Crisi a Gaza, appello internazionale per fermare l’offensiva e garantire aiuti umanitari

Crisi a Gaza, appello internazionale per fermare l’offensiva e garantire aiuti umanitari Photo Credit: Ansa Foto/Lorenzo Attianese
09 agosto 2025, ore 13:35 , agg. alle 14:00
Cinque Paesi chiedono il cessate il fuoco immediato, aiuti senza ostacoli e liberazione degli ostaggi, mentre sul terreno la crisi umanitaria peggiora
LA DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI AUSTRALIA, GERMANIA, ITALIA, NUOVA ZELANDA E REGNO UNITO
Nel pieno di una crisi che sta suscitando forte preoccupazione a livello internazionale, i Ministri degli Esteri di Australia, Germania, Italia, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno diffuso una dichiarazione congiunta con toni duri, mettendo in guardia sui rischi di un’ulteriore offensiva militare nella Striscia di Gaza. Secondo i firmatari, un’operazione di larga scala non solo peggiorerebbe una situazione umanitaria già definita “catastrofica”, ma metterebbe in serio pericolo la vita degli ostaggi e potrebbe spingere migliaia di civili a fuggire in massa. Il documento richiama anche il diritto internazionale, sottolineando che ogni tentativo di annessione o di espansione degli insediamenti costituisce una violazione delle norme vigenti. L’appello è rivolto non solo alle parti direttamente coinvolte, ma anche alla comunità internazionale, affinché si lavori a un cessate il fuoco immediato e duraturo. L’obiettivo, spiegano i ministri, è permettere l’ingresso di aiuti umanitari consistenti e senza ostacoli, poiché la popolazione di Gaza si trova di fronte al rischio concreto di carestia. Il testo include anche una richiesta diretta ad Hamas di liberare subito e senza condizioni tutti gli ostaggi, garantendo loro un trattamento umano. Un passaggio significativo riguarda l’accesso delle organizzazioni umanitarie internazionali. I ministri sollecitano Israele a rivedere il sistema di registrazione recentemente introdotto, che secondo loro rischia di compromettere il lavoro di attori fondamentali per l’assistenza. Escludere queste organizzazioni, avvertono, sarebbe “un segnale grave”. La dichiarazione ribadisce inoltre l’impegno comune per una soluzione negoziata a due Stati, vista come unico percorso realistico verso una pace stabile, dove israeliani e palestinesi possano convivere in sicurezza e dignità. Tale prospettiva, secondo i firmatari, implica la completa smilitarizzazione di Hamas e la sua esclusione da qualsiasi ruolo di governo nella Striscia, lasciando all’Autorità Palestinese la responsabilità di guidare il territorio.
L'IDF SI PREPARA ALL'OCCUPAZIONE DELLA STRISCIA
Sul fronte militare, il capo di Stato Maggiore dell’IDF, generale Eyal Zamir, ha confermato l’intenzione di dare piena attuazione alla decisione di conquistare Gaza City. Una scelta che ha alimentato critiche interne e pressioni internazionali, preoccupate per l’impatto sugli ostaggi e sulla popolazione civile. Zamir ha spiegato che l’esercito sta perfezionando i piani, preparandosi “al massimo livello in tutti i suoi aspetti” per portare a termine la missione.
GLI AIUTI UMANITARI DELL'ITALIA
Nel frattempo, si intensificano anche gli sforzi umanitari. L’Italia ha effettuato il primo aviolancio di aiuti verso Gaza, con un C130 dell’Aeronautica Militare che ha paracadutato derrate alimentari nell’ambito della missione Solidarity Path 2, coordinata dalla base di Amman in Giordania. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori lanci per un totale di 100 tonnellate di generi di prima necessità.
NUOVE VITTIME A GAZA
La giornata è stata segnata anche da nuove vittime. Secondo Al Jazeera, almeno 14 palestinesi sono morti a causa degli attacchi israeliani dall’alba di oggi. Otto di loro sarebbero stati colpiti mentre attendevano aiuti vicino al corridoio di Netzarim, altri due sono stati uccisi durante la distribuzione di cibo nel sud della Striscia, mentre una donna è morta e un’altra persona è rimasta ferita in un raid aereo su un condominio a Khan Younis.