Coronavirus, nessun nuovo caso locale in Cina, solo 34 importati

Coronavirus, nessun nuovo caso locale in Cina, solo 34 importati

Coronavirus, nessun nuovo caso locale in Cina, solo 34 importati


Dal 23 gennaio imposte dure misure preventive per l’epidemia partita da Wuhan

Ecco le notizie che vogliamo, che ci danno speranza, in queste ore drammatiche. In Cina nessun nuovo caso locale, solo importati, e anche isolati, sono appena 34. Ci sono volute, per raggiungere questo obiettivo, misure di isolamento progressivamente sempre più severe, a Wuhan, poi nella regione dell’Hubei e in tutta la Cina, dopo la presunta partenza dell’infezione da coronavirus, ora una pandemia. Sono passati 75 giorni, almeno ufficialmente.

Lo scopritore, Li Wenliang, fu incarcerato per procurato allarme 

A fine dicembre un medico, un oftalmologo dell’Ospedale centrale di Wuhan, 34 anni, aveva riscontrato sei casi, che censiti come Sars, gli erano sembrati altro, cioè un virus non ancora noto. Ne aveva parlato nella chat con i colleghi. Le autorità erano subito intervenute, obbligandolo a stare zitto. Li Wenliang fu messo in carcere, con l’accusa di procurato allarme, su Internet aveva scritto i suoi sospetti. Scarcerato, perché l’allarme si era rivelato reale, era tornato al lavoro. E’ morto il 7 febbraio nelle corsie dove aveva prestato servizio, e dove il coronavirus gli era stato accertato il 20 gennaio. 

La Cina è un paese con scarsa democrazia, ma le misure severe sono servite 

Il medico era di religione cristiana, questo aveva innescato le consuete polemiche sulla discriminazione cui vengono sottoposti i cattolici in Cina, paese governato con durezza, con metodi che per gli osservatori internazionali sono lontani dalla democrazia. Ma l’ordine e la disciplina, a conti fatti, hanno sortito l’effetto di fermare i contagi. La polizia di Wuhan, dopo una lunga inchiesta, ha concluso, e non ci voleva forse una indagine, di aver agito in maniera sbagliata, scusandosi con i familiari di Li Wenliang, ammettendo pubblicamente il clamoroso errore. Che ha ritardato gli interventi necessari, consentendo un contagio sotterraneo che sicuramente ha moltiplicato i casi e le vittime. Le stesse esitazioni del governo locale sono state deleterie, dannose per tutto il globo. Il comportamento dei vertici cinesi è stato criticato con forza anche dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Li Wenliang è diventato un eroe, un paladino della lotta alla dittatura cinese, un martire in virtù della sua cristianità. Verrà ricordato a lungo.

La Cina ha collaborato con l’Organizzazione Mondiale della Sanità

Dall’11 di gennaio il governo cinese ha cominciato a condividere con l’Oms ogni informazione sul virus e sulla sua struttura. Il crescere dei contagi, progressivo, in molti paesi, con il coronavirus che ora è presente in tutti i continenti, ha determinato la dichiarazione della pandemia, che tecnicamente consente alla massima organizzazione sanitaria mondiale di poter intervenire con linee guida, anche oltre l’autonomia dei vari governi, per combattere l’infezione. 

Date e misure in Cina, la storia dell’epidemia 

L’11 gennaio è un giorno rilevante, è anche quello in cui si è registrato il primo decesso, a Wuhan. Il 21 gennaio è scattata la quarantena per tutti quelli che attraversavano le frontiere. Poi il 23 gennaio le misure restrittive per il focolaio di Wuhan e dell’intera regione dell’Hubei, quelle che probabilmente hanno fatto la differenza. Sospensione dalle 10 del mattino di tutti i mezzi pubblici, autobus, metropolitane, traghetti e pullman a lunga percorrenza, e tutti i collegamenti in uscita dalla città negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie. Poi le limitazioni negli spostamenti individuali, dentro e fuori la città impossibile muoversi senza ragioni specifiche,con controlli della temperatura a tappeto Dalla stessa data obbligo di indossare le mascherine e i guanti nei luoghi pubblici. Scuole e università erano già chiuse, come le attività commerciali non necessarie. In tutto il paese , 190.000 tra poliziotti e soldati, hanno svolto serrati controlli, e presidiano ancora le strade.


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