Enzo Tortora, 42 anni fa l'arresto: le prime immagini della serie tv Portobello

Enzo Tortora, 42 anni fa l'arresto: le prime immagini della serie tv Portobello Photo Credit: foto di Anna Camerlingo
17 giugno 2025, ore 11:30
Diretta da Marco Bellocchio, sarà disponibile nel 2026 sulla nuova piattaforma HBO Max
Esattamente 42 anni fa, il 17 giugno 1983, alle 4 del mattino, Enzo Tortora veniva arrestato all'hotel Plaza di Roma.
Nel giorno della ricorrenza, sono disponibile le prime immagini di Portobello. Si tratta della nuova serie di Marco Bellocchio dedicata alla drammatica vicenda del conduttore televisivo, in arrivo nel 2026 su HBO Max.
L’estratto racconta il momento in cui Enzo Tortora, interpretato da Fabrizio Gifuni, appare in manette davanti a una caserma dei carabinieri romana.
La vicenda di Enzo Tortora
Enzo Tortora, tra i volti tv più popolari all'epoca dei fatti, fu accusato ingiustamente da alcuni detenuti di essere al centro di un traffico di droga gestito dalla camorra napoletana. Così fu arrestato, incarcerato e trascinato in un lungo processo. Alla fine, dopo anni di calvario giudiziario, fu completamente assolto.
HBO Max è la nuova piattaforma
L’attesa serie è la prima produzione originale italiana annunciata da Warner Bros. Discovery per la nuova piattaforma streaming HBO Max. Si tratta di una produzione OUR FILMS, società del gruppo Mediawan, e KAVAC FILM, in coproduzione con ARTE France ed in collaborazione con The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle.
A firmare la produzione sono Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Our Films e Simone Gattoni per Kavac Film.
Portobello, la serie: il cast
Nel cast della serie sono presenti Fabrizio Gifuni, nel ruolo di Enzo Tortora, Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova, Carlotta Gamba, Alessandro Preziosi, Fausto Russo Alesi e Salvatore D’Onofrio.
A scrivere la serie sono stati Marco Bellocchio, Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore.
La fotografia è di Francesco Di Giacomo, la scenografia di Andrea Castorina, i costumi di Daria Calvelli, il montaggio di Francesca Calvelli, le musiche di Teho Teardo.
La politica lavora all'istituzione della Giornata nazionale Enzo Tortora
Il Parlamento italiano sta discutendo sull'istituzione per il 17 giugno della Giornata nazionale in memoria delle vittime degli errori giudiziari.
Enrico Costa, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Giustizia, su X ha scritto: "Il Parlamento è in colpevole ritardo. Noi oggi celebriamo comunque le "vittime di errori giudiziari", migliaia ogni anno. Ricordiamo coloro che sono stati arrestati ingiustamente, ma anche coloro che, da innocenti sono stati danneggiati da altre misure cautelari riguardanti il patrimonio o la libertà di movimento o di esercitare una professione o una funzione. E ricordiamo anche altre "vittime" del sistema Giustizia, le più numerose: coloro che hanno subito un "processo
temerario", cioè un processo che non avrebbe dovuto celebrarsi, che fin dalle indagini era scritto che sarebbe finito in assoluzione. Essere assolti dopo anni di processo è una magra soddisfazione, perché un lungo tempo di giudizio provoca sofferenze e danni di immagine. Purtroppo ci sono magistrati che anche di fronte all'evidente innocenza chiedono il processo, per non smentirsi, per buttare la palla in tribuna, perché la loro inchiesta è stata talmente esposta mediaticamente che non vogliono ammettere il flop. Tanto l'assoluzione arriverà dopo anni, quando loro saranno promossi, trasferiti o pensionati e nessuno si ricorderà del loro errore, nessuno tranne chi ha subito un processo ingiusto. Tutte queste situazioni (arresti ingiusti, misure ingiuste, processi temerari) hanno in comune un aspetto: mai che si vada ad approfondire se c'è stato un errore e chi lo ha commesso. In troppi ritengono queste vicende 'fisiologici effetti collaterali' del sistema giudiziario. Chi si oppone al 17 giugno come giornata per le "Vittime degli errori giudiziari" nega che ci siano "Vittime" perché ci sarebbero anche gli 'autori', che pagherebbero per gli errori. Continueremo a batterci, anche da soli perché di fronte ad ogni innocente danneggiato dal sistema giustizia lo Stato non distolga lo sguardo. Perché lo Stato non neghi gli errori, perché chi sbaglia paghi, perché nessuno sia 'insindacabile'".