Energia, a Bruxelles soluzione di compromesso sulla misura per fissare un tetto ai prezzi del gas

Energia, a Bruxelles soluzione di compromesso sulla misura per fissare un tetto ai prezzi del gas

Energia, a Bruxelles soluzione di compromesso sulla misura per fissare un tetto ai prezzi del gas


Intanto la maggioranza si riunirà entro martedì per fare il punto in vista dell'approdo mercoledì nell'Aula del Senato del dielle Ucraina, che prevede l'invio di armi a Kiev: ma il vero nodo da sciogliere è l'aumento delle spese militari al 2% del Pil

Vertice fiume a Bruxelles, con i leader europei alle prese con la difficile intesa sul gas. E soprattutto alle prese con le divisioni sulla misura per fissare un tetto ai prezzi del gas. A puntare i piedi soprattutto la Spagna, alla guida di un gruppo di Paesi, Italia e premier Mario Draghi compresi, che chiedeva interventi importanti in grado di limitare l'effetto dell'impennata dei prezzi della bolletta della luce. Sul fronte opposto Germania e Olanda, secondo i quali i rischi legati a interventi troppo 'pesanti' sul mercato presentano rischi superiori a i possibili vantaggi. Alla fine ecco una soluzione di compromesso, spinta dal nostro presidente del Consiglio, in un'ottica di 'economia di guerra: la citazione adesso, e una proposta concreta  da sottoscrivere entro due mesi. Più semplici, e di accordo, altri punti sul tavolo, come gli acquisti congiunti e lo stoccaggio.


Dl Ucraina

Intanto si dovrebbe tenere lunedì sera, o al massimo martedì, una riunione di maggioranza con il governo per fare il punto in vista dell'approdo mercoledì prossimo nell'Aula del Senato del decreto Ucraina, che prevede l'invio di armi a Kiev e il piano accoglienza dei profughi. Ma il vero nodo da sciogliere è l'aumento delle spese militari al 2% del Pil, come da accordi presi con la Nato, ribaditi dal premier e messi nero su bianco in un odg della maggioranza approvato pressoché all'unanimità da Montecitorio. Una linea che ora sta mettendo in difficoltà la tenuta delle forze che sostengono l'esecutivo, dopo le forti criticità espresse dal Movimento 5 stelle e i dubbi della Lega. Tanto che al momento non è previsto un analogo odg al Senato, anche se diverse fonti parlamentari a palazzo Madama riferiscono che in realtà non è affatto escluso - anzi si starebbe lavorando proprio a questo - che la maggioranza presenti un ordine del giorno in cui si ribadisca la priorità di sostenere, aiutare le famiglie e le imprese in difficoltà per l'aumento dei prezzi a seguito del conflitto russo-ucraino, magari inserendoci anche un passaggio sulla necessità di avere come obiettivo l'autosufficienza energetica e sull’esigenza che l'Europa si faccia carico della crisi derivante dai costi energetici e delle materie prime.



Le spese militari

Tra gli impegni al governo, verrebbe poi inserito anche quello sulle spese militari. L'obiettivo, viene spiegato da fonti di maggioranza, è 'sminare' il terreno dai rischi che potrebbero derivare dall'ordine del giorno presentato da Fratelli d'Italia, analogo a quello votato alla Camera. Ma per stabilire le prossime mosse occorrerà capire, è il ragionamento, cosa intende fare il governo. Da qui la necessità di una riunione ad hoc. L'esecutivo potrebbe anche decidere di dare parere favorevole all'odg di FdI, per evitare così che venga votato (anche se non è escluso). Così come non è un'ipotesi scartata a priori il possibile ricorso alla fiducia.


I partiti

Intanto, a palazzo Madama si sottolinea che un passo in avanti è già stato compiuto: nessun odg di 'distinguo' è stato presentato da parte di 5s o Lega, esplicitamente contro l'aumento delle spese militari. Quanto ai dem, si sottolinea l'importanza di non esasperare le fibrillazioni, mantenere i toni bassi e confermare l'impianto del decreto e gli impegni del governo. "Se si dovesse procedere con un voto sull'aumento delle spese militari al 2 per cento del Pil, anche al Senato, voteremmo, come tutti hanno votato alla Camera", assicura il capogruppo leghista a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo. Al momento, "non abbiamo presentato, come maggioranza, un odg che aumenti le spese militari, a differenza di quanto accaduto alla Camera", spiega la capogruppo di M5s Maria Domenica Castellone. Quanto al testo di FdI, aggiunge, "ogni forza politica farà la sua scelta ma stiamo parlando di un odg, e gli ordini del giorno non sono un decreto o una legge ma un impegno che si chiede al governo". Detto questo, "faremo le nostre valutazioni ma in questo momento la linea è di non votare quell'ordine del giorno di opposizione, siamo orientati a non votarlo". Sempre dal fronte M5s, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano è possibilista: "Voteremo l'odg sull'aumento delle spese militari? Dipende cosa contiene l'odg, se si parla di 'valutare l'opportunità' può essere tranquillamente votato, perché significa che saranno aumentate al momento giusto. Altra cosa è se l'odg dirà che l'aumento sarà dal giorno successivo".

 


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