Esecutivo, la storia dell’appoggio esterno e i premier ostaggio: da Scelba ad Andreotti a Prodi

Esecutivo, la storia dell’appoggio esterno e i premier ostaggio: da Scelba ad Andreotti a Prodi

Esecutivo, la storia dell’appoggio esterno e i premier ostaggio: da Scelba ad Andreotti a Prodi


Si tratta di una formula sperimentata nella Prima Repubblica e con esiti alla fine esiziali per il governo anche all'inizio della Seconda. Ed oggi evocata da ambienti della Lega se non verranno accolte le loro richieste per l'assegnazione dei ministeri

Anche se smentite seccamente, le intenzioni attribuite al segretario della Lega, Matteo Salvini, di fornire soltanto un appoggio esterno al Governo se non verranno accolte le sue richieste per l'assegnazione dei ministeri, richiamano alla mente formule sperimentate nella Prima Repubblica e con esiti alla fine esiziali per l'Esecutivo anche all'inizio della seconda.


Prodi

Nel 1998, infatti, Romano Prodi, fu costretto ad alzare bandiera bianca dopo la decisione di Fausto Bertinotti di togliere il sostegno che due anni prima aveva accordato al premier senza che esponenti di Rifondazione comunista entrassero nella compagine ministeriale. Dopo la vittoria del centrosinistra alle elezioni del 1996, grazie all'accordo di desistenza che nei collegi uninominali aveva portato l'Ulivo a lasciare campo libero al Prc e viceversa, i voti comunisti divennero determinanti per la nascita del Governo e anche per la sua caduta, senza neanche la necessità di dover ritirare la delegazione ministeriale. Una vera e propria golden share che Salvini, al netto delle smentite, potrebbe avere la tentazione di esercitare sul prossimo Esecutivo.


Il passato

Non furono così precari gli assetti quando altri partiti nei decenni passati scelsero la strada del cosiddetto appoggio esterno. Stagioni e contesti politici diversi, spesso drammatici, caratterizzati comunque da una perenne instabilità; decisioni che spesso erano propedeutiche al consolidarsi di nuovi equilibri politici (il passaggio dal centrismo al centrosinistra e poi l'esaurirsi di questa fase); la possibilità per i presidenti del Consiglio di poter contare comunque su maggioranze numericamente autosufficienti.


Scelba

Fu così quando il 10 febbraio del 1954 nacque il Governo guidato da Mario Scelba, sostenuto da Dc, Liberali e Socialdemocratici con l'appoggio esterno del Partito Repubblicano. Otto anni dopo, il 21 febbraio del 1962, si profilava all'orizzonte l'avvento del centrosinistra organico e Amintore Fanfani guidò il suo quarto Esecutivo con il sostegno di Dc, Pri e Psdi e l'appoggio esterno del Partito socialista. All'inizio degli anni Settanta, con il tramonto della formula del centrosinistra, furono Giulio Andreotti prima, con il suo secondo Governo (26 giugno 1972), e Mariano Rumor poi, con il suo quinto Esecutivo (14 marzo 1974), a sperimentare l'appoggio esterno dei Repubblicani con Dc, Psdi e Pli all'interno della compagine ministeriale.


Il ’78-‘79

Particolare la legislatura 1976-79, culminata con il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro. Andreotti guidò tre Governi: il primo cosiddetto della non sfiducia per l'astensione di Pci, Psi, Pri, Psdi e Pli; il secondo con i ministri Dc e il sostegno di Comunisti, Socialisti, Repubblicani e Socialdemocratici. Il terzo invece decretò la fine di quella formula e portò il Paese alle elezioni. La legislatura successiva si aprì invece con la prima volta a palazzo Chigi di Francesco Cossiga dal 4 agosto 1979, appoggiato da Dc, Psdi e Pli e dall'esterno da Psi e Pri. Sempre Andreotti, con il suo settimo e ultimo Governo del 12 aprile 1991, dovette sperimentare l'abbandono all'ultimo momento della maggioranza pentapartito da parte del Partito repubblicano. All'origine della rottura la decisione di affidare all'Edera, nella definizione della lista dei ministri, i dicasteri dei Beni culturali e delle Partecipazioni statali al posto di quelli delle Poste e dell'Industria e di assegnarle solo gli Affari regionali senza le Riforme. Di qui il no alla fiducia, pur con l'impegno a sostenere i punti programmatici sui quali si era trovato l'accordo.


Ciampi

Infine la vicenda del Governo Ciampi nato il 28 aprile del 1993 nel pieno di Tangentopoli. Il no all'autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi, portò il Pds e i Verdi a ritirare la loro delegazione ministeriale, anche se al momento di votare la fiducia in Parlamento si astennero, come anche il Partito repubblicano.


Argomenti

Andreotti
Fotogramma
governo
Salvini

Gli ultimi articoli di Alberto Ciapparoni

  • Agcom, contro il telemarketing selvaggio arriva il numero breve: tre cifre per identificare il chiamante

    Agcom, contro il telemarketing selvaggio arriva il numero breve: tre cifre per identificare il chiamante

  • Governo, Meloni in Parlamento ribadisce: no ai soldati italiani in Ucraina. Ma rimane  il nodo degli asset russi

    Governo, Meloni in Parlamento ribadisce: no ai soldati italiani in Ucraina. Ma rimane il nodo degli asset russi

  • Manovra economica: al Senato il governo la riscrive, ma le opposizioni insorgono: “Ci serve più tempo”

    Manovra economica: al Senato il governo la riscrive, ma le opposizioni insorgono: “Ci serve più tempo”

  • Quirinale, il Presidente Mattarella: “Inammissibile che la Russia voglia riscrivere i confini con la forza”

    Quirinale, il Presidente Mattarella: “Inammissibile che la Russia voglia riscrivere i confini con la forza”

  • Sciopero generale, Landini (Cgil): “Andremo avanti fino alla vittoria”. Ma Salvini: “Disagi limitati”

    Sciopero generale, Landini (Cgil): “Andremo avanti fino alla vittoria”. Ma Salvini: “Disagi limitati”

  • Forza Italia, pressing di Pier Silvio Berlusconi per facce e programmi nuovi. Il partito in fibrillazione

    Forza Italia, pressing di Pier Silvio Berlusconi per facce e programmi nuovi. Il partito in fibrillazione

  • Università, è scontro sulle nuove regole per reclutare i docenti. Il ministro Bernini: 'Ora meno burocrazia'

    Università, è scontro sulle nuove regole per reclutare i docenti. Il ministro Bernini: 'Ora meno burocrazia'

  • Governo, Meloni vede Zelensky a Palazzo Chigi: “Non si fa a meno degli Usa”. Lui: “Sempre pronto alle elezioni”

    Governo, Meloni vede Zelensky a Palazzo Chigi: “Non si fa a meno degli Usa”. Lui: “Sempre pronto alle elezioni”

  • Migranti, il Consiglio Ue dice sì alla proposta sui Paesi terzi sicuri. I centri in Albania verso lo sblocco

    Migranti, il Consiglio Ue dice sì alla proposta sui Paesi terzi sicuri. I centri in Albania verso lo sblocco

  • Milano-Cortina, in Piazza del Quirinale il Presidente Mattarella accende il braciere: “Stop alle guerre”

    Milano-Cortina, in Piazza del Quirinale il Presidente Mattarella accende il braciere: “Stop alle guerre”