Estinzione, una storia d’amore che guarda con cinismo e razionalità al presente: Francesco Mazza ci porta a scoprire il suo romanzo

Estinzione, una storia d’amore che guarda con cinismo e razionalità al presente: Francesco Mazza ci porta a scoprire il suo romanzo

Estinzione, una storia d’amore che guarda con cinismo e razionalità al presente: Francesco Mazza ci porta a scoprire il suo romanzo   Photo Credit: "Estinzione" di Francesco Mazza, La nave di Teseo


20 dicembre 2025, ore 09:00 , agg. alle 10:09

Un racconto dove le vicende amorose del protagonista Silvio diventano un pretesto eccezionale per una disamina di tematiche sociali contemporanee anche molto controverse

Apriamo un nuovo fine settimana all’insegna dei libri da leggere. Il sabato e la domenica, sulle nostre pagine online, vedono un grande fermento in materia di editoria, complici le diverse rubriche dedicate che accendono i riflettori su un ecosistema in costante fermento.

Da un lato la rubrica domenicale (che quindi torna domani, con nuovi e interessanti titoli) che pone la lente d’ingrandimento su un pacchetto di quattro volumi approdati di recente sugli scaffali. Dall’altro lo spazio delle interviste, che aumenta l’ingrandimento sul lavoro di autori e autrici, complici i racconti e i retroscena che loro stessi ci offrono in merito alle loro opere. Come avvenuto negli ultimi giorni con Don Cosimo Schena e il suo “Da quando ti ho trovato”, oppure con Linda Tugnoli e il suo “Il paese dei morti”.

Oggi i microfoni sono tutti per Francesco Mazza, che ci accompagna alla scoperta del suo nuovo romanzo, “Estinzione”, edito da La nave di Teseo.

ESTINZIONE, L’INDIVIDUO TRA ECCESSO DI STIMOLI E DECLINO DEL DESIDERIO

Ciao Francesco, come faccio sempre lascio a te il compito di introdurci al tuo libro: cosa troviamo in "Estinzione"?

"Estinzione racconta l’esaurimento di alcune promesse fondamentali della nostra epoca – l’idea di libertà, di progresso, di autorealizzazione – e lo fa partendo dal punto più fragile: l’individuo. È un libro sul declino del desiderio e sull’eccesso di stimoli, su un mondo che ci chiede di essere performanti anche nei sentimenti, e in cui perfino l’intimità, in ogni sua forma, è diventata un prodotto da vendere, e chi la vende non lo fa per coercizione, ma è ben felice di farlo."

Uno degli elementi che salta all'occhio già nelle prime pagine è il modo in cui viene identificato smartphone, 'l'ordigno'. Come mai la scelta di questa definizione?

"Lo smartphone non è un oggetto neutro, né uno strumento: è un dispositivo carico di potenziale distruttivo, silenzioso e quotidiano, come certi esplosivi che non fanno rumore finché non detonano. Il problema è che il botto, di norma, lo si sente solo quando è troppo tardi."

Il libro racconta le disavventure (emotive e non) del protagonista, ma approfitta di queste anche per concentrarsi - come giustamente dicevi prima - su temi di rilevanza sociale relativi ai tempi contemporanei... Quale delle due componenti è nata come prioritaria, nella tua idea di storia (le vicende del protagonista o l'ecosistema in sui si trova a muoversi?) e come si è evoluto il tutto poi?

"Premessa: credo che per capire davvero lo spirito di un tempo la fiction sia nettamente superiore al saggio. Nessuno oggi legge un saggio scritto all’inizio del Novecento per capire il clima politico: ma “La coscienza di Zeno” è ancora una lettura frequentata, e imbattibile per capire come si vivesse davvero in Italia in quel periodo storico. Il cuore del libro è una storia d’amore “tossica”, per usare un aggettivo di gran moda, ed è attraverso quella che i temi si dipanano. Poi ci sono, è vero, delle specie di “a parte” in cui il protagonista, Silvio, riflette sul suo tempo; ho volute costruirle per dare modo al protagonista di presentarsi per quello che è, una sorta di radiologo della modernità che osserva tutto con cinismo freddo e distaccato, fermamente convinto che la società si sia già autocondannata all’Estinzione."

UN RACCONTO TRA CINISMO E RAZIONALITÀ, MA NON SOLO

Un personaggio cinico e votato alla razionalità, il tuo protagonista Silvio, ma fino a un certo punto. Almeno assistendo alla tipologia di rapporto amoroso fortemente disfunzionale che porta avanti…

"A differenza dei maschi di cui si legge spesso sui giornali, protagonisti di fatti di cronaca terribili, Silvio è un uomo il cui desiderio nasce dalla mancanza e non dal possesso della donna che ama. Credo fortemente che l’amore abbia a che fare con l’incertezza, e che gli uomini gelosi o iper-gelosi non sappiano nemmeno cosa sia l’amore, ma si tratti di narcisisti incapaci di godere, concentrati esclusivamente su loro stessi. Per questo quando sento alla TV “l’ha uccisa perché la amava” do i numeri: perché l’amore, con quella roba li, non c’entra nulla."

Hai citato Italo Svevo e, guardando al personaggio di Silvio, viene automatica l'associazione mentale alla figura dell' "inetto" contemporaneo, con la sua incapacità di vivere appieno. È un'associazione giusta o sbagliata?

"È molto giusta. La coscienza di Zeno è la mia ossessione, il mio libro feticcio. L’ironia amara, l’autoinganno, l’io che si osserva fino a dissolversi: sono temi e idee a cui penso ogni giorno. La differenza è che se Zeno è malato di una volontà sterile, Silvio lo è di un desiderio ancora più sterile: e in questo scarto c’è l’ulteriore decadimento sociale a cui abbiamo assistito."

Se il tuo libro fosse una canzone, quale sarebbe?

"Sarebbe “Bando” di Anna Pepe, perchè è un libro sul presente con lo sguardo rivolto al futuro, invece di essere rivolto al passato o peggio al proprio ombelico - come la maggior parte dei libri di narrativa contemporanea italiana."

Hai già nuovi progetti in fase di allestimento in vista del futuro?

"Sto scrivendo un nuovo romanzo, una saga familiare italiana ambientata solo d’estate, in un luogo reale, un condominio in riva al mare sull’Adriatico. Estate dopo estate, dal boom economico degli anni ‘60 fino al futuro dominato dalle AI. Titolo: Eleganti sconfitte."


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