Compie oggi 82 anni Giovanni Trapattoni, l'allenatore italiano più vincente di sempre

Compie oggi 82 anni Giovanni Trapattoni, l'allenatore italiano più vincente di sempre

Compie oggi 82 anni Giovanni Trapattoni, l'allenatore italiano più vincente di sempre


Ha vinto tutto da giocatore, al Milan; e soprattutto da allenatore, con il decennio d'oro alla Juventus, ma anche con lo scudetto dei record all'Inter; successi anche all'estero per una persona per bene, diventato famoso anche per le sue dichiarazioni fuori dagli schemi

AUGURI TRAP!

3 settembre 2000, la mia prima trasferta per Rtl 102.5 al seguito della nazionale. Gli azzurri giocano a Budapest contro l’Ungheria, è una gara di qualificazione ai mondiali in Giappone e Corea. Sulla panchina dell’Italia debutta Giovanni Trapattoni. Ricordo molto bene la conferenza alla vigilia della partita. Niente a che vedere con gli ingessati appuntamenti con la stampa cui siamo abituati oggi. Era tutto più informale, diretto, umano. Entrammo in uno stanzino nella pancia del Nep Stadion, ci sedemmo intorno a un tavolo e Trap iniziò una chiacchierata tra amici: tra considerazioni tattiche, battute, sorrisi. Il Trap è stato un grande giocatore, un grandissimo allenatore, un personaggio famoso e popolare; ma soprattutto è una persona per bene. Oggi compie 82 anni, e tutto il mondo del calcio gli sta inviando auguri colmi di affetto.


VINCENTE GIÀ DA GIOCATORE

Giovanni Trapattoni è nato il 17 marzo 1939 a Cusano Milanino, quinto figlio di una famiglia operaia. La sua vita da calciatore è quasi tutta in rossonero: al Milan gioca per quindici anni e vince praticamente tutto: due scudetti, due Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, una Coppa Italia. Nereo Rocco è il suo maestro, Gianni Rivera il compagno di maggior talento. Trap è stato un centrocampista difensivo, di quelli che lavorano tanto per la squadra, che non mollano mai: con la sua marcatura attenta, fu capace di fermare Pelè. Nel 1973 passa dal campo alla panchina, colleziona qualche partita alla guida del Milan, ma la sua carriera da allenatore sboccerà alla Juventus.


QUARANTA ANNI IN PANCHINA

Trapattoni è ancora oggi l’allenatore italiano che ha collezionato il maggior numero di vittorie con le squadre di club. Memorabile il suo decennio d’oro alla Juventus: dal 1976 al 1986 la squadra bianconera ha conquistato l’Italia, l’Europa, il mondo: erano gli anni di Gianni Agnelli proprietario, Giampiero Boniperti presidente; in campo campioni come Platini, Boniek, Zoff, Scirea, Tardelli, Cabrini, Paolo Rossi. Era una Juventus solida, compatta, cinica. Trap è sempre stato accusato di difensivismo, ma spesso le sue squadre – oltre alla difesa meno battuta- potevano vantare anche l’attacco più prolifico. Da allenatore Trapattoni ha vinto anche all’Inter, i tifosi nerazzurri ancora ricordano lo scudetto dei record nel 1989 con Lothar Mattheus trascinatore in campo. Il ritorno alla Juventus frutta soltanto una coppa Uefa, quindi Trap volta pagina e va all’estero: Beckenbauer lo chiama al Bayern Monaco, gli inizi non sono facili, il tedesco è una lingua ostica, ma alla fine Giovanni Trapattoni conquista anche la Bundesliga. E la serie di successi proseguirà in Portogallo (con il Benfica) e in Austria (con il Salisburgo). L’allenatore di Cusano Milanino ha guidato anche due nazionali: con l’Italia non è stato fortunato, ai Mondiali del 2002 andò a sbattere contro il famigerato arbitro Byron Moreno, agli Europei del 2004 venne fatto fuori dal biscotto tra Svezia e Danimarca; Trapattoni ha subito una grossa ingiustizia anche quando era sulla panchina dell’Irlanda: nello spareggio per andare al mondiale 2010, la Francia lo batte con un gol segnato da Gallas dopo un evidente controllo con il braccio di Henry. Nel 2012 è invece riuscito a portare gli irlandesi all’Europeo dopo una attesa di 24 anni.


IDOLO DELLA GIALAPPA'S

Persona ironica e simpatica, con le sue dichiarazioni un po’ strampalate, è diventato un idolo della Gialappa’s Band. Leggendario il suo sfogo in tedesco contro il giocatore Strunz. Sbattendo i pugni su un tavolo, facendo traballare i microfoni, urlò: “In queste partite ci sono stati due, tre o quattro giocatori che erano deboli come una bottiglia vuota. Strunz! Strunz è qui da due anni e ha giocato 10 partite, è sempre infortunato. Was erlaubt sich ein Strunz?Come si permette uno Strunz? Questi giocatori dicono di essere malati e poi vanno a giocare a tennis". E da ottantenne, guidato dal nipote, l’eterno Trap è sbarcato anche sui social. L’ultimo suo tweet per dire addio a Paolo Rossi: “Ciao Paolo, i giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori…”



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