Avvocato Failla a RTL 102.5, la legge già prevede il Green Pass obbligatorio anche per i lavoratori

Avvocato Failla a RTL 102.5, la legge già prevede il Green Pass obbligatorio anche per i lavoratori

Avvocato Failla a RTL 102.5, la legge già prevede il Green Pass obbligatorio anche per i lavoratori


Questa mattina, ospite di Non Stop News su RTL 102.5, l’avvocato giuslavorista Luca Failla ci ha spiegato che il decreto 105 sul Green pass, in vigore dal 6 agosto, non fa alcuna distinzione tra clienti e lavoratori di bar e ristoranti, così come di tutte quelle attività culturali e sportive aperte al pubblico in possesso del certificato verde

Green pass obbligatorio anche per i lavoratori? Lo prevede già la legge appena entrata in vigore. Lo dice Luca Failla, avvocato giuslavorista e professore a contratto all’università LUM Jean Monnet, ospite questa mattina di RTL 102.5 (l’intervista in coda all’articolo, ndr). Lo stesso Failla si dice sorpreso dal fatto che sia passata sotto silenzio generale la ricaduta che la normativa comporta anche per i lavoratori addetti alle attività per le quali il pass è richiesto. Ed evidenzia, ai nostri microfoni, come questa è l’interpretazione che molti titolari di aziende stanno dando, invece, appunto richiedendo il certificato verde ai propri dipendenti.

IL DL N.105 NON FA DISTINZIONE TRA CLIENTI E DIPENDENTI

La legge parla in modo generico di accesso a certi servizi ed attività – dove il rischio di contagio è ritenuto oggi maggiore dal legislatore – non fa dunque alcuna distinzione tra chi accede per fruire di quelle attività e chi accede all’interno per lavorare” spiega in Non Stop News l’avvocato Failla. Tanto basta per concludere che i soggetti che stanno insieme in questearee di protette, di sicurezza siano tutti tra virgolette della stessa categoria”, quindi vaccinati, o guariti dal Covid 19 oppure in possesso di tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.

LE ATTIVITA’ STANNO GIA’ CHIEDENDO IL GREEN PASS AI DIPENDENTI

L’avvocato Failla spiega di aver notizia, da un lato, che le aziende interessate stanno già chiedendo la certificazione verde ai propri lavoratori Stanno già dando questa interpretazione del decreto legge, che io mi sono permesso di evidenziare nel silenzio generale che mi ha un po’ stupito”. Dall’altro lato, sottolinea il giuslavorista, è il ragionamento che si legge dappertutto – sui social e sui giornali – “I clienti fruitori pretendono questa identica garanzia da parte dei titolari e gestori delle attività”. Non avrebbe senso, è il ragionamento di Failla Io cliente sono vaccinato, accedo a questa area e chi mi accoglie all’interno dei locali non lo è” così viene meno tutta la finalità della legge.


COSA ACCADE AL DIPENDENTE CHE NON HA IL GREEN PASS. IL NODO PRIVACY

Questo è un tema molto delicato, sottolinea Failla, “La legge non cita espressamente i dipendenti, abbiamo però un esempio, l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. Lì la legge era esplicita nell’escludere il licenziamento e nel prevedere unicamente la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, che è una misura estremamente pesante”. Io ho notizia – continua Failla ai nostri microfoni- che ci si sta già muovendo in questa direzioneAl dipendente che non è vaccinato o è privo di tampone negativo ogni 48 ore, altra misura di non facile applicazione, viene prospettata l’alternativa della sospensione dal lavoro e dallo stipendio”. Da un altro lato c’è la forma “Il datore di lavoro non può sapere, come dice il garante della Privacy, chi dei propri dipendenti sia vaccinato o no, questo è compito che spetta al medico competente” e la cosa comporterebbe per i titolari di azienda anche un aggravio dei costi per assumere un medico che faccia questo tipo di screening, posto che siamo in pieno agosto e trovare medici che possano iniziare subito non è così semplice.








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