Cardinal Pizzaballa: noi restiamo a Gaza. E Israele continua ad attaccare

Cardinal Pizzaballa: noi restiamo a Gaza. E Israele continua ad attaccare Photo Credit: ANSA
26 agosto 2025, ore 12:34
Almeno 40 morti anche oggi tra i palestinesi. A Tel Aviv manifestazione per chiedere la liberazione degli ostaggi, ma Netanyhau non si ferma
NOI NON CE NE ANDIAMO
“Aiutare il prossimo”. Questa l’idea più nobile della Chiesa. Una missione cui non si rinuncia nemmeno davanti al pericolo, alla fame, alla morte. Esattamente ciò che si vive in questo periodo a Gaza. “Il clero e le suore hanno deciso di rimanere e continuare a prendersi cura di tutti". Con queste parole il patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, e quello dei greco ordotossi, Teofilo III, annunciano in una nota congiunta che non lasceranno la Striscia dopo la decisione di Israele di occupare i Territori. Aggiungono che non può esserci futuro basato sulla prigionia, sullo sfollamento dei palestinesi o sulla vendetta. E chiudono sostenendo che non c'è motivo di giustificare lo sfollamento di massa deliberato e forzato di civili.
IL BOLLETTINO QUOTIDIANO DEI MORTI
Negli attacchi di stamattina sono morti almeno altri quaranta palestinesi; ma – come sempre- sono numeri destinati a essere provvisori. Il bilancio include sette persone uccise in un'abitazione di Gaza City e sei civili - tra cui alcuni bambini - che si trovavano in una tenda vicino a Khan Younis, nel sud della Striscia. In tutto ciò non è ancora tramontata l’indignazione per l’azione di ieri, con l’esercito israeliano che ha colpito due volte un ospedale; tra le vittime anche cinque reporter che stavano documentando il primo attacco. L’ONU ha ricordato a Netanhyau che ospedali e giornalisti non sono da considerare come obiettivi da colpire. Questa mattina è arrivata anche la condanna della Cina, che si è detta choccata dal raid di ieri. Nel frattempo in Israele è giornata di protesta e mobilitazione per chiedere al governo di concentrarsi sulla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Per protesta è stata bloccata una autostrada alle porte di Tel Aviv. Previste manifestazioni e marce per tutta la giornata. Nulla che possa incrinare le posizioni bellicose di Netanyahu e dei suoi alleati oltranzisti