Esecutivo, sul gas prosegue l’asse con l’Africa per dire addio alla dipendenza energetica da Mosca

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Esecutivo, sul gas prosegue l’asse con l’Africa per dire addio alla dipendenza energetica da Mosca


Dopo la firma a Luanda ieri, la delegazione ha raggiunto Brazzaville, in Congo, e ha sottoscritto una nuova Dichiarazione d'intenti: con Draghi positivo al Covid, la missione è stata guidata dai ministri degli Esteri Di Maio e della Transizione Cingolani

Algeria ed Egitto prima di Pasqua, Congo e Angola questa settimana, Mozambico a maggio: l'Italia ha lanciato un'offensiva diplomatica in Africa per uscire dalla sua situazione di dipendenza dal gas russo, diversificando così il suo portafoglio di fornitori nel modo più rapido possibile. Lo stesso premier Mario Draghi ha ribadito più volte l'obiettivo di non dipendere più da Mosca e a questo scopo, doveva recarsi ieri a Luanda e oggi a Brazzaville per concludere i nuovi contratti di fornitura. Essendo risultato positivo al Covid, la missione diplomatica è stata guidata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dal titolare della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, accompagnati dall’ad di Eni Claudio Descalzi.

La cooperazione

E infatti, proprio nell'ottica di rafforzare la cooperazione nel settore energetico, Roma sta usando le ottime relazioni che il gruppo energetico italiano ha costruito in 69 anni di presenza in Africa, dove è leader sia in termini di produzione che di riserve. In particolare, dopo la firma a Luanda ieri, la delegazione tricolore oggi ha raggiunto Brazzaville, in Congo, e ha firmato una nuova Dichiarazione d'intenti: prima l’incontro al ministero degli Affari esteri col ministro Jean-Claude Gakosso, quindi la firma (hanno sottoscritto il Ministro Cingolani, il Ministro congolese per gli idrocarburi Bruno Jean Richard Itoua e l'ad di Eni Descalzi). Al termine la consueta foto di famiglia, infine il trasferimento al Palazzo Presidenziale per l’appuntamento con il Presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou N'Guesso.

Grillo

Intanto in Italia Beppe Grillo a Roma ha ripreso il centro della scena nelle vicende del Movimento 5 stelle. Dopo una cena serale con il presidente della Camera Roberto Fico e con il leader stellato Giuseppe Conte, stamattina il fondatore e garante del M5S ha visto l'ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli, poi i capigruppo parlamentari Davide Crippa e Mariolina Castellone, e la giornata è continuata con una processione di big o ex big all'Hotel Forum, tradizionale punto d'appoggio romano di Grillo. Nell'agenda dei colloqui l'attualità politica: guerra, inflazione, problemi legati all'energia e questioni interne del Movimento. Il garante e fondatore del Movimento mancava dallo scorso febbraio, quando era ancora caldo lo scontro fra Conte e il suo maggiore critico/rivale, Luigi Di Maio, ma soprattutto bisognava definire, con i legali e il notaio del movimento, le strategie per far fronte alle conseguenze delle azioni legali che hanno a lungo paralizzato il M5S.

Di Maio

Adesso lo statuto e la leadership sono stati rivotati, ma le azioni legali proseguono e resta viva la minaccia di una paralisi legale che potrebbe arrivare al blocco delle liste per le elezioni amministrative se non addirittura alle prossime Politiche. Si tratterebbe di un caso senza precedenti nella storia della Repubblica per un partito di governo (peraltro tuttora quotato in doppia cifra nei sondaggi). Grillo nel frattempo ha ricominciato da tempo a farsi vivo dal suo blog personale e sui social network rilanciando i temi a lui cari: la transizione energetica, l'integrazione dei poli strategici dell'industria e dei servizi, l'iniziativa europea per il reddito universale.

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