
Decreto Infrastrutture, slitta al 2026 lo stop alle auto diesel Euro 5. Limiti solo nelle grandi città Photo Credit: Agenzia Fotogramma
08 luglio 2025, ore 16:33
La norma prevede che la limitazione per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna vada applicata in via prioritaria alla circolazione stradale nelle aree urbane dei Comuni con oltre 100.000, anziché 30.000 abitanti, come previsto inizialmente
Slitta di un anno lo stop ai veicoli diesel Euro 5. Con il via libera all’ultimo emendamento del dl Infrastrutture, viene infatti spostato dal primo ottobre 2025 al primo ottobre 2026 il termine che prevede per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna la limitazione strutturale alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 alimentati a diesel e di categoria Euro 5. Allo stesso tempo, la norma prevede che la limitazione vada applicata in via prioritaria alla circolazione stradale nelle aree urbane dei comuni con oltre 100.000, anziché 30.000 abitanti, come previsto inizialmente.
Salvini
"Grande soddisfazione da parte del vicepremier e ministro Matteo Salvini, che per primo aveva garantito interventi per modificare i divieti", sottolinea il Mit riportando le parole del ministro: "È una scelta di buonsenso". Ma il decreto Infrastrutture fa infuriare le opposizioni, dopo il pasticcio del buco sulle risorse ad Anas. Durante la discussione nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno lasciato i lavori criticando il provvedimento che “si sta trasformando in una specie di discarica di emendamenti dove entra ed esce di tutto, con porte girevoli vorticose”, hanno dichiarato in una nota i deputati pentastellati. “La presidenza sta gestendo i lavori di Commissione in maniera dir poco oscena e a tratti coercitiva, visto che in più occasioni non ci hanno lasciato neanche parlare – si legge – per quanto ci riguarda è impossibile andare avanti solo per portare in carrozza la maggioranza a votare il mandato al relatore. Pertanto, abbandoniamo i lavori”.
Le opposizioni
E mentre la maggioranza accoglieva l’emendamento per far slittare di un anno lo stop ai diesel Euro 5, il Partito democratico si univa ai colleghi pentastellati e lasciava i lavori in Commissione. La protesta si è poi trasferita in Aula. "Un pasticcio infinito”, ha detto alla Camera il deputato Andrea Casu. "Denunciamo la gestione inaccettabile nelle commissioni sul dl Infrastrutture. Pochi minuti fa è stato dato il mandato al relatore", con "riformulazioni del governo che abbiamo avuto modo di vedere alle 13.15. Le presidenze non hanno dato tempo e modo ai parlamentari di valutare ciò che si stavano votando". Casu ha sottolineato come il testo sia stato rimaneggiato più volte in poco tempo dalla maggioranza. "Ancor più grave è il fatto che il decreto in questione è stato oggetto di diversi testa-coda, solo nelle ultime ore. Questa mattina c'è stata presentata la terza riformulazione del cosiddetto emendamento Anas - sottolinea il deputato dem - con cui prima la maggioranza aveva cercato di inserire un aumento del pedaggio degli italiani a partire dal mese di agosto, poi ritirato solo grazie all'azione delle opposizioni, dopo ripresentato senza più aumento del pedaggio ma con il sottosegretario Rixi che ci spiegava quanto fosse fondamentale questa seconda formulazione, oggi per la terza volta modificato facendo saltare anche l'utilizzo del fondo di garanzia. Un vero pasticcio che dimostra che l'unico obiettivo del governo era riuscire a mettere le mani nelle tasche degli italiani introducendo una assurda tassa sulle vacanze", conclude Casu.
L’appello
“Mai vista una cosa del genere, faccio un appello al Presidente Fontana a censurare" quanto accaduto, ha aggiunto il collega dem Luca Pastorino, seguito poi da Daniela Ruffino di Azione e Francesca Ghirra di Avs, che ha parlato di “emendamenti riformulati fino all’ultimo secondo”. “Mai vista una cosa del genere, faccio un appello a Fontana a censurare" quanto accaduto, ha aggiunto il collega dem Luca Pastorino, seguito poi da Daniela Ruffino di Azione e Francesca Ghirra di Avs, che ha parlato di “emendamenti riformulati fino all’ultimo secondo”.
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