Covid, Professor Vaia in diretta a RTL 102.5: “Scontro tra regioni senza senso, giusta la linea di Draghi"

Covid, Professor Vaia in diretta a RTL 102.5: “Scontro tra regioni senza senso, giusta la linea di Draghi"

Covid, Professor Vaia in diretta a RTL 102.5: “Scontro tra regioni senza senso, giusta la linea di Draghi"


Il Professor e Direttore Sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma è intervenuto in diretta questa mattina in Non Stop News, condotto su RTL 102.5 da Giusi Legrenzi, Pierluigi Diaco ed Enrico Galletti


Vaccini? Tema centrale è approvvigionamento delle dosi


A proposito del Ministro Speranza e della sua previsione di 80 milioni di dosi del vaccino anti COVID nel terzo trimestre del 2021, il Professor Vaia ha detto: “Parlare di numeri è sempre molto difficile ma mi pare che l’atteggiamento del decisore politico in questa fase sia quello giusto. La comunità scientifica tutta, sia nazionale che internazionale, ha detto che oggi il problema centrale è l’approvvigionamento di dosi. Si esce da questa pandemia attraverso due armi strategiche: la prima è sicuramente il vaccino, la seconda sono le terapie innovative come gli anticorpi monoclonali. Se il decisore politico si muove in questa linea di maggior approvvigionamento, evidentemente siamo nella linea giusta che tutti auspichiamo”.

Bravo Draghi, battaglia tra regioni è senza senso

Sul piano di Draghi che dice basta alla diversità da regione e regione, Vaia aggiunge: “Bravo Presidente Draghi, lo voglio dire con grande chiarezza. Come italiani abbiamo subito questa battaglia senza senso a primati inesistenti tra Regioni. Sicuramente ci sono regioni che hanno lavorato meglio di altre ma il cittadino che ha avuto la fortuna o la sventura di nascere in un posto o nell’altro non può essere la vittima di queste supposte guerre. Al di là di quelli che sono i poteri delle regioni, su argomenti di primaria importanza che appartengono alla vita o alla morte di cittadini è giusto che vi sia un alinea di omogeneità nazionale”.

Lotta al COVID è stata troppo politicizzata


“Abbiamo politicizzato troppo questa lotta al COVID al punto che addirittura parlare in difesa di una sperimentazione è diventato schierarsi da una parte o dall’altraaggiunge il Direttore Sanitario dello Spallanzani di Roma - La scienza deve avere sempre il dubbio ma deve essere neutra, deve essere scevra da interessi politici, geopolitici ed industriali. Chi ci vuole tirare da una parte e dall’altra sbaglia, la scienza ha come unico, vero obiettivo mettersi al servizio del cittadino. Il decisore politico, che sia il Governo nazionale o quelli regionali, deve fare solo una cosa: metterci a disposizione i mezzi per far sì che noi operatori possiamo agire nel migliore dei modi”.

Qualcuno spaventa gli italiani

A proposito della situazione dello Spallanzani il Professor Vaia dice :“Nel mio ospedale sono mesi che il numero dei ricoverati è abbastanza contenuto, parliamo di 100-150 ricoveri rispetto alla prima parte quando superavano abbondantemente i 300. Per quanto riguarda le terapie intensive ieri eravamo a 23 ma non supereremo mai questa soglia rispetto alla nostra capacità di 90 posti letto che avevamo approntato temendo seconde, terze, quarte e quinte ondate perché ogni tanto qualcuno spaventa gli italiani con atteggiamenti terroristici rispetto a queste ondate”.


Varianti non devono spaventare. Il risultato finale è lo stesso: vaccinare

Sul tema delle varianti, Vaia aggiunge: “Per quanto riguarda le varianti, la cosiddetta variante inglese che in Italia supera il 53-54% non la chiamerei più variante ma virus prevalente che fa il bis del virus prevalente dello scorso settembre-ottobre che era quello di variante spagnola. Il virus cerca di adeguarsi nell’ambiente nel quale vive per cercare di non morire per cercare di non farsi sopraffare, muta, ma possiamo avere migliaia di varianti. Il tema non è inseguire le varianti ma, come stiamo facendo allo Spallanzani, studiarle e verificare se possano essere più patogeni che. Che siano più contagiose ce lo dice il numero, abbiamo un tasso di contagiosità maggiore e che si manifesta anche nelle popolazioni più giovani. Che ci sia maggiore patogenicità è escluso, queste varianti non ci danno un aggravamento della malattia e delle mortalità. Anche se arrivassimo ad una estremizzazione teorica che non c’è, cioè che le varianti ci devono spaventare, il risultato finale non cambia e cioè che dobbiamo arrivare a vaccinare le popolazioni. Perché come si è visto, ormai, non solo nei paesi che hanno aumentato la loro potenzialità e sono andati molto avanti, come la Scozia ed Israele, il numero dei contagiati nelle persone vaccinate è scarsissimo, quindi ci dice che dobbiamo andare in quella direzione. Inseguire e parlare le varianti è sbagliato, dobbiamo cambiare la comunicazione, pensiamo alle cose essenziali: il tema è come il Governo sta facendo in questo momento, cioè cambiando atteggiamento”.


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