Dazi americani: le fragilità del piano di Trump. Limiti e vantaggi della strategia americana

Dazi americani: le fragilità del piano di Trump. Limiti e vantaggi della strategia americana Photo Credit: fotogramma
18 luglio 2025, ore 11:30 , agg. alle 13:06
Quale può essere il progetto dell'uomo più potente del mondo? alcuni analisti provano ad evidenziare le debolezze delle mosse del presidente americano. Sembra non esserci una logica, in realtà c'è, ma ha delle falle
Le lettere con tariffe commerciali dedicate sono arrivate. Le merci provenienti dall’Europa, dal primo di agosto, potrebbe essere sottoposte a dazi al 30% -salvo trattative da impostare- oltre quelli già in vigore su alluminio e acciaio al 50% e sulle auto e componenti al 25%. Il Tycoon sembra essere intenzionato a mettere sul tavolo dei negoziati ogni aspetto geopolitico e di trattarlo con una impostazione commerciale, come, d’altronde, prevede la sua formazione da immobiliarista spregiudicato della Grande Mela. Ma qual è l’obiettivo dell’uomo più potente del mondo? Alcuni esperti nella materia hanno provato a dare delle risposte.
I PARTNER/RIVALI
Secondo esperti di politica internazionale, l’obiettivo di Trump è quello di creare delle singole potenze egemoniche che abbiano potere economico e politico per decidere secondo le proprie necessità e vantaggi interni. Ma Trump, dicono gli analisti, non ha fatto i conti con quelli che dovrebbero essere i suoi principali interlocutori: il timoniere Xi Jinping e lo zar Vladimiro Putin. I due leader hanno evidentemente un’altra idea di potere che non si limita ai propri confini. Putin vuole ricreare il russkiy mir, ovvero la potenza imperiale precedente alla disgregazione del 1991, e l’aggressione indiscriminata in Ucraina ne è solo un primo passo. La Cina, vuole Taiwan. Il presidente Xi lo ha sempre dichiarato chiaramente, non è un “se” , ma con “quando“ accadrà. La visione del leader americano differisce da quella degli altri due politici proprio in questa prospettiva. Trump vuole un America autonoma, senza vincoli di alleanze, mani libere per fare ciò che lui ritiene meglio per sé -soprattutto-, e per l’economia interna americana. Ciò significa non avere legacci e legacciuoli con alleati, il cui rispetto di accordi, potrebbe rallentare o limitare il piano da solista del Tycoon. Un aspetto che dimostrerebbe questo nuovo posizionamento americano, sarebbe l’imposizione di dazi pesanti agli storici alleati asiatici, il Giappone e la Corea del Sud, che erano il puntello e il baluardo contro lo strapotere del rivale sistemico degli Usa, la Cina.
LE FRAGILITA' DELLA VISIONE
Secondo questa analisi in una prospettiva piuttosto lunga, l’America potrebbe avere difficoltà a confrontarsi con le potenze che hanno lavorato in modo quasi opposto nella visione geopolitica. Un paese per quanto potente in un mondo così complesso, avrà pur sempre bisogno di alleati perché gli amici, soprattutto quelli scelti dal presidente americano, non saranno mai abbastanza amici.