Dazi, la presidente del Consiglio Meloni: “Il 15% è sostenibile”. Le opposizioni: “E’ una sconfitta”

Dazi, la presidente del Consiglio Meloni: “Il 15% è sostenibile”. Le opposizioni: “E’ una sconfitta”

Dazi, la presidente del Consiglio Meloni: “Il 15% è sostenibile”. Le opposizioni: “E’ una sconfitta”   Photo Credit: Agenzia Fotogramma


28 luglio 2025, ore 15:07

Elly Schlein, Segretaria del Partito Democratico: “Altro che ponte, l’amicizia con Trump costerà caro all’Italia; Giuseppe Conte. leader del Movimento Cinque Stelle: “La realtà dei fatti per la nostra patriota della domenica è un pugno nello stomaco”

"Ho sempre pensato che un'escalation commerciale tra Usa e UE avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e potenzialmente devastanti". Così la presidente del Consiglio, Giorgia MELONI, a margine del Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, ad Addis Abeba, ha commentato l'accordo raggiunto ieri tra Usa e Unione Europea sui dazi.

La base

La base del 15% secondo MELONI è "sostenibile", ma "bisogna andare nei dettagli", specie per settori "particolarmente sensibili, come la farmaceutica e le auto". Inoltre, "bisogna verificare le possibili esenzioni, particolarmente su alcuni prodotti agricoli". "Non sono in grado di valutarlo finché non ho i dati chiari", ha detto invece la premier rispetto agli accordi sugli investimenti, ad esempio sull'acquisto di gas statunitense. In ogni caso, per MELONI, quello sottoscritto ieri "è un accordo di massima" e bisogna "lavorare per definire tutti i dettagli", mentre a livello nazionale ed europeo l'impegno deve essere aiutare "quei settori che dovessero essere particolarmente coinvolti: è il lavoro che faremo nelle prossime ore".

Le opposizioni

Meno ottimiste, in Italia, le opposizioni: ''Quello raggiunto dall'Ue con Trump non è un buon accordo come sostiene il governo Meloni. Ha i tratti di una resa alle imposizioni americane, dovuta al fatto che il governo italiano insieme ad altri governi nazionalisti totalmente subalterni a Trump, hanno spinto per una linea morbida e accondiscendente che ha minato l'unità europea e indebolito la posizione negoziale dell'Ue". Così la segretaria del Pd, Elly SCHLEIN. "Il 15% di dazi senza alcuna reciprocità sulla stragrande maggioranza dei prodotti italiani, unito alla svalutazione del dollaro, porterà a danni da stimare attentamente ma secondo le prime stime superiori ai 20 miliardi di export e a oltre centomila posti di lavoro a rischio. A questo aggiungiamo l'impegno per maggiori acquisti europei di energia e di armamenti in Usa pari a 750 miliardi, più 600 miliardi di investimenti delle imprese europee in Usa". "Anziché lottare per rinnovare i 750 mld di investimenti comuni europei del Next Generation Eu, Meloni e i suoi sodali ne regalano uno identico per portata agli Stati Uniti di Trump. Noi avevamo ottenuto risorse per l'Italia, mentre i nazionalisti li regalano a Trump. E tutto questo dopo aver già ceduto sulla esenzione dalla tassa minima globale per le multinazionali americane e l'assurdo aumento delle spese militari al 5%". "Altro che ponte con gli Usa, questa amicizia a senso unico di Meloni con Trump avrà un costo altissimo per le imprese e lavoratori italiani. Il governo italiano - rimarca SCHLEIN - chiarisca subito quali misure intende mettere in campo per attutire i danni e rilanciare la domanda interna. Giorgia Meloni farebbe bene a iniziare già da adesso a preoccuparsi di come porre rimedio agli effetti economici della sua subalternità ideologica. E L'Unione Europea ora capisca che se non rimette in campo investimenti comuni europei per un grande piano industriale, sociale e ambientale europeo rischiamo di essere travolti".

M5S

Anche per il leader M5S Giuseppe Conte l'intesa è "una sconfitta su tutta la linea": "Alla fine la lunga partita dei dazi è giunta a conclusione. E come in ogni duello c'è un vincitore - il presidente americano Trump - e uno sconfitto, anzi due: l'Unione Europea e Giorgia Meloni”. "La nostra patriota della domenica in questi mesi ha vaticinato che sarebbe stata un 'ponte con gli Stati Uniti' e che la partita per il nostro Paese sarebbe finita zero a zero. La realtà dei fatti è un pugno nello stomaco che ci restituisce una sconfitta su tutta la linea. A partire dalla Caporetto per la nostra economia: per Confindustria i dazi al 15% significherebbero 23 miliardi di export in meno e una previsione - destinata ad aumentare - di oltre 100mila posti di lavoro a rischio". "Però, mentre il M5S battagliava in Parlamento proponendo emendamenti per aumentare la web tax e finanziare così un taglio dell'Irpef per il ceto medio, il Governo bocciava senza appello le nostre proposte: era troppo occupato a incensare la premier per la foto sulla copertina del ''Time'' - continua CONTE - Giorgia Meloni si conferma non all'altezza, tanto quanto Ursula von der Leyen. Entrambe hanno scontato sin dal principio un atteggiamento di ossequiosa sudditanza che ha via via ridotto il margine di negoziazione. E così, l'Italia e l'Europa si ritrovano con un pugno di mosche in mano, senza dimenticare l'incremento già concesso a Trump delle spese in armi al 5% del Pil - deciso in sede Nato - che al nostro Paese costerà 445 miliardi in più nei prossimi 10 anni. E senza dimenticare gli acquisti del costoso gas americano, che noi abbiamo già raddoppiato, con effetti che si scaricheranno sulle già salate bollette". "È un momento grave e allarmante per tutti i cittadini europei - conclude il leader del M5S - Lo è particolarmente per l'Italia, governata da una classe politica senza spina dorsale che si sciacqua la bocca con la parola patriottismo, salvo poi chinare ogni volta la testa davanti al potente di turno".

Confcommercio

Caute le associazioni di categoria. Per Confcommercio, l'intesa costituisce "un fattore di 'certezza in tempi incerti'", ed è positivo l' "avere scongiurato la prospettiva di guerre commerciali tra le due sponde dell'Atlantico". Ma l'accordo "andrà valutato con attenzione", e in ogni caso il suo "costo" è "comunque, rilevante".  "L'accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti mette fine ad una fase di incertezza dopo mesi di instabilità. Tuttavia, non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni: i dazi al 15%, seppur più contenuti rispetto alle minacce iniziali del 50% e successivamente del 30%, oltre alla svalutazione del dollaro costituiscono comunque un fardello significativo per il tessuto produttivo europeo", dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. Per Andrea Tiso, presidente di Confeuro, invece, "siamo di fronte alla amara vittoria del neo-protezionismo di marca Trumpiana" e "il rischio più concreto adesso è che a farne le spese siano, come sempre più spesso accade, i cittadini europei e in particolare il mondo delle piccole e medie imprese del comparto agroalimentare, cuore pulsante del Made in Italy".



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