anzi vero, al contrario, che nessuna indagine è in corso, né potrebbe esserlo".
LA RIVENDICAZIONE DEL MINISTRO
Già nelle scorse settimane il ministro Calderone aveva ribattuto alle accuse respingendole e dicendosi "serenissima, perché il mio percorso è assolutamente limpido e corretto, quindi non ho alcun tipo di preoccupazione. I due titoli di studio conseguiti non mi hanno comportato alcun vantaggio da un punto di vista professionale e nemmeno politicamente". Oggi in una nota Calderone prende atto dell'inesistenza di ogni ipotesi di reato e di conseguenza la Procura di Roma non ha iscritto alcun indagato nel registro delle notizie di reato. "Per me, dopo tale autorevole avallo, pienamente conforme a quanto ho sempre sostenuto, la storia finisce qui. A questo punto ho il dovere di procedere per il reato di diffamazione per ogni malevola illazione contro la mia persona", ha concluso il ministro. E il suo legale, l'avvocato Placanica, precisa che "se non c'è reato, non può esserci l'indagine" spiegando così che è erroneo parlare di apertura di un fascicolo di indagine.
L'ESPOSTO E I PUNTI CONTROVERSI
In tre pagine e 17 allegati dell'esposto si elencano alcuni punti in particolare. Dagli esami "in serie in economia", anche due al giorno e perfino di domenica, al conferimento da parte di Link Campus della cattedra in Relazioni industriali quando era ancora una studentessa. Poi le presunte rette non pagate e la laurea magistrale con votazione di 110 e lode nonostante la media del 26. Due ex rettori, due professori e lo stesso direttore generale dell’epoca, ha scritto Il Fatto Quotidiano, avrebbero confermato che le modalità di svolgimento degli esami erano “irregolari”. Perché avvenivano alla presenza di un solo professore anziché due, come prevede la legge.