Boris Johnson si è dimesso da leader del Partito Conservatore britannico, l’annuncio in una conferenza stampa a Downing Street

Boris Johnson si è dimesso da leader del Partito Conservatore britannico, l’annuncio in una conferenza stampa a Downing Street

Boris Johnson si è dimesso da leader del Partito Conservatore britannico, l’annuncio in una conferenza stampa a Downing Street


Fine della corsa per Boris Johnson, il premier britannico ha annunciato le dimissioni dal leader del Partito Conservatore britannico

Oggi, giovedì 7 luglio, Boris Johnson ha annunciato formalmente le sue dimissioni da leader del Partito Conservatore britannico. Lo ha fatto durante un discorso alla nazione pronunciato davanti al numero 10 di Downing Street. Lo ha fatto dopo la fuga di quasi 60 ministri e membri del governo e dopo una nottata drammatica nella residenza del primo ministro britannico. Il premier paga l’essere stato travolto dagli scandali che in questi mesi lo hanno coinvolto a cominciare da quello legato ai party organizzati nella residenza del primo ministro, in occasione della pandemia, proprio mentre lo stesso Johnson chiedeva sacrifici ai britannici. E, come goccia che ha fatto traboccare il vaso, l’aver nominato ministro deputato Christopher Pincher: promosso da Johnson nel governo nonostante le sue serate di alcol e molestie sessuali contro giovani uomini e attivisti Tory.


Il discorso

L’uomo che più di ogni altro ha contribuito alla Brexit, in un discorso alla nazione ha annunciato la, non facile decisione, di lasciare la guida del Partito Conservatore britannico, lo ha fatto alla sua maniera, dicendosi rammaricato di dover lasciare il lavoro più bello del mondo, elogiando il suo operato, ma soprattutto chiedendo di restare a capo del governo fino all’elezione del suo successore alla guida del partito, i Tories, che è prevista per il prossimo mese di ottobre. “Sono costretto a lasciare il lavoro più bello del mondo, dopo aver ottenuto la più grande maggioranza parlamentare dal 1987” ha detto Johnson. Nessun accenno agli scandali che lo hanno travolto, ma BoJo ha insistito sui successi ottenuti dal suo governo: “Abbiamo completato la Brexit, abbiamo distribuito i vaccini anti Covid prima di tutti gli altri Stati, abbiamo guidato l'Occidente sostenendo l'Ucraina contro l'aggressione di Putin” ha detto ancora Johnson. Continuando di aver detto a tutti , negli ultimi giorni, che era sbagliato cambiare il primo ministro in questo momento. Ma alle 6.30 di questa mattina è ripreso il flusso delle defezioni dal suo governo. Se ne sono andati in 60 nelle ultime 24 ore, con l’addio clamoroso anche di due ministri che erano stati nominato solo 48 ore prima. “Nessuno è indispensabile,m quindi lascio” ha detto sconsolato, Johnson.


L’ambizione

Uomo dalla forte ambizione, Boris Johnson ha 58 anni e si appresta a lasciare una poltrona che ha inseguito con forte ambizione, con la presta, o forse la speranza di farsi ricordare come il nuovo Winston Churchill. O forse il suo erede. Solo due anni fa BoJo conquistò il più grande trionfo elettorale dagli anni ’80 in Gran Bretagna. Ma gli ultimi tre anni la sua è stata una carriera di alti e bassi, tra trionfi elettorali e passi falsi, ma anche errori di valutazione e noncuranza.



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